1- I “Piccoli Brividi” hanno rischiato di non vedere mai la luce dato che…R.L. Stine non voleva scriverli!
Lo scrittore ha infatti affermato di essere stato contattato dalla casa editrice Scholastic all’inizio degli anni ’90, la quale gli propose di prendere il timone di una collana di libri horror destinata ad un pubblico di bambini e ragazzi. Per Stine, che già scriveva i romanzi della collana “Fear Street” (destinati ad un pubblico adolescenziale), questo era un vero e proprio azzardo. L’autore, dopo diversi tentennamenti, decise infine di compiere questo “salto nel vuoto”. Il resto è storia.
2- Una scena del nono libro della collana, “Al mostro! Al mostro!”, venne censurata dalla Scholastic. La scena in questione vedeva il mostruoso bibliotecario della storia, Mr. Mortman, divorare un bambino. Stine si vide costretto a modificare la scena, sostituendo il bambino con delle tartarughe. In una recente intervista, l’autore ha affermato di considerare l’idea del rumore dei gusci di tartaruga che vengono triturati come più terrificante di quella di un bambino inghiottito in un sol boccone.
3- La collana originale comprende 87 libri. Ne era tuttavia pianificato un ottantottesimo di cui abbiamo titolo e copertina: si tratta di “The Incredible Shrinking Fifth Grader”, titolo che omaggia “The Incredible Shrinking Man” (film arrivato in Italia come “Radiazioni BX: Distruzione Uomo”).
4- Delle 87 copertine della collana originale, soltanto due non furono disegnate da Tim Jacobus. Si tratta delle copertine de “Il mistero dello scienziato pazzo” e “La sfera di cristallo”, realizzate dall’illustratore Jim Thiesen. Jacobus ha comunque realizzato una propria versione di tali copertine in occasione delle ristampe uscite negli Stati Uniti a metà degli anni 2000.
5- In diverse delle copertine sono presenti delle scarpe modello “All Star”. Ciò ha portato alla nascita di una leggenda metropolitana per cui Tim Jacobus sarebbe stato pagato dalla azienda Chuck Taylor per inserire pubblicità occulta all’interno delle proprie illustrazioni. Jacobus ha recentemente rivelato la verità: l’inserimento di quello specifico modello di calzatura era un modo per rendere omaggio ad un paio di “All Star” che egli utilizzava da giovane a mo’ di portafortuna. Tali scarpe erano talmente logore che la madre tentò più volte di sbarazzarsene, senza successo. L’artista ha quindi rivelato di aver compiuto tale scelta anche come una bonaria presa in giro nei confronti della donna.
6- In un’intervista rilasciata nel 2015, R.L. Stine ha rivelato di avere avuto l’occasione, un giorno, di scambiare due chiacchiere con Stephen King. L’autore del Maine avrebbe ironicamente accusato Stine di aver reso la vita difficile a tutti gli scrittori di genere horror a causa del gran numero di idee sviluppate all’interno delle sue (numerosissime) opere.
7- Stine non ha mai fatto mistero di avere avuto tre grandi fonti di ispirazione per la sua collana: i fumetti horror degli anni ’50/’60 (es. Tales from the Crypt), lo show “Ai confini della realtà” e il romanzo “Il popolo dell’autunno” di Ray Bradbury. A questo proposito, l’autore ha recentemente rivelato che la principale ispirazione per il perfido Slappy è Wally, il pupazzo da ventriloquo presente nell’episodio 33 della terza stagione di “Ai confini della realtà”.
8- La serie televisiva tratta dai Piccoli Brividi ha raggiunto, alla fine degli anni ’90, lo stesso livello di popolarità dei libri stessi. Forse non tutti sanno però che l’episodio “Il pupazzo parlante” sia in realtà l’adattamento de “Il pupazzo parlante n.2”. Non è mai stata fornita una spiegazione ufficiale per tale scelta. Si può tuttavia ipotizzare che essa venne dettata dal fatto che Slappy sia un personaggio piuttosto marginale nel primo libro della saga, dove il principale antagonista è “Mr. Gambadilegno”, un altro pupazzo da ventriloquo.
9- Durante il “boom” dei Piccoli Brividi furono prodotti moltissimi articoli di merchandise dedicati alla collana. Stine ha rivelato che il prodotto peggiore che gli capitò sotto gli occhi fu un calendario dell’avvento prodotto esclusivamente per il mercato britannico. L’autore decise, per puro gusto dell’orrido, di acquistarlo e ancora oggi lo conserva all’interno della propria abitazione. Purtroppo sulla rete non sono reperibili immagini di questo famigerato oggetto…
10- Il copertinista Tim Jacobus ha affermato di aver ricevuto un richiamo dalla casa editrice a causa della illustrazione di copertina de “La vendetta degli gnomi”. Nella bozza originale, uno dei due gnomi aveva un dito infilato nel naso e, a detta della Scholastic, ciò avrebbe veicolato un messaggio diseducativo.
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