Il 19 gennaio del 2001 usciva nelle sale italiane Memento, film di Christopher Nolan.
Il regista britannico nelle sue produzioni più grandi e a maggior budget, a mio avviso, si perde in trame estrememente complesse e manierismi talvolta inutili, invece in questo film, sceneggiato assieme al fratello Jonathan, il regista, riesce a mettere in scena un cult assoluto degli anni 2000.
Memento è uno dei capolavori del nuovo millennio, un ottimo film, che seppur non esente da difetti, si dispiega senza problemi davanti agli occhi dello spettatore.
Nolan, da amante delle tematiche sul tempo (classico tema della sua filmografia), in questo film che ci viene proposto come una storia a ritroso sfrutta il tempo a suo favore (cosa che in altri fim gli riesce meno) e ci propone, attraverso una storia molto originale, una vicenda contorta al punto giusto, che nonostante i punti di domanda che sorgono spontanei, gli interogativi, i misteri non fa perdere di vista allo spettatore il film stesso. Nolan, tramite e assieme a Leonard Shelby, accompagna lo spettatore alla scoperta della realtà.
Trama
Leonard Shelby, interpretato da un grande Guy Pearce, ha perso la memoria a breve termine in seguito a un incidente che ha visto venire stuprata e uccisa sua moglie.
Lo scopo di Leonard è quello di trovare l’uomo che ha ucciso sua moglie ma, dimenticandosi tutto ciò che accade deve prendere appunti, i più importanti se li tatua sul corpo di modo da non poterseli dimenticare o fare confusione.
Il film inizia dalla fine in cui Leonard uccide il responsabile della morte della moglie, e pian piano tra ricordi e flashback Nolan ricotruisce gli eventi che hanno portato all’omicidio finale.
Un thriller temporale
Memento è un film temporale, in cui i fatti e gli avvenimenti ci vengono presentati in un certo modo ma poi tornando pian piano indietro nel tempo ciò che sembrava certo non ci sembra più tale, le nostre poche certezze che prima si basavano sugli stessi appunti del protagonista e che ci sembravano corrette non ci appaiono più così certe.
All’inizio la posizione dello spettatore è simile a quella del protagonista, entrambi senza ricordi e con solo degli appunti a disposizione per fare chiarezza. Tornando indietro le strade di Leonard e degli spettatori piano piano si allontanano. Sospetti, dubbi, chi mente e chi no. Lo spettatore viene rimbalzato da una parte all’altra ma con enorme maestria, fino agli ultimi atti dove la realtà cruda e dura viene svelata.
Un film ottimo che, senza gli eccessivi manierismi caratteristici del cinema di Nolan, si distende senza intoppi.
Un film tra tempo e memoria. Tra realtà e finzione. Realtà reale e realtà costruita.
Cosa è vero e soprattutto per chi è vero?
La verità è una sola? o sono molteplici? Quello che è vero per me lo è anche per te?
Un film non semplice, con parecchie zone d’ombra.
Una storia intrecciata, tra sofferenza e voglio di vendetta.
La forza di Memento
La forza del film oltre che nella grandiosa sceneggaitura, ha la sua forza anche in un montaggio stupendo, nell’alternanza da bianco e nero e colori, nelle prove attoriali.
A fianco di Guy Pearce c’è una grandissima, e meravigliosa, Carrie-Anne Moss che tra fascino e inganno riesce a bucare lo schermo e a offrire una grandissima prova attoriale.
Con grande abilità e maestria Nolan dirige quello che è a tutti gli effetti uno dei culti e dei capolavori del nuovo millennio.
Ricco di spunti di riflessione Memento è un film da guardare più volte, ad ogni visione si scopre o intuisce qualcosa di nuovo.
Un film che indaga sul tempo e sulla memoria mettendo in primo piano anche la profondità e la complessità dell’essere umano.
TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI RICORDI CHE CI RAMMENTINO CHI SIAMO