Rilasciata su Netflix la docu-serie dedicata al Night Stalker che colpì la California a metà anni ’80, un racconto sorprendente. Quattro episodi che vi terranno con il fiato sospeso!
La storia del killer conosciuto come Night Stalker aveva avuto un’eco davvero notevole negli Stati Uniti. Con il passare degli anni, Richard Ramirez questo il suo vero nome, è diventato iconico in tutto il Mondo. Attraverso una descrizione dettagliata fatta dai detective che seguirono il caso, ci viene descritto come aggressioni ed omicidi apparentemente non collegati sono diventati la più grande caccia all’uomo di quel periodo. A narrare le vicende sono, infatti, Gil Carrillo e Frank Salerno. Il primo era un giovane poliziotto con un grande intuito, reduce dal Vietnam. Salerno invece era uno stimato poliziotto, già amato dai media per aver risolto il caso dello Strangolatore di Los Angeles, alcuni anni prima.
Una mente malata e senza pietà
Il periodo descritto nella docu-serie va dal maggio del 1985 fino ad agosto dello stesso anno. In realtà, non si è mai avuta la certezza che il Night Stalker non abbia colpito già nella contea di Los Angeles nel 1984. Carrillo, cominciò ad unire i vari indizi su alcune aggressioni nei confronti di donne di varia età ed irruzioni in appartamenti privati. Le vittime non avevano nulla in comune, se non venir prese di mira da Ramirez. Anche le armi usate dal killer sono molto diverse: pistole, coltelli, oggetti contundenti. Il 17 marzo del 1985 il ferimento di Angela Barrios e l’omicidio della sua coinquilina Dayle Okazaki. Nella stesso notte, colpì in un parco uccidendo Tsai-Lian Yu trascinandola fuori dalla propria auto. Nella foga, lasciò un indizio: un cappellino degli AC/DC.
L’escalation esplose con l’omicidio dei coniugi Zazzara, con un modus operandi che utilizzerà anche in futuri attacchi: uccisione del marito e stupro ed omicidio della moglie. Finendo sempre per farsi uno snack prima di lasciare l’abitazione!
Orma rivelatrice
La grande svolta nell’indagine sul Night Stalker arrivò grazie ad un intuizione del detective Carrillo: un’impronta ritrovata sui siti di varie aggressioni. Veniva da un preciso modello di Avia, una marca non molto famosa. Confrontando i dati con l’azienda produttrice, Carrillo scoprì che il numero 44 di Avia spedite a Los Angeles erano solo cinque. Quattro di queste erano di diversi colori, ma solo una di colore nero, come aveva confermato la ragazza scampata all’aggressione. Ora i detective avevano un indizio per collegarlo ai reati, ma nessun modo per rintracciarlo!
La notizia trapelò ai media che capirono che tutte le aggressioni erano collegate e cominciarono a chiamarlo: Night Stalker. Il 29 maggio 1985 entrò in casa di due sorelle ottantenni: uccise a martellate la prima e stuprò ed uccise la seconda, anche disabile ed impossibilitata a difendersi. Quella fu la prima volta che tracciò sulla parete della loro camera con un rossetto un pentacolo. Simbolo ricorrente per Ramirez, infatti credeva che fosse proprio Satana in persona a guidarlo nelle sue imprese. Furono rilasciati diversi identikit delle persone che riuscivano a scampare alla sua furia omicida: tutti coincidevano. La caccia era aperta!
Los Angeles piomba nell’incubo!
Tra giugno e luglio il Night Stalker rivelò tutta la sua perversione. Arrivò ad irrompere in una casa rapendo una bambina di soli 6 anni, Anastasia Hronas, che stuprò più volte e poi abbandonò ad un benzinaio. La ragazzina fu fondamentale nel confermare l’identikit di Ramirez dopo la sua cattura. Ancora peggiore l’irruzione a Sun Valley dove uccise Chitat Assawahem, prima di costringere ad un rapporto orale la moglie dopo averla picchiata ed infine sodomizzare il figlio di soli 8 anni, costringendo la madre a vedere l’opera di Satana.
Ad agosto il Night Stalker si spostò nella zona di San Francisco continuando la sua catena di omicidi. In un caso sotto il pentacolo disegnato sul muro si firmò: Jack the Knife. Anche se fu con l’aggressione del 24 agosto 1985 che commise l’errore che portò alla sua cattura.
Una testimone scomoda
Dopo essersi introdotto in casa degli Erickson, sparò in testa al marito e costrinse ad un rapporto orale la donna, inneggiando a Satana. Dopo la legò al letto e se ne andò, fortunatamente la donna riuscì a trascinarsi fino alla finestre, ferendosi i polsi, e vedere chiaramente l’auto usata dal Night Stalker. La Toyota incriminata fu subito in cima alla lista delle priorità degli agenti di San Francisco, che si coordinarono con Carillo e Salerno a Los Angeles. In preda la panico, Ramirez abbandonò l’auto che fu segnalata e si riuscì ad estrarre un’impronta digitale. Dopo mesi i detective avevano un nome: Richard Ramirez. In conferenza stampa venne diffusa la foto e partì la caccia all’uomo. Il 31 agosto del 1985, mentre cercava di rubare un’auto a East Los Angeles, il Night Stalker fu arrestato!
Ramirez fu condannato alla camera a gas per 41 crimini, tra cui 13 omicidi. L’esecuzione sarebbe dovuta avvenire nel 2006, ma la Corte Suprema aveva accolto un appello per posticiparla. Ramirez non raggiunse mai la camera a gas, ma morì di tumore il 7 giugno del 2013.
La docu-serie Netflix riesce a coinvolgere lo spettatore negli sconvolgenti eventi dell’estate del 1985, con uno stile mai troppo sopra le righe. Una serie di cui consiglio la visione anche a chi ha conosciuto il Night Stalker durante la nona serie di American Horror Story. Un modo per capire davvero chi fosse il vero Richard Ramirez, l’emissario di Satana