Rupture, senza passare dal via

In questo periodo di quarantena si sa, ogni scusa è valida per mettersi alla visione di film vecchi, nuovi, accumulati oppure dimenticati. Difficile inserire in una di queste categorie specifiche Rupture, perchè il suo percorso evolutivo-distributivo non ne ha permesso la visione a molti, almeno in Italia. Ciò è dovuto al fatto che questa pellicola da noi non è arrivata al cinema e, cosa più unica che rara di questi tempi, non si trova nemmeno su nessuna piattaforma di streaming legale o noleggio digitale. Come riuscire a visionarla allora? Approfittando di uno dei suoi passaggi in tv, media per cui è stato appositamente doppiato in italiano. Ed è così che ho fatto ieri, la sera del 15 aprile 2020, una notte di quarantena come tante, in cui il film è stato trasmesso su Rai 4 alle 23.30.

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La storia

Renee Morgan è una donna separata, con un figlio per cui mostra amore, sollecitudine nel quotidiano ed un rapporto molto aperto. E’ una donna molto impegnata, sia a lavoro che nei rapporti di amicizia, come si nota dalle incessanti chiamate che riceve quando è alla guida. Il suo ex marito “non suda i suoi soldi”, lasciando intendere una stima ormai persa oltre che uno status sociale ed agiatezza economici diversi dai suoi.

 

Un giorno, mentre è in viaggio per andare a sperimentare paracadutismo, le si forma una gomma dell’auto. Che disdetta! Per fortuna che accostano alcuni uomini che viaggiavano su un camion, uno in particolare venendogli  incontro in aiuto, proponendosi di darle una mano a cambiare una gomma.

E’ questione di un batter d’occhio. Gli stessi che sembravano soccorritori si rivelano i suoi rapitori. La prendono di forza, la caricano sul camion, la immobilizzano, le ricoprono il volto con un nastro isolante nero (lasciando liberi solo gli occhi) e le tagliano a metà i jeans (?). E’ inutile per lei tentare di divincolarsi, ormai è legata, con tanto di manette ed una donna, complice dei due “aguzzini”, che la costringe a buttare giù del sonnifero mentre il camion è in marcia. Renee non riesce proprio a capire perchè stia succedendo tutto questo.

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Al suo risveglio non è più sulla vettura su cui era stata caricata. Adesso si trova immobilizzata su un lettino, incatenata, in una stanza con mura e luci dalle fortissime tonalità arancio-violacee. Unica cosa che può fare, oltre guardarsi intorno, è comunicare con una voce maschile proveniente da una stanza vicina. Quest’uomo dice di chiamarsi Blake, sembra che sia nella sua stessa condizione. Meglio non fidarsi in quanto potrebbe far parte del gioco, o forse le sue parole sono la prima grande speranza, visto che alludono alla possibilità di riuscire a liberarsi?  

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Entra un’equipe, sembrano un mix di medici e scienziati, anche a giudicare dalle apparecchiature di cui sono provvisti. “E’ importante registrare tutto ciò che accade“, sottolineano, mentre chiedono le sue generalità, altezza, peso, livello della vista, malattie, eventuali allergie.. tanto da farle sospettare che sia sottoposta a qualche controllo del governo nell’ambito delle malattie infettive. Capisce purtroppo  subito che non è così. Anzi, da queste domande scopre, suo malgrado, che è stata spiata da molto più tempo di quanto non potesse immaginare..  Ma cosa c’è sotto? Ancora Renee non riesce a capire..
L’equipe fa allusione al G10-12X e ad un processo che sarà avviato in lei dal momento dell’assunzione in vena di una sostanza. La invitano a non combattere e a lasciarsi andare ad una delle sue paure più grandi..

[Continua nel paragrafo “Spiegazione finale – Parte SPOILER” più in basso]

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Tra horror, sci-fi e.. psichedelia

Film del 2016 diretto da Steven Shainberg, regista di drammatici meglio distribuiti nel nostro paese come Fur: un ritratto immaginario di Diane Arbus del 2006 e l’ancor migliore Secretary del 2002, Rupture rappresenta un esperimento cinematografico che fonde horror, scifi e thriller. E’ un film che muta la propria pelle in corso d’opera, alternando sequenze davvero riuscite ad altre che risultano piuttosto noiose e ripetitive. Le due costanti che invece non ci abbandonano mai durante la visione del film sono la performance di livello della protagonista, interpretata da Noomi Rapace (Seven Sisters, Uomini che odiano le donne, Prometheus) ed i particolari colori usati nella struttura-laboratorio in cui è ambientata la maggior parte del film. Vi era già capitato di vedere usata in un film luci, fotografia e colori degli interni costantemente arancioni e viola (a volte in alternanza, a volte con predominio dell’uno sull’altro?). Considerando che il film, rispetto ai sovracitati in cui ha recitato la Rapace, è a budget tanto ridotto da farlo presentare da molte fonti come indipendente (anche su wikipedia) questa trovata stilistica risulta ancora più audace e merita un plauso. Non mancano i richiami e le suggestioni che Rupture lancia allo spettatore. Tematicamente può venire in mente Hostel, soprattutto per la parte iniziale, ma poi si capisce di essere fuori strada. Le luci talvolta fanno pensare a Gaspar Noè e ai suoi colori fluorescenti e led di Enter The Void e Irreversible. Le pareti di una stanza del film sono un esplicito, stavolta, tributo allo Shining di Kubrick.

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Spiegazione SECONDA PARTE – Contiene SPOILER

Proseguiamo il racconto delle vicende lasciato in sospeso nel secondo paragrafo.
Renee si libera e attraversando i condotti d’aria riesce a raggiungere la stanza di Blake, che si dice intento a “superare la sua prova finale” e che ha già dentro di sè il G10-12X. La trasformazione della sua pelle ed il cambio della sequenza del DNA si sono attuati, adesso è pronto a tornare a casa, dimenticandosi di tutto e con una “nuova visione del mondo”. Nell’equipe c’è una responsabile del re-inserimento nella vita sociale che lo porta via.

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Renee comincia un altro disperato tentativo di fuga. Riacciuffata, di nuovo, comincia a scoprire le “grandissime speranze” che chi la stava segregando e usando come cavia riponeva in lei. La chiave per scoprire cosa sta succedendo sta nel contatto con la pelle. G10-12X non è altro che è un codice genetico da innestare all’interno dei comuni cromosomi. Ha a che fare con le paure e i difetti di chi si sottopone alla procedura. Portando infatti la paura all’interno delle ossa, cambia la forma stessa dell’individuo. Ecco cosa sono veramente!!!

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La spaventosa scoperta [SPOILER]

Alla vista della mostruosa e deformante trasformazione del volto della scienziata-carceriera Renee reagisce, colpisce la pseudo infermiera con la stessa iniezione cui era destinata e riprende il tentativo di fuga dall’edificio. Nascondendosi tra corridoi, condotte e anfratti di questo immenso laboratorio, riesce a origliare delle conversazioni dei vari scienziati che parlando tra loro di lei affermano che il suo ovulo abbia un comportamento anomalo. L’ovulo non permette più allo sperma umano di penetrare la membrana (accettando solo quello della “nuova” specie). E proprio quando la fuga stava volgendo al meglio.. Renee cade, nuovamente, in trappola. Si sveglia in una nuova stanza, non immobIlizzata, ma.. è sempre lì, ancora, nella medesima struttura.

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Le si fanno incontro i soliti personaggi. “Noi non ci deterioriamo a ritmo umano”. Dicono di aver apprezzato molto il suo forte istinto di sopravvivenza, ma, soprattutto, capiscono subito che i suoi sensi si stanno sviluppando, i suoi occhi sono ormai sensibili alla luce come i loro, con preferenza alle tonalità del viola e del giallo. C’è una scala evolutiva, che cancella l’emotività e le paure umane, in vista di un perfezionamento del corpo. Il procedimento ormai è in atto anche all’interno di Renee che si prepara a sperimentare la rottura (il “rupture” del titolo, appunto): non sentirà più l’amore umano.

Siamo nati come umani esattamente come te,
il tuo terrore ti trasformerà in qualcosa di radicalmente nuovo.
Le persone sono il virus, noi la cura. Solo noi possiamo ristabilire l’ordine.

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Il finale di Rupture [SPOILER]

Capiamo definitivamente che si tratta di un gruppo di, ormai, “mutanti”, che ha l’obiettivo di espandersi, aumentando la loro specie e numero. L’ultima prova cui costringono Renee a sottoporsi è costretta, è indossare un casco pieno di ragni. Renee sta affrontando la sua grande paura..
Ormai la trasformazione è completata. Renee può tornare a casa. Adesso è il turno di Evan, nuovo obiettivo di rapimento dei mutanti, che però riesce a scappare, su avvertimento di Renee, in uno dei suoi forse ultimi rantoli d’affetto materno.  Prima o poi, infatti, il suo amore cesserà e lei sarà la madre di una nuova generazione (è risultata fertile anche dopo gli esperimenti), con il mondo conosciuto dagli umani che cambierà per sempre. Finalmente Renee è una di loro.

Rupture è un film non privo di difetti ed imperfezioni, ma che regala interessanti suggestioni, belle trovate sceniche e colpi di scena non scontati. Se fosse uscito al cinema avremmo probabilmente avuto aspettative diverse e questa recensione avrebbe completamente altri toni, ma per averlo scoperto e visto in tv.. Rupture è quasi un lusso di questi tempi.

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