È metà dicembre del 2019, quando gran parte degli abitanti cinesi si prepara per festeggiare. Pechino, infatti, sta per ospitare uno degli eventi più conosciuti del mondo: il Capodanno cinese. Ma qualcosa non lo permetterà. Un coronavirus sta per sconvolgere gli equilibri della comunità internazionale.
È nella città più popolosa della Cina Centrale. Ci troviamo a Wuhan, capoluogo dello Hubei, una provincia centrale della Repubblica Popolare Cinese. C’è chi passeggia tra grattacieli imponenti, chi svolge semplicemente il proprio mestiere e chi mangia del sushi guardando la televisione. Insomma, è un giorno come un altro. Nessuno sospetta di trovarsi in una zona che presto sarà isolata e messa in quarantena.
L’orrore comincia quando alcuni uomini iniziano ad avvertire un malessere di causa sconosciuta: tossiscono, vengono travolti dalla febbre e respirano a fatica. È l’inizio di un coronavirus.
Gli esperti capiscono subito che si tratta di polmonite. Ma da dove proviene? Presto si scopre che coloro che hanno contratto la malattia sono a stretto contatto col mercato del pesce di Wuhan, dove si vendono anche animali appena macellati e vivi. I casi, in pochissimo tempo, aumentano. Un gruppo di esperti, però, riesce a far luce sulla questione: scopre che si tratta di un nuovo virus, precisamente di un coronavirus. Lo battezzano 2019-nCoV. I virus di questa tipologia causano infezioni a livello delle vie respiratorie. E come altri coronavirus, proviene da animali.
I risultati della nostra analisi evoluzionistica suggeriscono per la prima volta che il serpente è il più probabile animale selvatico serbatoio del virus 2019-nCoV.
– ricerca degli studiosi Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao, Junjie Zai, e Xingguang
In sole due settimane il numero di infezioni a causa del coronavirus confermate triplica. Al 23 gennaio vengono riconosciuti circa 600 casi e 25 decessi.
La trasmissione da uomo a uomo viene confermata dalla commissione sanitaria nazionale cinese. Vengono scoperti casi in 13 province, così come nei comuni di Pechino, Shanghai, Chongqing e Tianjin. Il virus, successivamente, è confermato anche al di fuori della Cina: negli Stati Uniti, in Thailandia, Corea del Sud, Taiwan e Giappone. Ma non tarda ad emergere qualche caso anche in Europa. L’Imperial College di Londra suggerisce che potrebbero esserci 4.000 casi, con incertezza che pone i margini tra 1.000 e 9.700.
Altri esempi di coronavirus che provengono da animali sono la sindrome respiratoria acuta grave (Sars) e la sindrome respiratoria mediorientale (Mers).
Sebbene si ritiene che Mers sia trasmesso agli umani dai dromedari, gli ospiti originali per entrambi i coronavirus sono probabilmente pipistrelli. I primi casi di Sars avvennero in Cina alla fine del 2002. Le autorità li minimizzarono e furono successivamente molto criticati perché il virus si diffuse virtualmente senza controllo in 37 paesi, causando il panico globale, infettando più di 8.000 persone e uccidendo più di 750. Mers sembra essere meno facilmente trasmesso da uomo a uomo, ma ha una maggiore letalità, uccidendo il 35% di circa 2.500 persone che sono state infettate.
Come già anticipato, il coronavirus di Wuhan provoca la polmonite. Coloro che si ammalano accusano tosse, febbre e difficoltà respiratorie. In casi gravi c’è insufficienza d’organi. Poiché si tratta di polmonite virale, gli antibiotici sono inutili. I farmaci antivirali che abbiamo contro l’influenza non funzioneranno. Se le persone vengono ricoverate in ospedale, possono ottenere supporto per i loro polmoni e altri organi e liquidi. Il recupero dipenderà dalla forza del loro sistema immunitario. Molti di quelli che sono morti sono noti per essere già in cattive condizioni di salute.
Una preoccupazione fondamentale è la gamma di gravità dei sintomi: alcune persone sembrano soffrire solo di malattie lievi mentre altre si ammalano gravemente.
Ciò rende più difficile stabilire i numeri reali infetti e l’estensione della trasmissione tra le persone. Ma le autorità vorranno fermare la diffusione e saranno ansiose che il virus possa diventare più potente di quanto appaia finora. Le preoccupazioni principali sono quanto sia trasmissibile questo nuovo coronavirus tra le persone e quale percentuale si ammali gravemente e finisca in ospedale. Fortunatamente, spesso i virus che si diffondono facilmente tendono ad avere un impatto più lieve. Gli operatori sanitari potrebbero essere a rischio se incontrassero inaspettatamente qualcuno con sintomi respiratori che aveva viaggiato in una regione colpita.
In generale, il coronavirus sembra colpire più duramente le persone anziane, con pochi casi nei bambini. Per ora non c’è un vaccino, né una cura. Gli esperti consigliano di non mangiare carne poco cotta ed evitare contatti con persone che hanno sindromi respiratorie acute.
In ogni caso, il finale di questa storia è ancora tutto da scoprire. Ma non dovremmo mai scordare che…
Poiché noi umani siamo creature abbastanza grandi e intelligenti da produrre e usare antibiotici e disinfettanti, ci autoconvinciamo di aver relegato i batteri ai margini dell’esistenza: be’, non contateci… quando il Sole esploderà, saranno ancora qui. Questo è il loro pianeta, e noi lo abitiamo solo perché loro ce lo consentono
– Bill Bryson