Macabro è il primo film diretto da Lamberto Bava, uscito in Italia 40 anni fa, il 17 aprile 1980, mentre negli Stati Uniti uscì tre anni dopo con il titolo The Frozen Terror. Lamberto è figlio del maestro Mario Bava, e nel 1977 ha aiutato suo padre a realizzare il suo ultimo film, Shock.
Trama
Jane (Bernice Steigers) tradisce il marito all’interno di una villa isolata, durante la sua assenza uno dei due figli muore in circostanze violente, mentre l’amante rimane ucciso in un incidente stradale proprio per la fretta di rientrare a casa. Dopo un anno in clinica, la protagonista ritorna nel luogo dove avvenivano gli incontri…
L’horror italiano e l’esperienza sui set del padre Mario Bava
Lamberto Bava ha avuto sicuramente una lunga carriera cominciata già prima di questo film d’esordio, infatti è dal 1965 (aveva circa 21 anni) che lavorava sul set nei film del padre, cominciando da assistente alla regia per Terrore nello spazio. Nell’ultimo film di Mario Bava, Shock (1977), ha collaborato sia alla sceneggiatura che alla regia, ed è un film che consiglio sempre di recuperare. Mario Bava è stato una vera leggenda del cinema di genere italiano, e sarebbero troppi i titoli da citare, mi limito ad esprimermi sul mio preferito, I Tre volti della paura (Black Sabbath) del 1963. Purtroppo Mario ci lasciava all’età di 65 anni, dieci giorni dopo l’uscita di Macabro, fiero di suo figlio Lamberto e del suo primo lungometraggio.
Lamberto ha in seguito realizzato altri horror notevoli, i più famosi sono Demoni e Demoni 2, diventati dei cult anche all’estero. Dario Argento è produttore e collabora anche come sceneggiatore, insieme a Lamberto Bava, Franco Ferrini e al mitico Dardano Sacchetti. Altri due film di Lamberto che consiglio di recuperare sono la sua opera seconda La Casa con la scala nel buio (1983) e Morirai a mezzanotte (1986). Nel suo secondo film recita anche Michele Soavi, pochi anni prima del suo brillante esordio alla regia con Deliria (1988).
Le origini di Macabro
Macabro è scritto insieme a Roberto Gandus e i fratelli Pupi Avati e Antonio Avati (qui anche produttore), a quanto pare il film trae ispirazione da un fatto di cronaca realmente avvenuto negli Stati Uniti, a New Orleans. Furono proprio i fratelli Avati a convocare Lamberto nei loro studi, mostrandogli un ritaglio di giornale che appunto trattava di questo tragico evento. Durante la fase di scrittura, Lamberto Bava era impegnato anche sul set di Inferno, grandissimo horror di Dario Argento.
L’impronta avatiana sembra evidente analizzando il crescendo degli eventi che portano alla scoperta di particolari macabri ed agghiaccianti, e quando i segreti più torbidi della vicenda vengono alla luce (elementi che in parte si ritrovano nel capolavoro di Pupi Avati, La Casa dalle finestre che ridono). A fare da contorno c’è una bella atmosfera di una New Orleans triste e cupa. La scelta di girare gli esterni in questa città americana è stata sicuramente vincente, mentre gli interni sono stati girati in Italia, in una villa vittoriana.
L’ambientazione chiusa, quasi da horror da camera accresce il senso claustrofobico della storia, mentre Lamberto Bava ci mette del suo nella parte più orrorifica e intima, nelle inquadrature ho notato diverse similitudini con Shock, segno che davvero c’è stata la mano di Lamberto anche nella regia. Il finale di Macabro (che piaccia o meno) è senza dubbio coraggioso e sorprendente, e se non lo prendete troppo sul serio risulta anche divertente (in modo macabro, per non uscire fuori tema). Per chi ancora non avesse visto il film evito di fornire ulteriori dettagli, anche se si tratta di un’immagine diventata iconica e usata spesso parlando di questo film.
Ricordiamo anche l’ottima prova degli attori principali, ovvero la britannica Berenice Stegers (già protagonista di La Città delle Donne di Federico Fellini) e il croato Stanko Molnar nella parte del cieco Robert.
Di certo questo film è una visione fondamentale per tutti quelli che amano l’horror italiano, come appunto il cinema dei grandi maestri. Un film molto diverso da Demoni, ma racchiude sicuramente immagini ed atmosfere uniche che hanno reso il cinema italiano di genere famoso in tutto il mondo.
Ne approfitto per riproporre un’intervista che avevamo realizzato dopo l’anteprima dell’ultimo film di Pupi Avati, vi invitiamo ad ascoltarla qui.