Ti West conclude la sua trilogia del successo (e dell’eccesso) con Maxxxine, in cui seguiamo l’ascesa della final girl ad Hollywood
Quando nel 2022 Ti West aveva fatto scoprire al Mondo che X – A Sexy Horror Story sarebbe stato il primo capitolo di una trilogia, molti non si sarebbero aspettati l’attesa che Maxxxine, il terzo capitolo, avrebbe avuto nel pubblico. Il personaggio (o personaggi) interpretato da Mia Goth aveva saputo diventare iconico, non solo nella nicchia degli appassionati di genere. Avere la possibilità di sapere cosa sarebbe successo alla final girl di X, ha permesso al regista di raccontare una storia diversa, ambientata nella spietata Hollywood a metà anni ’80. Creando un buon thriller con atmosfere quasi hard boiled.
Una futura star è arrivata in città
1985, in una Los Angeles in cui criminalità e droga invadono le strade, Maxine Minx arriva ad un’audizione per il sequel di un film horror, con il sogno di mostrare a tutti il suo talento. In città, intanto, aumentano le vittime del serial killer chiamato Night Stalker e le proteste contro la corruzione morale si fanno sempre più pressanti. Il massacro a cui la ragazza è scampata 6 anni prima, come il suo passato, torneranno a tormentarla ostacolando la sua ascesa al successo.
La grande differenza di Maxxxine con X, oltre allo stile del racconto, è la consapevolezza che la ragazza ha ottenuto. Crede nelle sue possibilità, alterando le parole che il padre predicatore le ripeteva fin da bambina. E’ indipendente, come dimostrato nell’ottima scena del vicolo, nel momento in cui sta per subire un’aggressione. Questo però non le ha impedito di avere degli amici: come la prostituta Tabby (Halsey) o il videotecaro Leon (Moses Sumney). Sarà l’ottenere il ruolo di co-protagonista in The Puritan II che le permetterà di intravedere la realizzazione del suo sogno. Goth, ancora una volta, riesce a creare un personaggio complesso, riuscendo a far provare allo spettatore tutte le emozioni che vivrà.
Lavora sodo, raggiungi la meta
Sarà l’istrionica regista Elizabeth Bender (Debicki) a volere scommettere sul potenziale di Maxine. Ho trovato molto bello il discorso che la regista fa sul rompere gli schemi con il passato. Con tanto di citazioni a Psycho, di cui visiteranno il set. Maxxxine, in questo, gioca molto con la metanarrativa senza, però, essere mai ridondante. Il discorso della femminilità forte viene anche dal personaggio di Elizabeth, donna e regista in un ambiente che, all’epoca, era prevalentemente maschile. Il suo sogno è quello che il suo Puritan II diventi un film autoriale, seppur di genere. Idea avanguardista per quegli anni, nonostante grandi maestri avessero realizzato dei cult horror in tutto il Mondo.
Nuove atmofere in Maxxxine
Ho molto apprezzato anche Kevin Bacon nei panni dello spietato investigatore John Labat. Elemento che dona a Maxxxine quell’atmosfera hard boiled anni ’50, ma con scelte stilistiche che rimandano al thriller anni ’80 ma anche al giallo all’italiana. In particolare non posso non citare Lo Squartatore di New York di Lucio Fulci, sia per l’angoscia della popolazione alle notizie sul Night Stalker, sia per l’efferatezza degli omicidi. Così come il cinema di Argento, dalla Trilogia degli Animali allo stesso Profondo Rosso, con il dettaglio sulle mani del killer. L’ennesima dimostrazione che Ti West è un vero amante del cinema.
Ottimi i titoli di testa che, come in X e in Pearl, omaggiano la decade in cui sono realizzati. Così come il montaggio, curato dallo stesso West con evidenti omaggi a De Palma. La fotografia rimane sui colori notturni al neon per esplodere nel bagliore accecante dei viali losangelini durante il giorno sul set. Una durata non eccessiva ed un’ottima colonna sonora impreziosiscono un film riuscito.
Continuando a considerare Pearl il migliore della trilogia, Maxxxine riesce comunque a darci una degna conclusione del personaggio, che mai si è rassegnata ad “accettare una vita che non merita”, qualunque sia il prezzo da pagare!
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