Piccoli Brividi 2 – La recensione
Un grande fan di Piccoli Brividi come me si aspettava un film che rendesse omaggio all’inimitabile serie di R.L. Stine con i mostri, le situazioni, gli oggetti misteriosi e maledetti che abbiamo conosciuto e amato negli 87 volumi di “Goosebumps“. Ed in effetti il primo film del 2015, per quanto assai più “teen” del previsto e smaccatamente commerciale, aveva saputo ben rendere il giusto spirito dei libri configurandosi come un tributo simpatico ed efficace a questo universo horror made in 90s.
Il primo film aveva saputo ben rendere il giusto spirito dei libri configurandosi come un tributo simpatico ed efficace a questo universo horror made in 90s
Dopo il suo successo è stato quindi confermato di lì a poco il sequel, con grande interesse dei fan, smaniosi di vedere tutto ciò che non si era visto nel primo. Aspettative che cadono in frantumi alla sua uscita il 18 ottobre (per l’Italia). Tegola già da mettere in ponte era la brevissima parte, causa impegni su altri set, di Jack Black nel film nel ruolo del carismatico scrittore R.L.Stine. Vero e proprio protagonista è il pupazzo parlante Slappy, mattatore con i suo modi ironici, grotteschi e spaventosi dall’inizio alla fine. Si ritrovano persino alcuni richiami a delle scene dello Slappy dei libri e della vecchia serie tv. Non a caso una delle migliori scene del film è proprio quella in cui il pupazzo entra in scena. Slappy promossissimo. Ma solo lui. Sul resto stenderei abbastanza un velo pietoso. Forse lo sceneggiatore non ha mai sentito parlare di Piccoli Brividi, o forse la Sony non detiene completamente i diritti d’immagine del brand. Difficile dare altrimenti una spiegazione efficace dell’assenza di tutto ciò che i migliaia di fan della serie chiedevano e desideravano.
Preferisco non accennare troppo alla trama nel film, che può anche essere carina se non si conoscono le controparti letterarie e quindi non si ha la pretesa di vederli tirati in ballo. Ad ogni modo, il film merita la sufficienza perché nella sua semplicità ha tutte le caratteristiche per essere una storia godibile –comunque sopra la media– per un pubblico molto giovane.
Ed il sottotitolo “I FANTASMI DI HALLOWEEN” non lo prendiamo in considerazione? Può andare bene ma non è una scusa per oscurare con le tipiche zucche, addobbi e decorazioni Halloweenesche viste e riviste quello che sarebbe dovuto comunque essere il tema centrale del film.
Bello e sorprendente il tributo ad un grande classico del genere horror, che non posso anticiparvi.
Diversi passi indietro rispetto al precedente film, laddove ci si aspettava il salto di qualità. Grande delusione. Se il terzo deve essere a questi livelli…
Fermate i produttori.
VOTO: 6
PS Spolier:
Non venite a dirmi che quella è la maschera maledetta. NO.