Pronta al debutto la nuova serie firmata da Tim Burton sull’adolescente di casa Addams che promette misteri, divertimento e tanto black humour
Quando si sparse la notizia che Tim Burton avrebbe diretto e supervisionato la sua prima serie, la curiosità era molta. Sapere che sarebbe stata su Mercoledì Addams, aveva solo fomentato ancora di più l’attesa. In una recente intervista, lo stesso Burton ha detto che lui si rivede molto nella giovane Addams, anche a scuola si sentiva un reietto tra reietti. Ecco quindi dove nasce il suo amore per quella ragazza introversa, sagace e mono-espressiva apparsa sulle strisce a fumetti del New Yorker ne 1938 e poi nella serie in bianco e nero del 1964.
Ho potuto vedere in anteprima la serie che arriverà dal 23 novembre su Netflix, divertendomi con tutti gli 8 episodi, di cui i primi 4 diretti dallo stesso Tim Burton.
La domanda è: funziona una serie su Mercoledi?
Una reietta tra i reietti: la Nevermore Academy
Senza fare troppi spoiler, il modo per separare Mercoledì dal resto della sua famiglia, e l’incipit della storia, è l’ennesima espulsione da una scuola pubblica. La ragazza sarà portata dalla famiglia Addams alla Nevermore Academy, una scuola per giovani speciali. Ci sono vari gruppi: i vampiri, i licantropi, i gorgoni ed altri studenti speciali. Un’ambientazione che non può non ricordare quella delle aule di Hogwarts.
Questo comporta l’inserimento, di tutte le situazioni tipiche del teen drama, in salsa gotica e burtoniana. ovviamente! Dalla rivalità con la prima della scuola alla compagna di stanza logorroica e colorata, dalle prime cotte ai balli scolastici. Il target di riferimento è quello degli adolescenti, ma il tutto è condito da misteri ed omicidi che lo rendono appetibile anche ad un pubblico più vasto.
Ho trovato la serie molto scorrevole, alcune volte anche troppo frenetica, senza che mi annoiasse mai. Devo però dire che le dinamiche teen, alcune parecchio stereotipate, non mi hanno fatto impazzire. Forse perché scritte dal duo Gough e Millar (Smallville), bravissimi nel narrare avventure e misteri ma che sul lato teen drama sono fermi ad inizio anni 2000. Meno male che l‘estetica di Burton condisce il tutto con una magica atmosfera coinvolgente per lo spettatore.
Una serie su Mercoledì e non sugli Addams
La serie Netflix ha il pregio di concentrarsi su Mercoledì e lasciare il resto della famiglia ai margini della vicenda. Gomez, Morticia e Pugsley appaiano nel pilot e a metà stagione per lasciare che la giovane segua la sua strada in quel nuovo mondo che è la Nevermore.
Fece molto discutere, all’uscita delle prime immagini, l’aspetto di Gomez (Luis Guzman) che però è fedele alle prime strisce a fumetti ideate dal compianto Charles Addams. Splendida Catherine Zeta-Jones, capace con la sua sinuosità di non far rimpiangere Anjelica Houston. Divertente anche la turbolente apparizione dello zio Fester, forse il membro più amato da Mercoledì per il suo essere fuori di testa nelle sue imprese. Comic relief della stagione, senza dubbio, Mano. L’arto viene mandato dagli Addams per sorvegliare Mercoledì e in breve diventerà un aiuto per lei ed i suoi amici. Compresa Enid, la sua compagna di stanza licantropa, che si diverte a fargli la manicure!
Jenna Ortega meglio di Christina Ricci
Adesso faccio un’affermazione forte! Lo so, anche io sono cresciuto negli anni’90 svezzato dai film di Barry Sonnenfeld, e quindi dalla Mercoledì di Christina Ricci. Sarà per il ruolo da protagonista dato al personaggio di Jenna Ortega, nuova scream queen dell’horror anni ’20, ma la sua Mercoledì incarna alla perfezione quella ragazzina con le trecce e il viso pallido.
Mercoledì è solo all’apparenza insensibile, in realtà nel corso delle sue avventure scoprirà lati di sé che non sapeva di possedere. Scaltra, intelligente e persino sfacciata nelle indagini che condurrà in parallelo a quelle delle polizia della vicina cittadina. Tim Burton ha pensato la sua serie sul personaggio di Mercoledì e con la Ortega ha fatto centro, azzeccando la cosa più importante di tutto lo show. La sua evoluzione la rende più umana e forse più iconica della versione della Ricci.
Ma non disperate, Christina Ricci sarà presente nella serie ma in un ruolo completamente inedito: quello della professoressa di scienze Thornhill. Ecco, qui tocco un altro aspetto che mi ha poco convinto, ovvero quello delle lezioni, degli esami e dei compiti. L’ambientazione scolastica è solo un pretesto, e va bene così, in fondo lo era anche in Harry Potter. Però manca tutto l’approfondimento di cosa studiano degli studenti tanto speciali e come funziona il sistema scolastico di Nevermore, sostenuto dalla preside Weems (Gwendoline Christie).
Omaggio ad Edgar Allan Poe
Ho adorato tutti i riferimenti e gli omaggi che Burton fa ad uno dei suoi scrittori preferiti. Quando una bestia misteriosa farà delle vittime nei dintorni della Nevermore, Mercoledì deciderà di indagare scoprendo una rete di misteri più fitta e complessa di quanto si sia immaginata. Non mancheranno società segrete, antiche biblioteche, indovinelli e schiocchi di dita, che rendono la parte mistery coinvolgente. Molto divertente anche una gara di canottaggio e corsa tra gli alunni della scuola, in cui ogni imbarcazione ha il nome di un’opera di Poe. Una scena che mi ha ricordato il Torneo Tre Maghi, altro momento fondamentale per il maghetto di Hogwarts.
La regia, anche senza particolari virtuosismi, è chiara e scorrevole. Menzione per la fotografia che può passare dalle tinte pastello di alcuni studenti alla palette monocromatica di Mercoledì. Tutto coadiuvato da un ottimo reparto costumi, oltre alle già citate scenografie. Non ho particolarmente apprezzato la CGI, troppo scollata dal reale. Menzione speciale per le musiche di Danny Elfman, storico compositore di Burton, che riesce ad accompagnare splendidamente le immagini che Tim fissa sullo schermo.
Mercoledì è in tutto e per tutto una serie di Tim Burton, lo si può respirare dal primo fotogramma. La componente teen pecca di parecchie ingenuità, ma misteri ed avventure rendono gli otto episodi davvero godibili e, macabramente, divertenti!
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