Scream torna nuovamente nelle sale a distanza di 25 anni dal primo film, a metà fra reboot (nuovo inizio) e sequel. Ma è comunque importante aver visto i restanti capitoli, soprattutto per l’evoluzione dei personaggi e alcune citazioni e omaggi.
Trama: La piccola cittadina di Woodsboro non ha pace. Dopo 25 anni dal primo massacro, gli abitanti ripiombano nel terrore a causa di un nuovo Ghostface. Vista l’astuzia di questo nuovo maniaco e la sua diversità rispetto ai precedenti assassini, l’ex sceriffo Linus Riley e l’attuale sceriffo Judy Hicks decidono di richiamare nella cittadina Sidney Prescott e Gale Weathers con lo scopo di ucciderlo.
Per Wes
Questo nuovo capitolo non poteva che essere dedicato a Wes Craven, che ci ha lasciati nel 2015, con Scream 4 come ultimo film della sua carriera. Ma a Wes sarebbe piaciuto questo film? In parte la mia risposata è sì, ma con delle riserve. Penso sia giusto rilanciare una saga con nuovi autori, ma avrei comunque insistito sull’avere il creatore Kevin Williamson anche in sceneggiatura, e non solo come produttore esecutivo.
In passato abbiamo visto i sequel realizzati da Wes Craven, e l’unico non sceneggiato da Williamson era il terzo, che secondo me (e tanti altri) è anche il più debole. Questo mi fa pensare che forse era il caso di tenersi stretto lo sceneggiatore originale almeno in una collaborazione. Nel 1996, l’originale Scream ha rivitalizzato il genere slasher infilzandolo senza pietà, destrutturando e innovando il genere. Con Scream 2 si è poi passati ad ironizzare sulla natura dei sequel, con Scream 3 sulle trilogie, mentre Scream 4 rielaborava l’identità di un successivo sequel più contemporaneo, sfruttando maggiormente le tecnologie digitali. C’è stata anche una serie televisiva che è invece slegata dal film originale, ed assomiglia più ad un qualsiasi teen-horror.
Nuovo inizio ma vecchie abitudini
Il film ci riporta nella (poco) tranquilla comunità californiana di Woodsboro, dove ancora una volta una giovane donna, Tara (che in inglese rende meglio perché suona un po’ come terror) interpretata da Jenna Ortega, viene aggredita nella sua casa da un maniaco con il costume di Ghostface. L’altra protagonista è sua sorella maggiore Sam (Melissa Barrera), che ha lasciato la città anni fa per ragioni oscure. Insieme al suo ragazzo Richie (Jack Quaid) e agli amici di Tara, Sam deve scoprire l’identità dell’assassino e fare pace con il suo misterioso passato. Lascio la parte spoiler a fine recensione, ma sicuramente anche guardando il trailer avrete già notato che questo film non cerca di nascondere questo continuo omaggiare il primo capitolo.
Nel frattempo la serie Stab è arrivata all’ottavo capitolo, e per chi è preparato sulla saga, sa bene che in Scream parlano di Stab quando c’è da ricordare cosa accadde nei film precedenti, un gioco metacinematografico che non si ferma e anzi cerca di rinnovarsi portando il film ad un livello successivo di consapevolezza del proprio universo e franchise.
Questo nuovo Scream gioca con la nostra conoscenza dei film del passato – una conoscenza che condividiamo con i personaggi esperti di stab – familiarità che alimenta la nostalgia mentre osserviamo i nuovi personaggi, facendo supposizioni su chi possa essere il killer. Come Scream 4, è interessato a due generazioni molto diverse che hanno entrambe ereditato i traumi del primo Scream, per poi scagliarsi più contro la cultura conservatrice del fandom che pretende in primo luogo dei sequel-reboot vecchio stampo come questo.
Scream: The Ghostface Awakens
Diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, il duo dietro la commedia horror Ready or Not – Finché morte non ci separi, decidono di affrontare consapevolmente il concetto di requel, che a Hollywood si usa per rinfrescare i franchise con una sorta di reboot come i nuovi film di Halloween e Star Wars.
Il fandom negli anni è diventato sempre più tossico, a tal punto da influenzare le decisioni sia produttive che registiche. Per questo ritorno di Ghostface, i due registi insieme allo sceneggiatore di Zodiac (Guy Busick), decidono di puntare proprio su questo fanatismo, ma senza discostarsi troppo dalle formule dei precedenti capitoli.
Nuovi personaggi e vecchie glorie
È sempre qualcuno che conosci. Ce lo ha ricordato in più occasioni la campagna pubblicitaria di Scream. Come già sappiamo, a differenza di molti altri slasher, Scream si avvale di molti stilemi del film giallo, dietro la maschera sappiamo che si cela sempre un (e non per forza uno solo) nuovo serial killer, i personaggi non sono solo nuove vittime, ma soprattutto potenziali sospettati.
Wes Hicks (nome scelto non a caso), interpretato dalla star di Tredici Dylan Minnette, e figlio della vice-sceriffo Judy Hicks. Le due sorelle Sam e Tara Carpenter hanno invece l’arduo incarico di essere le eredi di Sydney Prescott, e come recitazione direi che ci siamo ma manca un po’ di carisma. Sam ha lasciato Woodsboro a 18 anni per scappare da un passato tragico, ma poi vi ha fatto ritorno. Tara le porta ancora rancore per essere rimasta sola quando la sorella maggiore è scappata. Un altro volto conosciuto è Amber interpretata da Mikey Madison, vista nel ruolo di Sadie in C’era una volta… a Hollywood.
Tutti i nuovi personaggi se la abbastanza cavano bene anche nelle scene condivise con i veterani. Le scene di paranoia quando tutti sono sospettati ricordano molto quelle dell’originale, tant’è che ci ritroviamo anche due nipoti di uno dei protagonisti del primo Scream. Ed è sempre un piacere rivedere una Neve Campbell in ottima forma nei panni di Sidney, che torna a Woodsboro per occuparsi degli affari in sospeso. Ritornano anche Courteney Cox (la giornalista Gale Weathers),e David Arquette, piuttosto toccante nei panni dell’ex sceriffo. Una reunion che non risulta forzata, anche se personalmente avrei dato meno spazio alle vecchie glorie, per passare più in fretta a quello che potrebbe essere il futuro della saga.
– SPOILER –
Gli aspetti più riusciti
La nuova svolta nella sceneggiatura di James Vanderbilt e Guy Busick è appunto questa presenza del fandom tossico. “Qualcuno deve salvare il franchise!” esclama uno dei personaggi, oppure “Hollywood è completamente senza idee.” Concettualmente è un discorso interessante che forse meritava di essere messo in scena con più calma, e non soltanto urlato. Non mancano battute divertenti che sulla cinefilia contemporanea, tirando in ballo quegli horror più sofisticati, come ci suggerisce la giovane Tara mentre implora di non essere interrogata sul franchise di Stab: “Chiedimi qualcosa su It Follows o Hereditary o The Witch!”.
L’intero franchise è stato costruito su una dissezione consapevole del film slasher e di tutti i suoi cliché, con un pieno di ironia ed autoironia. – Lasciando da parte il fattore Scary movie che ha in parte rovinato la visione a tutti quelli che hanno recuperato Scream in ritardo – Scream (1996) è stato il primo slasher-horror-giallo a rimescolare le carte del genere. Qui non mi aspettavo certo di tornare ai livelli dell’originale, e anzi, mi aspettavo qualcosa di completamente diverso, ma devo ammettere che tornare a rivivere quei momenti nelle stesse location mi ha fatto venire i brividi. La scena che ho trovato più riuscita è quella della morte di Linus (sigh), con dialogo a seguire: “è un onore…“. Notevoli anche le parti più gore delle uccisioni, con un ghostface decisamente spietato, inquadrato da diverse angolazioni cercando di valorizzarne al meglio la sua figura spettrale.
Le parti meno convincenti
Un pregio che diventa anche un difetto, perché torna all’originale ma esagera con l’ autoreferenzialità, finendo per non risultare così memorabile. Una soluzione un po’ furbetta quella di puntare sul fandom (fans come first!), mi è sembrato come un rimandare a data da destinarsi questo nuovo inizio e sinceramente non ho avvertito il distacco di dieci anni dal 2011 (anno di Scream 4).
Spesso risulta superficialmente accattivante e piuttosto frettoloso nei tempi, non rallenta mai quando dovrebbe e a volte perde troppo di credibilità. L’angoscia interiore di Sam non viene particolarmente fuori, e fa fatica a reggere il ruolo da protagonista. Ciò che resta, quindi, è una discussione circolare sulla natura del fandom, che si perde a causa del climax prevedibile ed eccessivamente loquace. Per quanto mi riguarda il film ha iniziato a perdere colpi dopo la bellissima scena della morte di Linus, diventa in seguito troppo dialogato ed eccessivo nelle azioni/reazioni dei personaggi.
In conclusione
Un requel che tutto sommato intrattiene, diverte ed impressiona quanto basta. Senza scomodare il primo capitolo, lo ritengo inferiore al suo precedente Scream 4, ma non riuscirei mai a non amare un film della mia saga horror preferita, quindi correte assolutamente a vederlo!
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