Una folle corsa, un ricco premio, un gioco che diventa ben presto una lotta per la sopravvivenza. Sono questi gli ingredienti di Ride, action thriller del 2018 di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, diretto da Jacopo Rondinelli con Lorenzo Rickelmy e Ludovic Hughes.
Non si può iniziare a parlare di Ride senza dire quanto in questo film sia importante evidenziare l’importanza dell’uso delle GoPro. Grazie a questa scelta infatti e tramite i dispositivi elettronici interni del gioco viviamo e entriamo nella storia dei due protagonisti Max e Kyle, due riders acrobatici che per problemi economici di gioco l’uno e passione irrefrenabile l’altro, si ritrovano a partecipare ad una misteriosa gara in qui il premio finale anziché molto denaro diventa ben presto la loro vita.
Sulle ali della frenesia in Ride si volteggia, si corre, ogni salto, ogni curva diventa essenziale per far crescere un punteggio, per arrivare primi ad un traguardo, avere più punti per la meta tanto desiderata. E poco importa di come lo si fà o di chi abbiamo contro. L’obiettivo è uno, i comandamenti 3 e il mistero deve rimanere tale. Progressivamente ci immergiamo in un film da tinte horror e il finale ci spiazza, ci lascia senza fiato. Le riprese rendono quasi unico questo film, il ritmo è forsennato, quasi ci gira la testa al termine di esse. Gli attori stessi sono camere attive, quasi un grande fratello in cui in ogni scena viene scelta la camera migliore. Un’opera nuova, di degno nome nella ricercata rinascita del cinema italiano. La colonna sonora poi è efficace, piazzata a dovere e nei momenti giusti.
Girato in lingua inglese Ride ha tinte internazionali, non sembra un film italiano. E’ un videogioco in cui i protagonisti e insieme gli spettatori, tramite checkpoint effettuano il percorso, ricaricano le energie, vedono le difficoltà aumentare. Tutto è pianificato e anche se apparentemente si esce dalla traccia principale in realtà non c’è mai libertà di azione.
Ispirato a Kubrick, numerosi sono infatti i riferimenti a 2001 Odissea nello Spazio, Shining e Eyes Wide Shut nelle tematiche, nei costumi, in alcune riprese e nel finale, il film prende ulteriori spunti da film come The Truman Show e Hunger Games e da serie tv come Lost e Black Mirror.
La troppa tecnica usata sovrasta però la vera sostanza del film, poca la caratterizzazione dei personaggi, non precisa la direzione della storia del film.
Un’esperienza diversa, adrenalinica, forse troppo, sicuramente non adatta a tutti. Non il solito film.