Su Amazon Prime Video è possibile recuperare L’occhio che uccide, in originale Peeping Tom che si potrebbe tradurre come “guardone”, il thriller psicologico di Michael Powell sull’ossessione di guardare.

Trama

Il protagonista è Mark Lewis (Karlheinz Böhm), un giovane londinese di bell’aspetto, ma profondamente introverso e con un’infanzia profondamente traumatica. Il suo sogno è diventare un regista, ma per il momento realizza su commissione fotografie soft-porno di donne. Un giorno il ragazzo conosce Helen (Anna Massey), la figlia della sua proprietaria di casa non vedente e inizia a frequentarla. Tuttavia la signora, interpretata da Maxine Audley, pur essendo cieca e nonostante i suoi evidenti problemi con l’alcol, è estremamente recettiva.

L'occhio che uccide

Da mesi a Londra diverse donne sono state uccise in circostanze sospette e proprio quando Helen e sua madre stanno parlando dell’ennesimo omicidio compiuto nella città, Mark arriva improvvisamente a prendere Helen per portarla fuori a cena. Abbiamo così un primo incontro tra Mark e sua “suocera”.

Questo frammento ci viene raccontato dalla prospettiva della madre. Marc è oggetto dell’attenzione di una delle due donne. Del resto, l’azione di guardare è centrale in L’occhio che uccide. Abbiamo l’impressione che lei sappia fin da subito che Mark è lì, ancora prima che lui entri in casa. La madre è colei che porta avanti un’investigazione. Allo spettatore viene subito rivelato che Marc sia colpevole, ma adesso abbiamo capito anche chi sarà a smascherarlo.

L'occhio che uccide

Non sappiamo attraverso quale canale la madre viene a scoprire certe cose. Sembra dotata di un sesto senso, più che di un udito sopraffino. Fin da subito infatti ci chiediamo: “La madre sospetta o sa?”. Sembra proprio che sappia. Qui si instaura un meccanismo interessante, perchè nonostante sia chiaramente impossibile empatizzare con il personaggio di Mark, visto che, come capiamo subito, è il responsabile della morte di tutti quegli omicidi in serie, a tratti quasi temiamo che la madre di Helen possa scoprirlo.

Il voyerismo in L’occhio che uccide

L'occhio che uccide

Il film racconta la storia di un uomo abituato a spiare, lavora nel mondo del cinema ma senza successo. E’ represso, frustrato e non vive mai le cose di prima persona. È sempre uno spettatore passivo, un po’ come qualsiasi appassionato di cinema. Non a caso, il critico cinematografico francese Christian Metz sosteneva che il cinema fosse un’evidente forma di voyerismo.

Possiamo definire L’occhio che uccide un saggio metafilmico che unisce voyeurismo, riflessione sul cinema, trattato sui traumi infantili, indagine del subconscio, desiderio carnale e, soprattutto, una sconvolgente provocazione allo spettatore. Il film nel 1960 fece infatti gridare allo scandalo e non venne accettato da un pubblico e una critica troppo chiusi.

Classificazione: 4 su 5.

L’occhio che uccide è un affascinante e intrigante thriller psicologico e metacinematografico. Un vero e proprio cult che vi terrà con il fiato sospeso. Se non l’avete ancora visto, è arrivato il momento di recuperarlo su Amazon Prime Video.