Ogni fan dell’horror che si rispetti sa che certi film devono essere visti per apprezzare al meglio non solo il capolavoro che si sta visionando ma anche tutte la pellicole future che potranno prenderne spunto od ispirarsi ad esso.
Per quanto la lista potrebbe essere assai più lunga, abbiamo selezionato 10 film che hanno segnato definitivamente il cinema horror, ponendo le basi del genere o creando una sotto categoria dell’orrore che fino a quel momento non era stata ancora pensata.
Fate un respiro profondo e immergetevi completamente in questi capolavori, ordinati per anno di uscita.
Rosemary’s Baby – Nastro Rosso a New York – 1968
Con Roman Polański alla regia si va sul sicuro. Quello che è considerato il pezzo più pregiato della carriera del regista, si distacca dagli horror del periodo mettendo da parte gli effetti tipici e concentrandosi maggiormente sulla sobrietà visiva e quel perenne senso di ambiguità persistente. Personaggi e ambienti estremamente reali sono catapultati in una vicenda soprannaturale, dai toni cupi e amari, riflessione e critica della società contemporanea e del capitalismo.
Gli attori, del calibro di Mia Farrow, John Cassavetes e Ruth Gordon (vincitrice del premio Oscar come miglior attrice non protagonista), hanno contribuito alla ottima resa del film offrendo una prova recitativa sublime, aiutati dal fatto che Polański riuscì a cucire a meraviglia i personaggi su di loro. Se non l’avete ancora guardato, preparatevi ad una visione che vi lascerà col cuore in gola per tutti i 137 minuti del film.
Fun Fact: Mia Farrow per una scena del film ha veramente mangiato fegato crudo, nonostante fosse vegetariana ai tempi.
L’Esorcista – 1973
Tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty, che ne scrisse anche la sceneggiatura, L’Esorcista è diretto da William Friedkin ed è considerato il caposaldo del cinema horror, nonché punto di riferimento di quello moderno. Malgrado i problemi di censura, il successo fu esorbitante: l’incasso mondiale fu di 440 milioni di dollari, ponendolo al nono posto nella classifica mondiale dei film che hanno incassato di più nella storia del cinema.
Le scene del film, vivide e crude, inquietano e inorridiscono, grazie anche alla performance perfetta del cast, più volte trattato male dal regista per avere reazioni quanto più reali possibile: Friedkin arrivò a dare degli schiaffi a William O’Malley pur di riuscire ad ottenere l’espressione desiderata mentre Linda Blair e Ellen Burstyn venivano spesso legate e strattonate violentemente, tanto che entrambe accusarono problemi alla schiena. Come non menzionare il finale: l’eterna battaglia fra bene e male lascia allo spettatore il potere di interpretare negativamente o positivamente l’epilogo, chiave di lettura volutamente ambigua voluta dal regista. L’Esorcista è l’esempio più lampante di Classico del horror e del cinema in generale, una visione caldamente raccomandata se non ancora effettuata.
Fun Fact: In un’intervista, Jason Miller ha dichiarato di aver avuto un confronto verbale pesante con William Friedkin, reo di aver esploso un colpo di pistola vicino all’orecchio dell’attore per avere da lui un’autentica reazione.
Non Aprite Quella Porta – 1974
Con un budget di 140.000 dollari ed un piccolo cast fatto di studenti e insegnanti del suo college, Tobe Hooper riuscì a creare un film il cui antagonista principale è tutt’oggi in azione, grazie a sequel, remake e reboot vari. Per via del suo stile documentaristico, l’atmosfera perennemente inquietante, l’ottima performance degli attori (sugli scudi Gunnar Hansen nei panni di Leatherface) ed a una cura dei dettagli minuziosamente splendida, The Texas Chainsaw Massacre è considerato un capolavoro del cinema horror, capace di spaventare lo spettatore senza eccedere nel gore e nei classici cliché.
Il film, contrariamente a ciò che afferma la voce narrante, non ripropone fatti reali ma si ispira alla storia del serial killer del Wisconsin Ed Gein, che uccideva le sue vittime e creava svariati oggetti ed indumenti con la loro pelle. Non smetteremo mai di ringraziare abbastanza Tobe, che purtroppo ci ha lasciati nell’agosto del 2017, esattamente il giorno dopo l’anteprima di Leatherface, film del quale è stato produttore esecutivo.
Fun Fact: Leatherface, nonostante non parlasse mai, aveva delle battute nella sceneggiatura che erano incomprensibili, con piccole note laterali che indicavano cosa stava cercando di dire.
Halloween – La Notte delle Streghe – 1978
Alle prese col low budget questa volta c’è Carpenter: con solo 300.000 dollari il regista e scrittore del film crea il capostipite del sottogenere Slasher (anche se in precedenza Bob Clark e Mario Bava avevano già girato una pellicola a testa con queste caratteristiche), in cui il protagonista e maniaco omicida dà la caccia ad un gruppo di persone, per lo più giovani, utilizzando armi da taglio e metodi molto cruenti.
Grande motivo del successo di Halloween fu la colonna sonora, composta dallo stesso Carpenter, col solo uso del pianoforte. Il film portò alla ribalta l’attrice Jamie Lee Curtis, che rimarrà legata alla saga fino all’ultimo capitolo, uscito nel 2018, dal titolo omonimo. Per la gente dell’epoca, questo Slasher fu un fulmine a ciel sereno nel panorama horror che, nonostante la poca presenza di sangue, terrorizzò giovani e adulti per la freschezza dell’idea e della realizzazione.
Fun Fact: Dato che il film non fu girato in ordine temporale, John Carpenter creò un paurometro in modo che Jamie Lee Curtis potesse sapere che livello di terrore esibire durante ogni scena.
Shining – 1980
Stanley Kubrick non ha assolutamente bisogno di presentazioni: considerato uno dei maggiori cineasti del ventesimo secolo, ha dato vita a opere come 2001: Odissea nello Spazio, Full Metal Jacket, Eyes Wide Shut e Arancia Meccanica, tanto per citarne alcuni. I generi da lui prodotti su pellicola sono stati vari, tra cui Shining per quello horror. Se L’Esorcista è considerato al primo posto fra i film dell’orrore, l’opera ispirata al romanzo omonimo di Stephen King si posiziona sicuramente sul podio grazie alle magnifiche riprese (basti pensare alla telecamera che segue il piccolo nei corridoi dell’hotel o il finale nel labirinto di neve) e ad un Jack Nicholson terrificante nel ruolo di Jack Torrance.
Non è facile descrivere la cura nei dettagli e l’impatto visivo che il film trasmette: Kubrick parte lentamente, si prende il suo tempo per far evolvere trama e scenario, per poi esplodere in un turbinio di ansia, suspense e follia. Chiunque non abbia visto questo film si è perso un pezzo di storia del cinema, non solo dell’horror.
Fun Fact: l’idea di muovere il dito ogni volta che il piccolo parla con Tony è venuta allo stesso Danny Lloyd, durante il provino per il casting.
Un Lupo Mannaro Americano a Londra – 1981
Grottesco e impressionante, non ci sono aggettivi migliori per descrivere il film di John Landis, che diede il via alla moda dei lupi mannari nel mondo dell’horror e non solo. In questa pellicola si trova un po’ di tutto: risate, dramma, amore, odio e pure un Oscar, vinto da Rick Baker per il miglior trucco.
E chi l’ha visto sa bene il perché: la scena della trasformazione in lupo mannaro di David Naughton è rimasta scolpita nella nostra memoria, complessa e meravigliosa per gli strumenti del tempo. Nonostante gli anni passino il film non invecchia mai e meriterebbe la visione solo per quella parte. Tutto questo, assieme alla colonna sonora spesso basata sulla parola Luna, eleva Un Lupo Mannaro Americano a Londra a quasi classico, assolutamente imperdibile.
Fun Fact: la scena di David rinchiuso in gabbia coi lupi fu girata in un solo ciak, visto che l’attore ebbe poca voglia di infilarsi di nuovo l¡ dentro con le bestie…
Nightmare – Dal Profondo della Notte – 1984
Se lo zio Freddy Krueger esiste non si può che ringraziare l’immenso Wes Craven. La sua cura per i dettagli ha portato alla creazione di un personaggio iconico nel mondo dell’horror: assieme al truccatore Jack Pierce ha dato alla luce la creatura dal viso bruciato, i denti torti e quel lungo sorriso fino all’attaccatura delle orecchie che ci ha tormentato nelle nostre notti insonni.
Questo film ti suggestiona psicologicamente, ti fa credere che l’uomo nero esista e ti stia cercando. Come è possibile sconfiggere un nemico che esiste solo nei tuoi sogni? Riusciresti a dormire sapendo che morendo nel tuo sogno non ti risveglieresti più? E voi che non l’avete ancora visto, cosa aspettate a far amicizia con Freddy?
Fun Fact: quasi 2000 litri di sangue finto furono usati durante il film, in cui fa il suo esordio un giovane Johnny Depp
Ring – 1998
Fermi tutti: per quanto la versione 2002 di The Ring con Naomi Watts abbia portato alla ribalta la paura per le VHS, qui stiamo parlando dell’originale Ringu giapponese, diretto da Hideo Nakata e tratto dall’omonimo romanzo di Koji Suzuki. Personalmente la versione americana mi tormentò molto alla sua uscita, quando da più adulto ho dato un occhio alla versione del Sol Levante il trauma fu grande, se non maggiore.
Tutto più intenso, tutto più convulso, senza nulla togliere al remake del 2002. Nessun eroe potrà placare la sete di sangue di questa maledizione. Le immagini della cassetta rimangono sotto pelle e piantano dentro di noi il seme del disagio. Siete pronti a morire?
Fun Fact: Koji Suzuki per il suo romanzo ha preso ispirazione del suo film horror preferito, Poltergeist – Demoniache Presenze
The Others – 2001
Con questo film ci distacchiamo un po’ dalle scene di sangue e violenza per addentrarci a fondo in un’opera di atmosfera, suspense e spavento, dove lo sviluppo del personaggio è centrale e la recitazione è la classica ciliegina sulla torta. Il film impiega un po’ di tempo per crescere, col regista Alejandro Amenabar che costruisce pezzo per pezzo una trama ben articolata, in un crescendo che porta a brividi e tensione.
Menzione particolare anche per Nicole Kidman, molto a suo agio e reale nella sua parte, come anche i bambini Alakina Mann e James Bentley, bravissimi in un ruolo molto difficile da gestire. The Others è quel tipo di film che riesce a farti scappare dalla realtà per poi catapultartici di nuovo con violenza, lasciandoti inchiodato alla sedia pensando, con qualche brivido: può esserci qualcosa di vero in tutto questo?
Fun Fact: per preparare i bambini a girare, il regista Alejandro Amenabar faceva partire della musica spaventosa quando meno se lo aspettavano.
Martyrs – 2008
Insieme a Alta tensione, Frontiers – Ai confini dell’inferno e À l’intérieur, Martyrs è riuscito a riportare in auge l’horror francese. Se vi volete spingere veramente al limite, non c’è miglior modo che vedere quest’opera diretta da Pascal Laugier: nuda e cruda, cupa, non vi aspettate un film dove il gore sanguinolento è gioioso o divertente. C’è tanto, tantissimo al di sotto di questo film.
Arriverete ad un punto in cui la pellicola oltrepasserà tutti i confini, vi metterà a disagio, quasi vi costringerà a fermare la visione. A riprova di questo, per il regista il casting è stato veramente difficile, nessuno voleva recitare in quei ruoli. Morjana Alaoui e Mylène Jampanoï però riescono a trasmettere emozioni profonde, essenziali per la buona riuscita dell’opera e non scontate da ottenere.
Se non siete facilmente impressionabili, allora prendete un bel respiro e tuffatevi in Martyrs.