Il 31 ottobre è uscita su Sky Atlantic la serie horror HBO “Lovecraft Country”.
La serie, creata da Misha Green, è prodotta da J.J Abrams e Jordan Peele; è basata sull’omonimo libro del 2006 di Matt Ruff.
Nel corso dei dici episodi lo spettatore viene trasportato nell’America degli anni ’50 durante il periodo delle leggi Jim Crow e partecpa al viaggio di Atticus alla scoperta del proprio passato e di realtà a lui ancora ignote.
La trama e il cast
Atticus, interpretato da Jonathan Majors, veterano della guerra in Corea, torna a casa dopo aver ricevuto una lettera da parte del padre Montrose, interpretato da Michael Williams, con il quale non aveva più rapporti da oltre cinque anni e che da due settimane è sparito nel nulla. L’unico indizio che ha è Ardham un paesino sperduto nel Massachusetts che dovrebbe essere riconnesso alle origini della mamma di Tic.
Atticus, accompagnato dallo zio George (Courtney Vance) e da Letitia (Jurnee Smollett) una sua amica di vecchia data, si mette in viaggio alla ricerca del padre.
Alla ricerca del padre Tic arriverà a scoprire cose del suo passato dinastico che segneranno il suo futuro e ciò che dovrà affrontare.
Tra mostri e razzismo
Atticus, durante il viaggio, si imbatte in ogni tipo di orrore.
Creature mostruose che sembrano essere uscite da uno dei libri di Lovecraft, spiriti, cultisti.
La serie è zeppa di mostri ma sorge spontanea una domanda:
Chi è il vero mostro? Le creature lovecraftiane o l’uomo bianco?
La serie è horror, ci sono le bestie, sangue, uccisioni e tanta tanta cattiveria.
Fa paura non tanto quando vediamo il mostro che stacca la testa al poliziotto bianco ma quando vediamo l’uomo bianco esercitare la propria supremazia sui protagonisti, come per esempio nelle contee del tramonto.
Il vero mostro è l’uomo bianco con le sue atrocità.
Il razzismo è uno dei temi principali della serie ed è terrorizzante, non è un caso che si parli delle creature di Lovecraft noto per le sue idee intolleranti nei confronti dei neri; lo scrittore era un razzista professato e dalle opinioni estreme.
Lovecraft Country accusa l’America di essere stata fondata sul sangue e di essere profondamente razzista.
Si nota che tra i produttori ci sia Jordan Peele, la serie infatti è pregna dei tanti temi cari al regista.
Così come in Get Out e in Us anche durante questi episodi vediamo che la società vede esseri umani di serie A e di serie B.
La serie non parla solo di razzismo ma anche di omosessualità, insomma si occupa di tante tematiche di tipo socioculturale.
Non è un caso che questa serie sia candidati ai Golden Globe di quest’anno come miglior serie drammatica.
Lovecraft Country prende le “minoranze” e le rende totali protagonisti di una lotta contro il male e la supremazia bianca.
Colonna sonora
Anche la colonna sonora risulta essere un grande omaggio alla cultura nera.
Spazia tra musica Jazz, soul, R&B.
I testi in alcuni casi sono azzecattissimi e narrano esattamente ciò che sta succedendo nella scena.
Le musiche spaziano da Nina Simone, Billie Holiday a Rhianna ( con bitch better have my money che rende la scena molto badass).
La colonna sonora fa da protagonista a questa serie.
Prove attoriali
Tra le attrici della serie è presente anche Abbey Lee una delle protagoniste di The Neon Demon, anche qua, come nel film di Refn conferma il suo talento.
Oltre alla Lee, tutto il cast dà prova di grandi capacità.
Anche grazie agli attori lo spettatore è in grado di apprezzare ancora di più una serie assolutamente valida che dà grandi spunti di pensiero.
Conclusioni
Quasi ogni episodio è diretto da un regista diverso e ognuno di loro ha un approccio diverso.
Lo stile cambia e si evolve nel corso della serie.
Lovecraft Country è nel suo insieme un prodotto molto valido che consiglio a tutti di vedere e inoltre consiglio di pensare a quanto si è visto una volta finito.
L’horror è un genere che da sempre è stato molto politicizzato, uno fra tutti Romero, e anche qui non fa eccezione.
Voi l’avete vista? Vi è piaciuta? Pensate che possa vincere ai Golden Globe?