Mysterious Skin è un film molto intenso e che non lascia indifferenti. Tratta argomenti delicati come l’abuso sessuale nell’infanzia, ma riesce allo stesso tempo ad essere nostalgico, malinconico e sognante.
Trama: Durante l’estate del 1981, in Kansas, accade qualcosa che segna irreparabilmente la vita di due bambini. Li ritroviamo 10 anni dopo, Neil ha 16 anni e si prostituisce con uomini più grandi, mentre Brian è ancora convinto di esser stato rapito dagli alieni. Il loro cammino s’incrocia nuovamente e sogni e ricordi diventano realtà.
L’omonimo romanzo sembra essere quasi autobiografico, l’autore Scott Heim infatti ammette di aver vissuto molti degli avvenimenti, oltre che essere lui stesso di orientamento omosessuale. Gregg Araki decide di scrivere la sceneggiatura, all’epoca aveva già realizzato diversi film generazionali come ad esempio Doom Generation (1995) e Ecstasy generation (1997).
Mysterious Skin esce al cinema in Italia il 03/06/2005, esattamente 15 anni fa.
«Dove la gente normale ha un cuore, Neil McCormick ha un buco nero senza fondo e se non ci stai attento ci puoi cadere dentro e perderti per sempre»
I film si svolge in diversi archi temporali, vediamo i due protagonisti quando hanno 8 anni nel 1981, e poi si passa al 1991. Joseph Gordon-Levitt interpreta Neil e riesce ad entrare perfettamente nella psicologia del personaggio. Bravissimi anche Brady Corbet (oggi regista molto interessante da tenere d’occhio) ed Elisabeth Shue nella parte della madre di Neil.
Araki è molto abile nel non risultare estremamente crudo, nonostante ci siano scene molto forti. Il montaggio del film è realizzato dallo stesso regista.
Nella prima parte assistiamo anche ad un UFO e incubi con un alieno, ma è abbastanza chiaro fin da subito che la storia sta per prendere una direzione diversa, e non si tratta quindi di un film “di genere”. Neil sembra vivere un’infanzia serena fra giochi dell’Atari, Baseball e feste di Halloween. Il padre sembra una figura inesistente nella sua vita, e abita da solo con sua madre che è spesso assente. Questo contribuisce ad avvicinarlo al suo coach di baseball.
La pedofilia è un tema delicatissimo nel cinema, assolutamente difficile da trattare. Ma in questo film ci sono riusciti splendidamente, anche da un punto di vista psicologico presenta molte sfumature costruendo un profondo percorso emotivo.
Non è il solito film disturbante
Spesso si legge questo aggettivo in riferimento a diverse opere, che si focalizzano quasi soltanto sullo shock da provocare a tutti i costi, lasciando a fine visione la stessa sensazione di un Tg di cronaca nera. Mysterious Skin è diverso, altrimenti non staremmo qui a parlarvene. Consigliamo la visione di questo film anche per capire come sia possibile trattare situazioni così estreme riuscendo allo stesso tempo a realizzare un’opera poetica, nostalgica e malinconica.
A sostegno c’è anche la splendida e sognante colonna sonora dream-pop. Slowdive, Sigur Rós, Cocteau Twins e altri brani composti da due veri talenti della musica ambient: Harold Budd e Robin Guthrie.
I titoli di testa fanno subito capire la particolarità di questo film, sentiamo una cover di Golden Hair di Syd Barrett realizzata dal gruppo Slowdive, mentre vediamo al ralenty dei cereali colorati che piovono sulla testa del piccolo Neil. Questa scelta avrà poi un senso successivamente.
Per un film che tratta qualcosa di così doloroso come l’abuso sessuale nell’infanzia, Mysterious Skin non si tira mai indietro. La struttura narrativa consente ad Araki di spostarsi avanti e indietro nella vita di questi due ragazzi, nella seconda parte Neil va a New York inseguendo qualcosa che non riesce a trovare, in contrapposizione con la vita relativamente più pacata di Brian in Kansas, ancora tormentato dai suoi incubi.
Scott Heim e il regista Gregg Araki riescono a scavare nell’anima logorata di questi due ragazzi, andando alla ricerca di quei frammenti che sono ancora sepolti in profondità.
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