Domani, 7 dicembre 2022, arriva in sala il thriller L’uomo sulla strada, diretto dal regista Gianluca Mangiasciutti. Un film da non perdere e che vi invitiamo ad andare a vedere al cinema.
La rappresentazione dei personaggi
L’uomo sulla strada è un thriller che mi piace definire “atipico”. Come ho scritto nella mia recensione priva di spoiler, che potete leggere QUI, il film di Mangiasciutti racconta una storia che si basa sul dramma interiore e sul passato traumatico dei due protagonisti, Irene e Michele. Due personaggi interpretati molto bene da Aurora Giovinazzo e Lorenzo Richelmy e che incarnano effettivamente l’anima della storia raccontata nel film. A tal proposito, ho chiesto a Mangiasciutti di raccontarmi il suo lavoro nella rappresentazione di Michele e Irene e nella gestione degli attori, che si sono inevitabilmente trovati a dover mettere in scena un rapporto particolare, continuamente in bilico tra attrazione e repulsione:
Solitamente quando un attore recita male è colpa del regista, quando invece recita bene è una buona prova dell’attore, raramente viene sottolineata l’importanza del regista quando un attore recita bene, ma va bene così. Conoscevo già Aurora, che aveva recitato nel mio secondo cortometraggio quando aveva 13 anni e quindi sapevo che corde andare a toccare. Lei è esplosiva, molto fisica, un talento naturale, quindi perfetta per un personaggio del genere. Lorenzo, invece, non lo conoscevo, me l’hanno proposto e al provino ho subito notato che aveva capito il personaggio. C’è stata subito grande sintonia. Tra i due personaggi all’inizio c’è diffidenza perché lui capisce subito chi è lei e fa di tutto per cacciarla via, ma c’è questa forza prorompente che lo assale, dettata dal rimorso. Allontanarla sarebbe darle una sofferenza per la seconda volta e quindi cerca di farla rimanere, proteggendola. Inizialmente Irene, naturalmente, respinge questa protezione, ma quando capisce che può fidarsi di lui in qualche modo scatta questa empatia e anche un’attrazione fisica destinata ad esplodere. Una delle critiche che mi sono state mosse è stata ‘In questo film sappiamo fin da subito chi è l’assassino’. Ma questo non è il fuoco del film. Il fuoco è: Irene si innamora dell’assassino di suo padre, che succederà quando lei lo scoprirà? Glielo dirà Michele o lo scoprirà da sola?
Gianluca Mangiasciutti
Nel film vediamo Irene praticare il nuoto. Mangiasciutti ha sottolineato l’importante di questa caratteristica del personaggio:
Sott’acqua c’è un annientamento del suono e della forza di gravita. Come se la sospendesse provvisoriamente da una condizione di vita che non le appartiene, che la fa soffrire.
Gianluca Mangiasciutti
Ispirazioni registiche
Inoltre, sottolineando il suo grande lavoro registico in questo film, ho voluto chiedere a Mangiasciutti quali autori e quali film degli ultimi anni lo avessero ispirato di più:
Gli autori che negli ultimi 10/15 anni mi hanno rubato un po’ il cuore sono sicuramente Jacques Audiard, ma in realtà c’è poco di lui in questo film, e Lukas Dhont. Mi piace molto questo cinema nordeuropeo che non è troppo d’autore ma un po’ più pop: semplice a livello registico, privo di autocelebrazioni a livello tecnico e che sta molto sugli attori, sulla recitazione e sulla storia. Una regia quasi invisibile.
Gianluca Mangiasciutti
Tra i registi che negli ultimi anni hanno tentato di portare film di genere in Italia, Mangiasciutti afferma di aver apprezzato molto i lavori dei fratelli D’Innocenzo, Saverio Costanzo e Garrone.
L’intervista completa a Gianluca Mangiasciutti è disponibile su Youtube (cliccando QUI) e consiglio di vederla a chiunque voglia approfondire il lavoro che il regista ha svolto nel suo L’uomo sulla strada, un thriller davvero avvincente e coraggioso che merita assolutamente di essere visto. Segnate sul calendario, quindi, la data di domani, 7 dicembre, e correte a vederlo in sala. Non ve ne pentirete.
Intervista completa a Gianluca Mangiasciutti, regista di L’uomo sulla strada
L’uomo sulla strada – Recensione del thriller di Gianluca Mangiasciutti (no spoiler)