Torna ad essere raccontata la favola del burattino più famoso del mondo: Pinocchio. Ma questa volta, dietro all’ennesima variazione sul tema del burattino di legno creato da Collodi, troviamo il messicano Guillermo del Toro, con una nuova versione uscita su Netflix il 9 dicembre…
LA TRAMA
L’anziano Geppetto è un falegname che ha perduto il figlio in un bombardamento aereo. Una sera, ubriaco e disperato, crea un burattino sperando di avere ancora qualcuno da abbracciare. Mentre il vecchio crolla al suolo per l’alcol e la stanchezza un benevolo spirito della natura infonde la vita nel burattino che dal mattino seguente inizierà (nel bene e nel male) a riportare la vita nell’esistenza dell’anziano genitore.
ANCORA PINOCCHIO?
Era lecito chiedersi a cosa servisse un’ennesima rivisitazione della storia del burattino italiano Pinocchio, dopo le recenti tiepide versioni uscite negli ultimi anni e con ancora il ricordo bruciante della terribile e infantile versione portata vent’anni fa sullo schermo da Roberto Benigni.
Per fortuna però le titubanze lasciano quasi subito spazio alla curiosità quando si inizia a capire qual’è l’idea di fondo di Del Toro e dove lui ci vuole portare.
I personaggi sono circa gli stessi, alcuni variati o accorpati per necessità narrative, ma la vera svolta di questa nuova versione di Pinocchio è l’ambientazione nell’Italia fascista.
Lo stesso incipit che ci racconta la perdita subita da Geppetto è fondamentale per capire quanto la guerra e la violenza dell’uomo nei bui anni del secondo conflitto mondiale saranno il cardine di questa nuova favola.
USARE LA STORIA PER UN DISCORSO SENZA TEMPO
Alla luce dell’ambientazione fascista con i personaggi che la caratterizzano (dal podestà del villaggio alla comparsa del duce in persona) il comportamento gioviale e goliardico di Pinocchio lo fa apparire un personaggio più moderno e libero, quasi un rivoluzionario che non accetta la piega che sta prendendo il mondo.
E così come Pinocchio, anche altri personaggi intorno a lui (da Lucignolo, il figlio del podestà a Spazzatura l’ex aiutante della volpe/burattinaio) iniziano a vedere le cose in maniera diversa grazie alla spensieratezza e alla bontà d’animo infusa in loro da un burattino che vede solo il bello della vita.
DA VEDERE PERCHE’
Proprio i dubbi che ci avrebbero fatto desistere dalla visione di un’ennesima versione del burattino di Collodi devono diventare le motivazioni per non lasciarci sfuggire questo Pinocchio.
Tecnicamente parlando ci troviamo di fronte ad uno stop-motion raffinatissimo per il quale è scesa in campo anche la Jim Henson Productions, la casa dei Muppets. Un’opera di animazione con parti cantate funzionali e mai invasive che riesce a mantenere il divertimento e l’ironia a cardine dalla narrazione.
Pinocchio di Guillermo del Toro è una favola commovente, divertente e moderna, scritta con intelligenza e cuore. La stessa trasformazione in bambino del piccolo pezzo di legno sarà (contrariamente ad altre versioni) un sacrificio a supporto dell’amore per la vita.
La vita è un bene così prezioso perché è di breve durata. Sublime.