Dal 25 maggio arriva nelle sale italiane Renfield, l’attesa e tanto chiacchierata horror comedy che vede protagonisti Dracula (interpretato dal mitico Nicolas Cage) e il suo fedele servo R.M. Renfield (Nicholas Hoult). Il film è diretto da Chris McKay (La guerra di domani), prodotto da Robert Kirkman (fumettista di The Walking Dead) e distribuito da Universal.
La recensione contiene SPOILER, quindi se non avete ancora visto il film vi consiglierei di non andare oltre.
Perché non è il solito adattamento di Dracula?
La vicenda della pellicola è incentrata principalmente sul rapporto servo/padrone tra un Dracula ormai in decadenza e quasi consumato dal tempo, e Renfield stanco di sottostare alle regole del Conte e di vivere vincolato al suo stile di vita. Ambizioso e desideroso di cominciare una nuova vita, dovrà capire come liberarsi dalla propria condizione e porre fine alla sua codipendenza.
Premetto che sono rimasta piacevolmente sorpresa da un titolo che era già oggetto di meme e discussioni sui social, dopo le prime immagini di Nicolas Cage nei panni di Dracula. L’idea di rappresentare in chiave moderna e comica uno dei classici della letteratura gotica, funziona piuttosto bene. La novità sta nell’aver narrato il tutto dal punto di vista di un personaggio che ha sempre avuto poco spazio nelle trasposizioni cinematografiche. Oltretutto, vediamo realizzarsi quella che era solo una convinzione per Renfield: se prima mangiare insetti non gli dava alcun potere, in questo caso accade il contrario. Anche dal punto di vista psicologico ci troviamo di fronte a un Renfield presente, astuto e intraprendente, che contrasta assolutamente con il personaggio di Stoker.
Una delle cose che mi ha colpito maggiormente è stata la citazione, in apertura, a Dracula di Tod Browning (1931), perché ha funto da incipit perfetto per poter raccontare tutta la vicenda a seguire.
Di una cosa sono sicura comunque; questo film intrattiene e diverte da inizio a fine, alternando sequenze di commedia, azione (con combattimenti alla Jackie Chan) e violenza gore (arti strappati usati come armi) nella giusta misura. Fatta eccezione per un paio di momenti “vuoti”, il film propone un finale tutt’altro che banale, un happy-ending (Dracula viene annientato da Renfield e la poliziotta Rebecca) che non si priva di quella comicità demenziale che lo caratterizza per tutta la sua durata.
Un cast brillante e assolutamente azzeccato
Aver visto il film in lingua originale ha dato quel tocco di classe in più. Nicolas Cage, a parer mio, si è preparato egregiamente per il ruolo, seguendo fedelmente ogni tratto caratteristico del personaggio. Ispiratosi al Dracula di Christopher Lee di Dracula il Vampiro (1958) e a quello di Gary Oldman in Dracula di Bram Stoker (diretto tra l’altro da F.F. Coppola, zio di Cage), ha regalato un’interpretazione singolare e memorabile.
Posso dire lo stesso di Nicholas Hoult, che è riuscito a fare innamorare il pubblico con un Renfield incentrato prevalentemente sull’introspezione e l’emotività.
Renfield rappresenta un’alternativa interpretazione in chiave moderna del romanzo di Stoker, in grado di divertire e stupire lo spettatore fino alla fine. Una horror comedy ben architettata, seppur con alcune sequenze piatte, con una sceneggiatura che lascia il segno, fotografia e costumi di impatto.
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