Storie vere, leggende urbane e fatti di cronaca che porteranno un po’ di brivido al vostro sabato sera.
Oggi ci troviamo negli Stati Uniti, patria dei serial killer più famosi. Questa volta, però, parliamo di un uomo non molto conosciuto al grande pubblico. Infatti, la nostra storia inizia come leggenda, ma purtroppo con il passare del tempo si ė rivelata vera. Il protagonista si chiama Peter Scully ed ė il responsabile di uno dei video più terrificanti e disturbanti del Deep Web, ovvero Daisy’s Destruction.
Prima di parlare di raccontare questo fatto, facciamo un passo indietro e guardiamo alle origini di questo terribile uomo.
Le origini di Peter Scully
Peter Scully nasce il 13 gennaio 1963 in Australia. Vive in un quartiere di Melbourne insieme alla moglie e ai suoi due bambini. Nel 2011, però scappa nelle Filippine prima di poter essere accusato di una truffa immobiliare che è costata oltre 2 milioni e mezzo di dollari agli investitori. Infatti, Già nel 2009 l’FBI aveva indagato su Peter perché sospettato di 117 frodi in quel campo. Inoltre, l’uomo aveva avviato, senza licenza, un sito di escort, in cui offriva anche le prestazioni della fidanzata.
Da Mindanao, poi, aveva costruito un traffico di pedopornografia, che offriva ai clienti paganti dei video in diretta che immortalavano abusi e torture su minori. Tutto questo messo a disposizione sul Dark e Deep Web. Tra le vittime si ricorda un video di una bambina di 18 mesi, Daisy, ma ne parleremo meglio in seguito. Le vittime, in generale, venivano scelte tra le famiglie più povere, con la promessa di educarle. Ad aiutarlo c’erano le fidanzate Filippine Carme Ann Alvarez e Liezyl Marcello.
Nel 2016, il procuratore di Cagayan de Oro ha accusato Peter Scully di aver persuaso due ragazze a seguirlo a casa sua con la promessa di sfamarle. Poi, le avrebbe fatte ubriacare e costrette a compiere atti sessuali tra loro, mentre lui scattava foto e le riprendeva. Quando le due, però, hanno cercato di scappare, le avrebbe rinchiuse in cantina costringendole a svagarsi le proprie tombe. Dopo cinque giorni, Carme, presa dai sensi di colpa, le avrebbe liberate dopo averle viste con dei collari da cane.
Daisy’s Destruction
Eccoci arrivati, ora, alla sezione dedicata al video Daisy’s Destruction. Secondo le testimonianze le immagini sarebbero talmente cruenti che per lungo tempo si era pensato a una leggenda urbana o a qualcosa di falso. Invece, purtroppo, è tutto vero.
Il video, che è stato venduto sul Deep Web a 10 mila dollari, è stato girato nel 2012 e risulta diviso in più parti. Infatti, nel nastro dovrebbero fare la loro comparsa tre bambine: Liza (12 anni), Cindy (11 anni) e Daisy (18 mesi). Tutte torturate e stuprate in maniera disumana da Peter Scully e altre persone.
Nella clip, quindi, si vedrebbe la bambina su un letto, circondata da un gruppo di persone che parlano tra loro. Quando un uomo si avvicini per stuprarla, a infierire mortalmente ė la Margallo. Lei la colpisce svariate volte con la lama di un coltello, seviziandola e distruggendo il corpo. All’inizio di questa sequenza gli spettatori vengono invitati ad assistere alla rovina mentale di Daisy, mentre impara a soddisfare la sua padrona.
L’arresto e il processo di Peter Scully
Quando il video precedentemente citato è apparso sul web, le autorità internazionali hanno allestito una caccia all’uomo. Nel 2015, quindi, venne trovato e arrestato. Durante il processo Peter Scully ha dovuto far fronte a 75 accuse, insieme ad altri complici: Christian Rouche, Alexander Lao, Althea Chia e Haniel Caetano de Oliveira.
Nell’ottobre dello stesso anno, però, un incendio ha danneggiato una stanza contenente diverse prove incriminati. Alcuni, infatti, sostengono che il pedofilo abbia corrotto un agente filippino. Nel 2018, per fortuna, è stato dichiarato colpevole di traffico d’essere umani e di 5 casi di violenze sessuali. Nonostante sia stato condannato all’ergastolo, rimane comunque indagato per distribuzione di materiale pedopornografico, tortura e omicidio.