Menti criminali che hanno segnato le pagine di cronaca nostrana nel secolo scorso e turbato le coscienze. Personalità deviate che sono state inseguite, smascherate, incriminate – talvolta ingiustamente –, prima del RIS, delle telecamere di sorveglianza, dei tabulati telefonici e di internet. Vere e proprie cacce all’uomo – o alla donna – negli anditi oscuri del nostro Paese, in una mappatura noir che non lascerà scampo: dalle Dolomiti alla Pianura Padana, da Roma a Milano, da Torino a Genova, a Marsala. Tutto questo è Nero 900.

Scrittori emergenti della scena letteraria italiana, guidati da Gianni Biondillo, ricostruiscono le catene di eventi e le atmosfere per incontrare il gusto dei più esigenti conoscitori del genere.

I primi due titoli della collana in libreria dal 25 settembre

IL MOSTRO DI ROMA
Il caso Girolimoni

Roma, 1924. Due ombre si allungano sulla Città Eterna: da un lato, l’ondata fa­scista che travolge la Capitale con la vittoria alle elezioni del 6 aprile, le ultime multipartitiche prima della dittatura; dall’altro, nei quartieri popolari, nella melma sul lungotevere e nell’erba dei pratacci delle zone semi rurali, un mo­stro senza volto che rapisce bambine. E anche quando un colpevole verrà indi­viduato, il caso sarà ben lontano dall’essere risolto. Tra delitti efferati, indagini pilotate, pressioni politiche e sete di vendetta, la vicenda di Gino Girolimoni non smette di far nascere interrogativi, ieri come oggi. Perché se è vero che i mostri esistono, non bisogna cercarli solamente nei nostri incubi: alcuni, i più pericolosi, camminano indisturbati per strada, e indossano le vesti distinte dei signori eleganti. Altri, gli innocenti, diventano mostri loro malgrado nei pettegolezzi della gente e nelle pagine dei giornali.

Con un racconto preciso e affilato, Alessandro Gorza ci guida dai vicoli popola­ri alle stanze del potere, cercando di far luce su uno dei casi più rilevanti della cronaca nera italiana, un lungo incubo dove nulla è ciò che sembra. Meglio tenere gli occhi ben aperti.

Alessandro Gorza nasce in Veneto e vive a Milano. Ama le birre scure, la musica rock ad alto volume e i film horror anni Ottanta. Pensa che Stephen King sia il più grande scrittore vivente e si definisce “un tipo poco raccomandabile”. Ha pubblicato i suoi racconti su Wertheimer e NazioneIndiana.

LA SAPONIFICATRICE DI CORREGGIO
Il caso Cianciulli

La vicenda della Saponificatrice di Correggio è ormai talmente celebre da es­sere entrata nella leggenda: Leonarda Cianciulli, massaia di mezza età con un marito e quattro figli, dopo aver brutalmente ucciso tre donne, ne avrebbe fat­to, a sua detta, saponi profumati e torte da offrire a vicini e familiari. Ma quan­to è realtà, e quanto terribile invenzione della stessa Leonarda? I fatti sono noti: tra il 18 dicembre 1939 e il 30 novembre 1940 le vittime spariscono dalla cittadina emiliana; i loro corpi non verranno mai ritrovati. Tutti i sospetti por­tano a Cianciulli, che si dichiara unica colpevole: morirà in un manicomio giudiziario. E le torte? E il sapone? Quanto è verità, e quanto abile menzogna intessuta dalla protagonista di questa fiaba nera? Chi è, veramente, Leonarda Cianciulli? Una criminale o una folle? Una mamma generosa o un’assassina sanguinaria? Francesca Mogavero ripercorre la storia della Saponificatrice con un taglio inedito, inframmezzando una narrazione serrata e perturbante a stralci del Memoriale scritto da Leonarda stessa. Attenzione, perché il caldero­ne sta bollendo. Non resta che guardarci dentro.

Francesca Mogavero, classe 1986, è torinese di nascita, lucana e siciliana d’origine e monferrina di recente adozione. Lavora in ambito editoriale dai tempi dell’università e ha pubblicato racconti in riviste e antologie. Ama i Doors ma anche il Boléro, i Jefferson Airplane, Joe Strummer, le fiabe, il vino rosso e tante altre cose. Vive tra le colline con un marito e quadrupedi in numero variabile. Nel 2021-2022 ha vinto una borsa di studio per la Scuola annuale di Scrittura Belleville (Milano).

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