Si tratta di un horror gotico ungherese diretto da Péter Bergendy, abbiamo avuto modo di vederlo online in occasione del Trieste Science+Fiction Festival 2020, giunto alla ventesima edizione.
Trama: Una storia di fantasmi ambientata in un villaggio ungherese. Tomás è un giovane fotografo specializzato negli scatti alle persone decedute. Cominciano ad accadere strani avvenimenti, mentre inquietanti figure iniziano a comparire nelle sue foto…
Fra i film che ho avuto modo di vedere sul sito del festival, Post Mortem non è fra quelli che mi hanno convinto, ma è comunque un film che potrebbe piacere ad alcuni fan del genere. Per farvi un’idea vi consiglio innanzitutto di guardare il trailer.
Post Mortem è una locuzione latina il cui significato letterale è dopo la morte. Le fotografie post mortem sono una pratica fotografica sviluppatasi nell’epoca vittoriana e caduta in disuso attorno agli anni quaranta del Novecento.
Post Mortem è ambientato nel 1918, in un villaggio ungherese devastato dalla Prima Guerra mondiale e dall’influenza spagnola, ed è proprio la scenografia la parte più riuscita del film, perchè riesce a ricreare molto bene il periodo storico. Ho trovato interessante l’incipit di questo giovane fotografo post-mortem, ma ho trovato meno efficace la direzione degli attori.
Invece di una casa infestata da fantasmi il protagonista si ritrova in un intero villaggio infestato. Tomás incontra una piccola orfana, Anna, entrambi hanno avuto un’esperienza di pre-morte e finiscono per diventare alleati contro queste forze soprannaturali. Questa coppia di protagonisti mi ha ricordato un po’ il film Logan (2017), ma anche Stranger Things, perchè vediamo un’orfana in cerca di una figura paterna, al fianco di un uomo che cerca di proteggerla.
Post Mortem cerca di combinare l’horror più moderno con quello più gotico e tradizionale, affondando le sue radici nelle storie folcloristiche locali. I toni da fiaba gotica sono piuttosto azzeccati, come è anche discreta la parte tecnica e le atmosfere. Dove invece il film mostra le sue debolezze è la sceneggiatura e alcune soluzioni che sono fin troppo esagerate.
Tutto sembra fin troppo grottesco
Spesso non è chiaro se sia volontario oppure no. A mio parere il regista esagera con effetti speciali e sonori, soprattutto quando ricorre a questi corpi che fluttuano con i soliti movimenti velocizzati. Penso che non sia assolutamente facile realizzare un horror grottesco che non si prende sul serio, e in questo sono stati dei maestri registi come Sam Raimi e Peter Jackson. Post mortem eccede nel suo voler impressionare a tutti i costi, fino a perdere la credibilità in più di una scena. Avrebbe giovato invece uno svolgimento più ambiguo puntando più sulla ricerca che fa questa curiosa coppia di protagonisti.
Penso che l’horror moderno abbia bisogno di film in grado di rimescolare un po’ le solite regole e cliché a cui siamo abituati, piuttosto che continuare ad utilizzare sempre le stesse soluzioni. Nonostante questo, Post Mortem ha comunque un lato tecnico interessante che non lo rende proprio un prodotto da scartare.
Non sarei sorpreso nel vedere Netflix o un’altra piattaforma acquistare questo film per accontentare i fan dell’horror soprannaturale. Senza troppe aspettative, è una visione che potrebbe essere comunque godibile.
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