Dal 25 marzo L’Inferno sarà accessibile sulla piattaforma Il Cinema Ritrovato fuori sala
Un capolavoro dell’epoca muta per il Dantedì: la Cineteca di Bologna festeggia la giornata dedicata a Dante Alighieri, il 25 marzo, con il restauro del film L’Inferno, diretto nel 1911 da Francesco Bertolini, Adolfo Padovan, Giuseppe De Liguoro. L’Inferno sarà online sulla piattaforma della Cineteca di Bologna dedicata ai classici restaurati, Il Cinema Ritrovato fuori sala, con la colonna sonora elettro-acustica fatta di voci e suoni d’ambiente composta ed eseguita da Edison Studio, oggi riferimento a livello internazionale per il loro lavoro sulla sonorizzazione del cinema muto.
Primo vero kolossal del cinema italiano (tre anni di riprese, 150 tra attori e comparse, 100 scene, un bat- tage pubblicitario senza precedenti), l’Inferno della Milano Films è stato a lungo disponibile solo in copie danneggiate o mutile. Grazie al restauro che lo ha restituito alla pienezza della sua luce e dei suoi colori, ci ritroviamo avvolti nella visione orrida e meravigliosa di figurazioni ispirate a Gustave Doré, ma come rivisitate da un Méliès crudele: lande desolate, bagliori repentini, dannati striscianti, decapitati, bizzarre creature mitologiche, mostruose metamorfosi.
Come ha scritto Henri Langlois, “L’Inferno, con le sue immagini fantastiche, esce totalmente dallo stile dei film europei dell’epoca. La sua bellezza plastica, basata su una cultura visiva evoluta, annuncia già il fantastico delle grandi opere svedesi e tedesche, mostrando così il ruolo giocato, negli anni Dieci, dal cinema italiano sulle scuole dei Paesi dell’Europa centrale”.
La genesi del film è ricordata dallo storico del cinema muto italiano, Aldo Bernardini: “Già da vari mesi alcuni produttori lungimiranti avevano imboccato la strada del film lungo, mettendo in cantiere opere particolarmente impegnative e costose, che puntavano direttamente al traguardo dei 1000 metri di lunghezza. Arrivò prima la Milano Films, che aveva ereditato dalla precedente Saffi-Comerio il progetto e un gruppo di sequenze dell’Inferno: riduzione per il cinema della prima cantica del poema di Dante, realizzata da Francesco Bertolini e Adolfo Padovan con la collaborazione di Giuseppe De Liguoro. Probabilmente incoraggiati dal buon successo ottenuto con quei primi episodi presentati e premiati nel settembre 1909 al Concorso di Milano, i dirigenti della Casa milanese avevano fatto proseguire e completare la faticosa lavorazione, arrivando infine a un film lungo 1300 metri (si diceva che fosse costato oltre centomila Lire). A quanto pare, non ebbero esitazioni: il film doveva essere proiettato per intero, in un unico spettacolo. La gestione del lancio pubblicitario e dei diritti per tutto il mondo vennero per tempo affidati all’ambizioso, intraprendente napoletano Gustavo Lombardo. Tutto questo costoso sforzo pubblicitario rischiò all’ultimo momento di venire vanificato da una trovata di una casa concorrente, la Helios di Velletri, che in tre settimane e per la modica spesa di ottomila Lire, riuscì a realizzare un altro Inferno di 400 metri, e a farlo uscire nel gennaio 1911: utilizzando, anche materialmente, a proprio vantaggio tutto il lavoro pubblicitario di Lombardo. L’incidente non riuscì però a offuscare il successo della Milano Films e di Lombardo, che programmarono per il loro Inferno anteprime a inviti, prima al regio teatro Mercadante di Napoli (il 2 marzo), e poi al Filodrammatici di Milano (il 22 marzo) e al rinnovato Moderno di Alberini a Roma (il 7 aprile). Avvenute sotto gli auspici della Società nazionale Dante Alighieri, queste proiezioni richiamarono un pubblico d’eccezione: per la prima volta, un film riempì i quotidiani di cronache, di recensioni e di interviste, quasi tutte encomiastiche. Il successo dell’Inferno fu di proporzioni internazionali e assai duraturo: si ripetè in Francia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna”.
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