Un esordio col botto.
L’ultima casa a sinistra (1972, ma uscito in Italia l’anno successivo) è il primo lavoro da regista di Wes Craven, ispirato a La fontana della vergine di Ingmar Bergman (1960). Insegnante delle superiori, Craven inizia a lavorare in una piccola casa di produzione e impara, osservando, le tecniche di ripresa e montaggio, stringendo amicizia con Sean S. Cunningham, futuro regista di Venerdì 13 nonché produttore de L’ultima casa a sinistra. Questa pellicola d’esordio contiene già gli elementi tipici del cinema craveniano: l’orrore che si annida nella quotidianità, i mostri resi umani e la satira sociale condita da un po’ di cinico umorismo.
La trama.
La 17enne Mari, il giorno del suo compleanno, trascorre la giornata con la sua amica Phyllis mentre i genitori le preparano una festa di compleanno. Le due ragazze, alla ricerca di un po’ di divertimento, chiedono dell’erba ad un ragazzo in un quartiere poco sicuro e poco raccomandabile, finendo nella trappola di una banda criminale composta da Fred, Sadie e il perverso e spietato Krug Stillo (David Hess). Mari e Phyllis verranno picchiate, violentate e uccise, mentre una coppia di poliziotti, che aveva capito dove erano finite le ragazze, non riesce ad arrivare in tempo per impedire la tragedia. La banda criminale decide di restare in città per la notte e chiedere ospitalità, bussando proprio alla porta della casa di Mari…
Violence for violence’s sake?
Censurato e boicottato, L’ultima casa a sinistra ricevette perlopiù critiche negative a causa delle scene di violenza e della mancanza di speranza e morale. Ed è interessante constatare come la critica subito si attivi per impedire la visione di un film quando quest’ultimo dipinge così efficacemente la cruda e brutale realtà: nel Regno Unito, infatti, il film non uscì al cinema ma venne distribuito solo nel 2003 in dvd, con 31 secondi tagliati. I tre componenti (quattro, contando anche il ragazzino, figlio di Krug, che un po’ di ripensamenti li ha) della banda criminale sono reietti della società che si scagliano contro l’innocenza ancora intatta di ragazzine protette da famiglie perfette e case perfette. Quando però quel mondo idilliaco viene toccato e rovinato, la situazione si rovescia e i borghesi ricchi e per bene si trasformano in aguzzini muniti di astuzia e motosega, capaci delle medesime atrocità.
I film d’exploitation, a partire dagli anni ’70, aprirono la strada a un nuovo modo di fare horror e di mostrare la violenza, spogliandola della poeticità del mezzo cinematografico: la realtà non viene filtrata ma solo raccontata. L’ultima casa a sinistra resta un tassello fondamentale della storia del cinema di genere, in cui il confine tra buoni e cattivi si fonde e dove nessuno può nulla contro il male come i due poliziotti, protagonisti di una sottotrama a tratti comica, rappresentanti dell’ordine e della giustizia che non riescono in nessun modo ad arrivare in tempo sul luogo del crimine.
Piccole curiosità su L’ultima casa a sinistra.
- il personaggio di Krug (il cui interprete, David Hess, sarà uno stupratore anche nel film di Ruggero Deodato La casa sperduta nel parco) ha gettato le basi per Freddy Krueger, probabilmente il personaggio più iconico partorito dalla mente di Craven.
- Il film di Mario Bava Reazione a catena in America è conosciuto anche con il titolo Last House on the Left – Part II.
- Il film di Aldo Lado L’ultimo treno della notte è una sorta di rivisitazione europea e italiana del film di Craven.
Ringraziamo il maestro Wes Craven per averci donato un’opera così importante… e ricordate di ripetere a voi stessi: è solo un film, solo un film, solo un film.