Da domani 28 novembre torna al cinema Dario Germani che, dopo l’incursione nello slasher con The slaughter La mattanza e il sentito omaggio ai cannbali di D’Amato con Antropofaghus 2, ci propone un teso thriller dal respiro internazionale. Lo abbiamo visto in anteprima.

LA TRAMA

Richard e Grant sono due rapinatori in fuga che incontrano Martin, medico che abita fuori città e che si offre di dar loro un passaggio. Giunti alla dimora del dottore i due capiranno presto di essere finiti in un incubo peggiore.

UN INIZIO SPIAZZANTE

Revival inizia con una fuga quasi tarantiniana, con due rapinatori maldestri che si rifugiano in un ristorante prima di progettare una complicata fuga. Le atmosfere da thriller criminale molto presto però cedono il passo ad una sensazione di trappola imminente, in seguito all’incontro (lungo la via di una possibile libertà) che i due fanno con un personaggio che ribalta le loro prospettive…

RIENTRO NEL GENERE

Dall’arrivo della coppia di criminali nella casa del dottore, Revival cambia binario e percorre la strada dell’horror clinico, svelando quale sia il vero fulcro della narrazione e quali le reali motivazioni che portano gli ignari protagonisti in una discesa all’inferno.

UN REGISTA IN CRESCITA

Revival è un thriller abbastanza compatto che testimonia la costante crescita di Dario Germani. Se nei precedenti lavori il regista si era lasciato più trasportare dalla sanguinolenta (e a suo modo divertita) rappresentazione della violenza, in questo nuovo film concede più spazio alla definizione dei personaggi e dirige in maniera ottimale un solido cast internazionale. Tutto il comparto tecnico è di livello, con sequenze ben girate e fotografate con grande abilità, commentate dalle tese ed efficaci musiche di un Sergio Cammariere che non ti aspetti.

A lasciare più perplessi, nella parte centrale del film, è un eccessivo indugiare nelle motivazioni che spingono il personaggio perno della vicenda, con una inevitabile stasi della narrazione e un conseguente calo del pathos.

CONSIDERAZIONI POST VISIONE

Revival è una pellicola che non mancherà di intrigare gli appassionati di “horror dello scienziato pazzo”, dove torture e ossessioni tengono in pugno i personaggi in un’atmosfera claustrofobica.

L’augurio migliore che ci sentiamo però di fare al bravo Dario Germani è quello di liberarsi sempre di più dai canoni di un certo cinema della tortura che ha fatto il suo tempo. Riuscendo a convogliare le sue indubbie capacità verso storie più originali, ambiziose e personali.

Classificazione: 2.5 su 5.