Love Lies Bleeding è il secondo film di Rose Glass (regista del precedente Saint Maud), la quale si riconferma nell’intenzione della catarsi tramite l’arte cinematografica. Il film è stato presentato al Sundance Film Festival a gennaio di quest’anno, mentre in Italia è nei cinema dal 12 settembre. Distribuito da Lucky Red e prodotto da A24, ha riscontrato pareri positivi da parte della critica.
Trama
Lou (Kristen Stewart) e Jackie (Katy O’Brian) vivono in prima persona quello che possiamo letteralmente definire come un amore a prima vista. Lou gestisce una palestra, Jackie ha il sogno del bodybuilding; siamo nel New Mexico degli anni ’80. Amore quindi, ma anche sangue e bugie per la coppia queer che dovrà fare i conti con un tipo di violenza dal sapore patriarcale.
La rabbia delle donne
Il tipo di contenuti che Love Lies Bleeding presenta sembra seguire un filone che possiamo tentare di richiamare citando alcuni titoli: Promising Young Woman, Revenge, Woman Talking ne sono alcuni esempi. Sappiamo che un filone cinematografico si ripropone solo se risponde ai bisogni del pubblico in un preciso periodo storico, e il fil rouge in questo caso sembra essere una rabbia tutta al femminile. Purtroppo “potrebbe succedere anche a me” è un pensiero che si inoltra nelle nostre menti ogni volta che sentiamo parlare di femminicidi, violenze domestiche, molestie. O magari ci è già successo, in varie forme che non abbiamo capito subito o che invece abbiamo tentato di denunciare. Insomma, forse riconoscersi in una delle varie forme di difficoltà che una donna affronta in quanto tale, non è più così raro. Questo sentirci tutte insieme sotto lo stesso grande ombrello, potrebbe far sì che ogni volta le esperienze delle altre donne diventino anche le nostre, che la loro rabbia si sommi alla nostra. É quindi a questa rabbia che si rivolge Love Lies Bleeding ed è questo tipo di rabbia che il film tenta di far percepire a tutte, a tutti. Il senso di ingiustizia nel film è preponderante e guarito con una violenza che vuole effettuare una catarsi nel cuore di chi l’ha vissuta – senza tuttavia suggerirla come via migliore.
Il desiderio della forza
C’è anche un altro suggerimento nel film: il desiderio delle donne di essere forti, di poter controbattere. Cercando di trovare una risposta a cosa possa significare il concetto di forza in questo ambito, la regista ci accompagna in varie fasi di risposte più o meno violente, fino a farci incontrare un tipo di surreale grandezza che non vi spoilererò. Il surrealismo intorno agli ultimi minuti di girato sembra essere a questo punto un marchio distintivo di Rose Glass, firma che possiamo trovare anche nel precedente Saint Maud (di cui potete trovare la nostra recensione qui). In questo caso la metafora credo che suggerisca un’idea di forza intesa come possedere un’enormità d’animo tale da farci rimanere in piedi, salde e con una certa serenità, di fronte alle conseguenze delle differenze di genere create dalla società in cui viviamo. Che le faccia rimpicciolire ai nostri occhi. Un tipo di forza che forse si può risolvere nel concetto di libertà.
Love Lies Bleeding è un film che tramite le sue metafore si spiega bene, ben ritmato, che tiene incollati non solo allo schermo ma anche alle emozioni delle protagoniste. Kristen Stewart continua a riconfermarsi con film d’autore, Katy O’Brian (vera bodybuilder) è una splendida sorpresa e la targa A24 continua a non deludere mai. Da vedere.
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