Uscito in Italia senza passare dalle sale cinematografiche, “Piscina infinita”, film di Brandon Cronenberg, è un’opera distopica e disturbante che riflette sulle perversioni del mondo capitalista.
I Cronenberg e la distopia
La famiglia Cronenberg sembra trovarsi particolarmente a suo agio nell’affrontare il tema della distopia: se nel 2022, infatti, David Cronenberg aveva raccontato una futura società distopica in Crimes of the Future (QUI la recensione), nel 2023 è Brandon Cronenberg (figlio di David) a narrare un luogo distopico, un luogo in cui una degenerazione della logica capitalista ha finito per soppiantare la Legge. Il regista (anche sceneggiatore) crea personaggi complessi, apparentemente insospettabili ma, in realtà, profondamente disumani, perfettamente interpretati da un ottimo cast, tra cui spicca il nome di Mia Goth, che negli ultimi due anni ha attirato l’attenzione degli amanti del cinema horror grazie a X – A Sexy Horror Story (QUI un’analisi) e il suo prequel, Pearl (QUI la recensione).
L’articolo potrebbe contenere SPOILER su Piscina Infinita (Infinity Pool)
I protagonisti
Ma di cosa parla Piscina Infinita (Infinity Pool)? Tutto ruota attorno al denaro. James (Alexander Skarsgard) ed Em (Cleopatra Coleman) decidono di trascorrere una vacanza in un resort di lusso sull’isola di Li Tolqa. Le dinamiche tra i due personaggi sono subito chiare: tra loro non sembra esserci né grande chimica, né grande comunicazione (anzi, la loro comunicazione si baserà paradossalmente fino alla fine su una incapacità reciproca di comprendersi e su dialoghi brevi e banali). James è uno scrittore di poco successo e può portare avanti la sua passione senza lavorare solo perché Em è ricca. Il loro rapporto è costruito sul denaro più che sull’amore.
Durante il soggiorno, i due fanno la conoscenza di Gabi (Mia Goth) e Alban (Jalil Lespert), un’altra coppia. Il personaggio di Gabi è costruito fin da subito magistralmente, con grande ambiguità: la donna si presenta a James come una fan innamorata dei suoi libri ma, sotto i suoi modi disinvolti e sempre cortesi, lo spettatore nota fin da subito una certa malizia, un’aura oscura. Inoltre, Gabi fa il lavoro più capitalista/consumista del mondo: recita nel mondo della pubblicità inscenando “fallimenti naturali”, ovvero interpretando il ruolo del personaggio che non riesce più a vivere senza un determinato prodotto.
Il crimine e la clonazione
Gabi e Alban decidono di proporre ad Em e James una giornata in spiaggia, nonostante il divieto di uscire dal resort. Al ritorno, James, guidando ubriaco, investe un uomo del posto, uccidendolo. Gabi suggerisce di lasciare lì il cadavere e tornare al resort, perché denunciare l’accaduto alla polizia equivarrebbe alla morte (le prigioni del luogo non sono sicure, anzi).
Tuttavia, poco dopo, James viene scoperto e interrogato dalla polizia: la legge di Li Tolqa prevede che l’omicidio sia punito con l’uccisione dell’assassino da parte del primogenito della vittima. Ma il poliziotto dice a James che il suo omicidio è improbabile grazie ad Nuovo Protocollo per i visitatori internazionali che prevede la creazione di un clone dell’assassino (in questo caso di James) e un’esecuzione pubblica di tale clone. Il tutto deve essere accompagnato dal pagamento di una considerevole somma di denaro e, inoltre, il clone dovrà ricevere i ricordi del vero James, affinché possa sentirsi colpevole prima dell’esecuzione.
La caduta nel godimento
James accetta, assiste all’esecuzione del proprio clone e torna con Em al resort. La donna decide subito di fare le valigie e tornare a casa ma James, avendo smarrito il passaporto, rimane lì. Gabi porta James alla festa dei “condannati a morte”, tutti coloro che si sono salvati grazie al clone, e qui, tutti insieme, decidono di andare in una casa a punire, e presumibilmente uccidere, colui che aveva fatto condannare a morte Alban.
James entra in una spirale perversa di godimento, sesso, droghe e violenza. Li Tolqa è per loro un mondo senza regole, un mondo in cui, grazie al denaro, qualsiasi mossa è concessa senza nessuna conseguenza.
Gabi, soggetto perverso
È necessario raccontare piuttosto dettagliatamente la trama di Infinity Pool per poter analizzare bene i contenuti del film. Il mondo distopico di Li Tolqa, lo abbiamo detto, incarna perfettamente la degenerazione della logica capitalista: è un mondo in cui il denaro può comprare tutto, in cui la Legge stessa finisce per soccombere di fronte a un lauto pagamento. È, indubbiamente, un mondo senza giustizia, senza regole, senza Legge, appunto.
Un mondo che trova la sua perfetta incarnazione nel personaggio interpretato da Mia Goth. Ella si configura come il perfetto soggetto perverso lacaniano, colei che insegna a James che niente conta, solo la Legge del godimento assoluto e senza regole. Gabi seduce l’uomo solo per trascinarlo nel suo mondo malato. Secondo Lacan, l’obiettivo del soggetto perverso è quello di liberarsi da tutto ciò che lo rende umano, cioè insufficiente, vulnerabile, mancante. Nella perversione, infatti, il soggetto diventa padrone assoluto del godimento a favore di un accesso senza mediazioni al godimento dell’Uno senza l’Altro, a un godimento assoluto, non intaccato dalla castrazione (incarnata dalla Legge).
L’uomo come “merce”
I ricchi, sull’isola di Li Tolqa, possono compiere qualsiasi azione senza praticamente nessuna conseguenza. Ma, per James, le conseguenze ci saranno. In una società in cui tutto è equiparabile alla merce (in quanto tutto è acquistabile) anche la vita umana stessa, infatti, è destinata a diventare merce. Quando James si accorge che il desiderio (o meglio, la pulsione) di Gabi è fondamentalmente inappagabile, egli decide di lasciare l’isola per tornare da Em. A quel punto, Gabi rivela all’uomo che, tutto ciò che è successo dopo l’incidente, è stato orchestrato da lei – e dagli altri “ricchi” – solo per divertimento. James non è stato altro che un oggetto di godimento che lei ha sfruttato per divertirsi.
In un mondo in cui il denaro vale molto più della vita umana, ogni vita finisce per perdere valore. Le persone possono essere vendute, comprate, sacrificate: tutto è merce. La perversione non si basa, infatti, solo sulla trasgressione della Legge, ma su una rifondazione di essa. Proprio come de Sade, il perverso vuole imporre una nuova Legge, una Legge assoluta che sappia imporre il godimento come unica forma possibile di realizzazione piena dell’uomo.
A livello tecnico, Cronenberg crea sequenze in cui la deformazione è protagonista: luci stroboscopiche, immagini deformate, immagini che si accavallano, che “lampeggiano”, aiutano a rappresentare lo stato d’animo del protagonista, la società perversa di cui è entrato a far parte e il suo tormento interiore continuo.
Da padrone a schiavo, da soggetto a oggetto
In una delle ultime sequenze, Gabi e gli altri fanno combattere James contro il suo clone. James è costretto ad ucciderlo. È un immagine particolarmente significativa: l’uomo non ha fatto altro che “uccidere” figuratamente se stesso per assecondare ogni vizio, ogni godimento. Si è annichilito, annullato di fronte alla possibilità di esistere come padrone in una società perversa, e adesso che si trova ad essere schiavo è costretto a uccidere fisicamente se stesso, il suo doppio, per il godimento altrui.
È come se ogni clonazione avesse portato via un pezzo di lui (il dubbio riecheggia per tutto il film: chi è stato davvero giustiziato: James o il suo clone?) fino a prosciugare tutto ciò che lo rende umano (lo vediamo, privo di identità e dignità, con lo sguardo vuoto, succhiare i seni di Gabi, come un bambino allattato). Il soggetto perverso trasferisce sull’Altro la mancanza gettando l’Altro nell’angoscia e nella divisione. È esattamente in questo modo che Gabi distrugge James.
Il finale è emblematico. Tutti tornano a casa, nel proprio Paese, come se niente fosse. I ricchi “perversi”, nel viaggio in pullman, siedono vicino a James e appaiono come persone normalissime con una vita regole. La normalità torna ad esistere con la Legge simbolica, a cui la pulsione deve necessariamente sottomettersi. Ma James è l’unico che resta a Li Tolqa. Lo vediamo in spiaggia, sotto una pioggia violenta, da solo, mentre con lo sguardo vuoto e fisso sembra contemplare l’infinito che gli si staglia davanti. Forse, davvero, ad essere sopravvissuto non è il vero James, ma uno dei suoi tanti cloni. Finalmente, nella società della merce, anche l’uomo è diventato merce. Ha perso la sua umanità per divenire oggetto.
Capitalismo e perversione
Il soggetto della società consumistica e capitalista è un soggetto perverso: un soggetto il cui godimento non può mai trovare soddisfazione, ma che ha bisogno sempre di “qualcosa in più”, “ancora denaro” o “un altro oggetto da acquistare”.
Lacan, inoltre, mette in luce anche la feticizzazione del lavoratore nella società capitalista, trasformato da soggetto del desiderio a oggetto di godimento per il Capitale.
Il capitalismo e la perversione si intrecciano così mostrando una stretta correlazione, nella misura in cui la società capitalista (specialmente se portata ai suoi estremi) è una società perversa. In Piscina infinita, Brandon Cronenberg riesce a rappresentare perfettamente questo binomio, mettendo lo spettatore in guardia da una società futura in cui il denaro può annichilire la Legge.
Il film è disponibile su Mediaset Infinity, oppure a noleggio su Amazon Prime Video e Apple TV.
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