“Tornando a casa progettate un bel giallo con tanti omicidi: vi farà bene alla salute”. È la ricetta del più amato tra gli scrittori europei, il francese Daniel Pennac, l’autore che con Il paradiso degli orchi ha dato vita nel 1985 al fortunato ciclo di romanzi che vedono protagonista Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, il più paradossale e divertente investigatore per caso di tutta la letteratura poliziesca. A lui andrà il Raymond Chandler Award 2023 il 1 dicembre, giornata d’apertura del Noir in Festival nella prestigiosa Sala Rossa di Casa Manzoni a Milano.
“Abbiamo inseguito per molto tempo questo straordinario scrittore che al ‘giallo’ ha dedicato una parte significativa della sua opera”, dicono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, direttori del festival insieme a Gianni Canova (Delegato IULM), “e siamo particolarmente orgogliosi che abbia accettato nell’anno in cui è arrivato in libreria il suo formidabile Capolinea Malaussène (Feltrinelli).”
Nato a Casablanca il 1 dicembre 1944 – quasi un segno del destino pensando al Rick di Humphrey Bogart –, di origini corse e provenzali, cresciuto in Africa e poi a Nizza dove si è laureato in lettere, Pennac è stato prima di tutto insegnante e ai ragazzi ha dedicato, anche dopo l’affermazione come scrittore, molta parte della sua produzione compreso una celebre avventura a fumetto, Lucky Luke contro Pinkerton, firmata a quattro mani con un maestro del noir mediterraneo come Tonino Benacquista nel 2010. E proprio per il suo impegno per la pedagogia nel 2013 è stato insignito della laurea ad honorem all’Università di Bologna.
Dopo aver esplorato la fantascienza (due opere), la narrativa per ragazzi e la saggistica, nasce per caso la saga di Malaussène, che si snoderà attraverso nove romanzi. È successo in Brasile, dove per caso Pennac scopre il romanzo di genere mystery o hard-boiled e a questo si appassiona al punto che, usandolo da grimaldello per fantasia e creatività, per oralità e moralità, diventerà un grande scrittore. La prima volta nel 1985, a quattro mani con uno pseudonimo: Binario morto, una sorta di spy-story pubblicata in collaborazione con gli amici Jean Bernard J. B. Pouy e Patric Raynal, arrivato in Italia nel 1997, magistralmente tradotto da Luigi Bernardi. Pouy e Raynal provocano Daniel sostenendo che non è in grado di scrivere da solo un vero e proprio giallo. Pennac raccoglie la sfida, scommette e così nascono, per la Série Noire di Gallimard, Benjamin Malaussène, investigatore involontario, e la sua stramba famiglia, protagonisti delle storie scritte tra il 1985 e il 2023. Nel mezzo una sua grande passione, il teatro, che Pennac frequenta sia come drammaturgo che come interprete dei propri monologhi o di testi classici come Bartleby Lo scrivano, una storia di Wall Street di Herman Melville, portato in scena anche in Italia nel 2012. Ma a teatro porterà anche un omaggio a Fellini, nel centenario della nascita, con una lettura di La legge del sognatore al Piccolo Teatro di Milano il 20 gennaio 2020.
Celebre e amatissimo dal pubblico per la scrittura umorale e versatile, attraversata dal gusto del paradosso e dell’iperbole, virtuoso di una lingua personalissima e colorita capace di trascorrere dal vernacolo allo stile prettamente letterario, Pennac crea un universo di persone semplici, di maschere del suo tempo radunate negli anni intorno all’“omino” Malaussène, in cui l’autore riversa la sua visione del mondo.
Il teatro dell’opera di Pennac è il quartiere parigino di Belleville, altro grande protagonista fin dal primo romanzo: un luogo povero, sporco e sgarrupato, ma vivace e accogliente, brulicante di vita e di umanità, tra arabi, africani, muezzin che salmodiano dalla finestrella di un bagno e cous cous servito a tutte le ore accompagnato dall’immancabile pastis.Un ritratto splendido di un universo il cui successo editoriale viene attribuito da “Le Monde” al sentimento di prossimità che il lettore prova con i Malaussène.
Nel palmarès del Raymond Chandler Award, il più prestigioso riconoscimento del Noir in Festival, Daniel Pennac succede all’americano Harlan Coben; ma negli anni il celebre Doblone Brasher, descritto da Chandler in High Windowe che del premio è diventato il simbolo di una eccellenza letteraria dentro e oltre il genere mystery, è andato a maestri come Graham Greene (primo vincitore nel 1988 in accordo con il Raymond Chandler Estate), Leonardo Sciascia, Manuel Vázquez Montalbán, Osvaldo Soriano, Ed McBain, John le Carré, John Grisham, Scott Turow, Elmore Leonard, John Banville, Jø Nesbo, Roberto Saviano. Il nome di Pennac corona questa magnifica sequenza di straordinari narratori del nostro tempo nella 33ma edizione del Noir in Festival, che si svolge quest’anno a Milano dal 1 al 7 dicembre.
Il Noir in Festival è diretto da: Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova (Delegato IULM). Una realizzazione: Studio Coop. Promosso da: MiC – DGCA. In collaborazione e con il sostegno di: IULM. Associato: AFIC, FIAPF.
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