A circa 25 anni dalla conclusione della serie originale prodotta per Fox Kids, Disney+ ha realizzato un reboot di “Piccoli Brividi”. Prendendo ispirazione dalla celebratissima e amata collana di libri di R.L. Stine, questa nuova serie va a recuperare alcune delle storie più famose per riproporle in maniera aggiornata e, sotto alcuni aspetti, inaspettata.
Le prime tre puntate sono arrivate oggi, 13 Ottobre 2023, su Disney+. In questo articolo prenderemo in esame anche le due puntate successive, in maniera assolutamente NO SPOILER.
TRAMA
Halloween 2023.
Cinque amici che frequentano il liceo di Port Lawrence, minuscola cittadina statunitense, partecipano a una festa abusiva all’interno della spettrale Biddle House. Durante la serata essi vengono a contatto con alcuni misteriosi oggetti (che i fan di vecchia data riconosceranno con piacere) i quali daranno il via a una spirale di eventi sinistri e inspiegabili. Tutto sembra in qualche modo essere legato alla morte del giovane Harold Biddle nel 1993, avvenimento di cui i genitori dei ragazzi sembrano conoscere molto più di quanto vogliano ammettere…
CHI BEN COMINCIA…
Queste prime cinque puntate di Piccoli Brividi sono considerabili come un (parziale) successo.
La scelta di accompagnare una narrazione orizzontale con puntate semi verticali, dedicate a singoli temi, è indubbiamente uno degli aspetti più interessanti e degni di plauso. I fan, infatti, potranno apprezzare i singoli episodi come rielaborazioni di alcune delle loro storie preferite, mentre chi si approccia al mondo di Stine per la prima volta potrà comunque godere di un ottimo lavoro di approfondimento dei personaggi principali. Perché sì, oltre a raccontare storie semi autoconclusive, le prime quattro puntate adempiono (piuttosto bene) alla funzione di farci conoscere meglio i singoli membri del gruppo di giovani protagonisti. Ognuno di essi ha infatti avuto un’esperienza diversa all’interno della Biddle House, da cui poi deriverà una specifica minaccia da affrontare.
Un elemento parzialmente straniante per i fan di lunga data sarà invece il tono della vicenda.
Tanto i libri quanto la serie avevano infatti il loro target i middle schoolers, mentre questa serie ha un target squisitamente teen, prendendo a piene mani dal terreno del teen drama. Indubbiamente il lavoro di rielaborazione è stato di livello, mostrando anche un certo rispetto verso il materiale di origine, ma chi si aspetterà di ritrovare esattamente le atmosfere dei romanzi e degli episodi “originali” potrebbe rimanere deluso. A controbilanciare, tuttavia, è il recupero di una morale di fondo all’interno delle singole vicende, in piena linea con lo stile di R.L. Stine, autore della collana di libri. I protagonisti si trovano infatti ad avere a che fare con situazioni che ne mettono alla prova i dubbi e le debolezze e che, in conclusione, permetteranno loro di arricchirsi.
Molto interessante è poi l’enigma su cui si regge cui la macrotrama della serie. Allontanandosi dall’approccio metanarrativo del film del 2015, la serie riunisce elementi iconici dalle storie di Piccoli Brividi per creare un mistero, quello della morte di Harold Biddle, che creerà non poca curiosità nello spettatore.
Elemento che potrebbe deludere i fan è la resa estetica, nel secondo episodio, della maschera maledetta. Per quanto lo svolgimento, specialmente nelle ultime battute, sia coinvolgente e apprezzabile, l’aspetto della maschera è ben lontano dai fasti della copertina del libro o della celeberrima puntata da esso tratta. Anche la CGI, per quanto utilizzata poco, non è di altissimo livello (ndr: avendo visionato le puntate in anteprima, non si esclude che la versione che arriverà su Disney+ avrà una CGI perfezionata).
Punto a favore della serie è invece la presenza, nel cast, di Justin Long. L’attore, per nulla estraneo al mondo dell’horror (Jeepers Creepers, Tusk, Barbarian), ha regalato un’interpretazione smaccatamente esagerata ma che riesce, contemporaneamente, nel compito davvero arduo di sfociare nell’inquietante. Anche i giovani attori protagonisti sono da promuovere, in particolare Miles McKenna, protagonista dell’episodio tratto da “La pendola del destino”.
Per concludere, è poi un vero peccato che l’impegno per la realizzazione delle puntate in sé non si sia riflettuto anche su un una sigla che potesse competere (o provare a competere) con l’iconicità di quella della serie degli anni ’90. La opening della nuova Piccoli Brividi è infatti poco più di uno stacco musicale di pochi secondi, del tutto privo di qualsiasi elemento che possa renderlo memorabile.