Era il 12 novembre 1989 quando sul mercato home-video statunitense usciva un nuovo film a tema burattini prodotto dalla Full Moon, casa che raccoglie l’eredità di quella Empire Video che aveva già sfornato tanti cult del genere negli anni 80, come Re-Animator (1985) Ghoulies (1985), Troll (1986), TerrorVision (1986), solo per citarne alcuni. Questo nuovo film era originariamente destinato ad essere distribuito nelle sale nell’estate del 1989 e in home video nel settembre 1989, ma poi spostato al 12 ottobre 1989 come uscita direct-to-video, appunto, poiché il produttore Charles Band, come dichiarato in un’intervista, era certo che il film avrebbe sicuramente ottenuto maggiori incassi nel campo DTV rispetto al circuito cinematografico. Ed è così che, esattamente 35 anni fa, vedeva la luca Puppet Master! Un nuovo horror su burattini e pupazzi dunque, sfruttando la scia dei freschi successi ottenuti dalle bambole di Dolls (1987) e La Bambola assassina (1988). Ma quello che sembrava poco più di una variante sul temi, nonché un progetto dall’approccio in parte sperimentale, diventerà da subito uno dei film più iconici della casa produttrice nonchè rappresentativi del CEO stesso, Charles Band, che si contende la direzione creativa della pellicola col regista David Schmoeller (Horror Puppet, Catacombs – La prigione del diavolo). E tra loro non mancheranno mai le polemiche e i battibecchi sulla vera paternità, sia intellettuale che pratica, della saga del burattinaio. Ne deriverà infatti ben più di un film, più di una saga cinematografica, ma una legacy che ad oggi (n.d.r. ottobre 2024) conta 15 film, tra sequel, prequel e crossover, una linea di merchandising ufficiale continuamente rinnovata e persino incursioni su carta stampata..

Per festeggiare i 35 anni di Puppet Master, abbiamo raccolto 10 curiosità che anche tu, appassionato che leggi, forse non conoscevi..

1) L’aspetto del burattino Blade è basato su uno degli attori preferiti di David Schmoeller, Klaus Kinski, con cui il regista aveva lavorato, e con cui si era scontrato, in Striscia ragazza striscia (1986), prodotto anch’esso da Charles Band. Schmoeller ha rivelato -forse nemmeno troppo ironicamente- che per lui lavorare con un pupazzo basato su Kinski è stato molto meno problematico che lavorare con Kinski stesso..

2) Per ogni movimento di Blade c’era bisogno di un team di ben cinque burattinai.

3) Uno dei primi pupazzi che Charles Band ha realizzato a livello di design era un Ninja a sei braccia con le pistole. Questo pupazzo non è stato inserito nel film, ma è stato l’ispirazione per il pupazzo Six-Shooter che fa il suo debutto in Puppet Master 3 – Giochi infernali (1991) .

4) La marionetta asiatica che all’inizio del film guarda fuori dalla finestra di André Toulon è in realtà una vera marionetta dell’opera birmana chiamata Zawgyi, l’alchimista mago.

5) I pugni di Pinhead sono in realtà i pugni della stuntwoman nana Cindy Sorenson, che ha dovuto indossare gli stessi guanti senza dita e la stessa manica del maglione per far sembrare che fosse il pugno di Pinhead. Cindy ha detto che la parte più difficile di quelle scene è stata quella di tenere la testa abbassata per tutto il tempo mentre teneva il pupazzo di Pinhead sulle spalle e allo stesso tempo sferrare pugni.

6) Nel 2010 Charles Band aveva intenzione di lavorare ad un remake del primo capitolo della saga. Dopo aver ricevuto un po’ di critiche per questo progetto, Band ha optato per un’idea diversa, poi sfociata nel nuovo capitolo Puppet Master: Axis of Evil.

7) La spiegazione di Charles Band su come gli è venuto in mente il titolo Puppet Master risale ai suoi primi giorni di lavoro con la Empire Pictures. Ha lavorato a un film intitolato The Dungeonmaster (aka Ragewar, in Italia uscito come Il Demone delle galassie infernale, 1984), e ha notato che aveva molti fan che si erano avvicinati a lui dicendogli di amare quel titolo. È sempre stato affascinato dalle bambole che prendono vita e quando ha voluto finalmente farne il soggetto di un film si è ricordato dei feedback positivi ricevuti da The Dungeonmaster. E ha quindi ha deciso, semplicemente, di chiamare il film Puppet Master.

8) Gran parte della colonna sonora di questo film consiste in arrangiamenti al sintetizzatore della musica di Pino Donaggio per Horror Puppet (Tourist Trap), un film con temi simili in cui il regista David Schmoeller e il produttore Charles Band avevano già lavorato insieme in precedenza. In particolare, all’inizio del film, quando Blade spaventa la donna nell’hotel, viene utilizzato nella musica di sottofondo un lietmotiv già sentito nella colonna sonora di Horror Puppet (Tourist Trap), intitolato “Davey’s Waltz“.

9) L’hotel Bodega Bay era in realtà in miniatura, costruita all’incirca delle dimensioni di un frigorifero. Quando la crew ha trovato una location perfetta, hanno appeso il modellino in aria e, utilizzando combinazioni di prospettiva, hanno realizzato delle inquadrature che hanno fatto sembrare l’hotel effettivamente lì.

10) La bocca della Leech Woman è fatta di schiuma di lattice, il che la fa apparire più flessibile ogni volta che “sputa” una sanguisuga. Solo tre quarti del meccanismo della sanguisuga esce dal pupazzo, poi, con un semplice taglio dell’inquadratura, viene ricreata l’illusione che un’intera sanguisuga sia uscita dalla bocca del burattino..

EXTRA) Non è mai stato confermato ufficialmente, ma sembra che il volto di Jester sia stato modellato su quello del burattinaio David Allen. Voi che ne dite?

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