I registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett con gli sceneggiatori James Vanderbilt e Guy Busick hanno rilanciato la saga con un successo mondiale. Non potevano che essere confermati per questo Scream VI che convince anche più del precedente.
Scream VI prosegue con i sopravvissuti agli ultimi omicidi di Ghostface, le sorelle Samantha e Tara Carpenter e i gemelli Chad e Mindy Meeks lasciano Woodsboro alle spalle. Iniziano un nuovo capitolo della loro vita a New York City, ma nella metropoli un nuovo e ancora più temibile Ghostface li sta aspettando.
Non era per niente scontato il successo del quinto capitolo, il “requel” che doveva rilanciare il franchise, e il successo mondiale non poteva che riconfermare gli stessi autori. Tornano i personaggi che abbiamo conosciuto nel film del 2022, e questa volta riescono davvero a raggiungere quello spessore che mancava. Tara e Sam, Mindy e Chad, personaggi che hanno raggiunto la caratterizzazione necessaria per empatizzare con loro.
I registi sono riusciti a ricreare uno stile che si discosta in qualche modo dai film di Wes Craven. Il ritmo è sicuramente più serrato, con uccisioni brutali e un sadismo non indifferente. Di certo sono stati abili a fare scelte coraggiose in tempi brevi, ad esempio quella di mettere da parte Sidney Prescott dopo la rinuncia a girare quest’ultimo capitolo. La star del franchise Neve Campbell aveva infatti annunciato che non sarebbe tornata nei panni di Sidney Prescott perché non era soddisfatta dell’offerta che le era stata presentata. Ma l’impressione – dopo aver visto il film – è che probabilmente le avevano proposto poche scene in una sceneggiatura dove non sarebbe sopravvissuta.
Nel film attuale invece è soltanto menzionata (come si poteva intuire) in un dialogo di Gale Weathers, ci informa che ormai Sydney si è ritirata in un posto sicuro con la sua famiglia. Francamente non si sentiva più il bisogno di insistere sui i personaggi storici, dopo il quinto capitolo era necessario approfondire i nuovi protagonisti e passare la staffetta di scream queen alle due sorelle Carpenter.
Un ritorno importante e nuovi sospettati
Non manca all’appello invece la cinica giornalista Gale Weathers (Courteney Cox), che ha scritto un altro libro sugli eventi accaduti nel 2022. Tara e Sam sono furiose per questo libro non solo perché Gale ha infranto la sua promessa di non scriverci sopra, ma anche perché il libro mette in cattiva luce Samantha. Troviamo il ritorno di un altro personaggio del passato: Kirby Reed, sopravvissuta al quarto capitolo e ora agente dell’FBI. Un ottimo modo per ricollegare il film a Scream 4. Avere diversi rimandi al franchise ha contribuito a consolidare il fattore nostalgia senza però esserne dipendenti.
Consiglio: prima di vedere Scream VI fate un ripasso almeno del 4 e 5.
Samantha Carpenter (Melissa Barrera) è iperprotettiva nei confronti della sua sorellastra minore Tara (Jenna Ortega), vivono nello stesso palazzo dividendo la camera con i loro amici. La chimica fra i quattro protagonisti, o “I Favolosi 4” come si definiscono (in inglese “Core 4“), fa davvero apparire questo gruppetto come degni successori dei personaggi del passato. Tara e Sam, Mindy e Chad, il legame è notevolmente rafforzato. Personaggi che finalmente riescono a diventare i veri protagonisti, archiviando la passata Scream Queen.
Mindy è a tutti gli effetti l’erede di Randy (anche di sangue, visto che lei e Chad sono suoi nipoti), e mentre lei per prima infrange le regole, ci ricorda che i franchise esistono anche per sovvertire le aspettative. Neanche i personaggi storici possono salvarsi, chiunque può essere ucciso o essere sospettato. E sebbene Scream VI non esca del tutto dal suo solito stampo, ci sono diverse deviazioni molto divertenti. Scream VI continua ad approfondire il lato oscuro di Sam, figlia di Billy Loomis, senza però esagerare con il fanbase. Melissa Barrera recita discretamente, meglio del quinto film, e la sua dualità non risulta forzata ma rende il personaggio ambiguo e insolito.
Il sequel di un requel resta sempre un requel
Ogni film di Scream ha una scena d’apertura memorabile, e quella di Scream VI è probabilmente la più geniale dopo il primo film. Dietro la maschera di Ghostface può nascondersi chiunque, il punto di forza di questa saga è che ogni film ha allo stesso tempo un nuovo mistero da risolvere. Questo perché alla base è un whodunit (giallo classico) – slasher, e di conseguenza i nuovi personaggi devono anche saper depistare lo spettatore. Il tono autoironico e matacinematografico è sempre stato fondamentale per i film di Scream, uno slasher cruento che deve sempre fare i conti con le nuove generazioni riproponendo la sua componente autoreferenziale. Il tempio con tutti i reperti della saga rappresenta la summa di questo continuo omaggio ai film passati, quasi a voler chiudere un cerchio.
Di conseguenza ogni nuovo Scream ha l’arduo compito di reinventarsi rispecchiando quella che è la percezione contemporanea del cinema horror, assecondando le manie dei più giovani fan del genere. Sebbene Scream VI sia molto meno ossessionato a portare avanti una tesi rispetto al quinto, è comunque intelligente nell’evidenziare la ripetitività del franchise horror. Questa volta non c’è più la scusante del fandom tossico e gli autori riescono a sovvertire qualche regola senza scadere nell’autocompiacimento gratuito.
La rivelazione finale potrà risultare troppo inverosimile e sciocca (tranquilli, le teorie sul ritorno di Sidney fortunatamente non sono vere!) per chi non ricorda i precedenti capitoli. Ricalca in parte uno dei sequel precedenti (senza scendere nei dettagli) ma lo fa con la giusta dose di autoironia. Insomma, con Scream bisogna anche saper stare al gioco.
Di contro persiste un limite che ho riscontrato anche nel capitolo precedente (che reputo inferiore). Non è semplice riuscire a mantenere un equilibrio costante fra la parte realistica e quella inverosimile, che quindi ironizza sugli eccessi del genere horror. C’è una linea di confine molto sottile da non oltrepassare per non cadere nella parodia, facendo cedere troppo la sospensione dell’incredulità. In Scream VI ho visto una maturazione grazie all’esperienza, ma c’è ancora da lavorare e penso che si possa essere ottimisti a riguardo.
Si può anche criticare ma Scream VI fa esattamente il suo dovere
Ghostface a New York si muove con più sicurezza perdendosi nella folla – anche se una curiosità interessante è che Scream VI è stato quasi interamente girato a Montreal. Una delle scene più iconiche, vista nel trailer, è quella in metropolitana. Dopo una serie di eventi infatti i personaggi principali si ritrovano ammassati all’interno dei vagoni, sfortunatamente durante la notte di Halloween. Le maschere abbondano: non solo Ghostface ma troviamo Pinhead, Michael Myers, Jason Voorhees, Babadook a altre ancora. La scena è davvero tesa con una regia da manuale e in pieno spirito Scream.
Le emozioni e la brutalità sono ancora più caricate, senza perdere di vista una componente fondamentale per uno slasher di questo tipo: il divertimento. Dopo il primo capitolo lo si può tranquillamente affermare: Scream VI è il sequel più d’intrattenimento, fa quello che deve fare senza mai annoiare. Ci sono stati momenti nella saga in cui si era inceppato un po’ questo ingranaggio, come con il terzo film che era l’unico senza il creatore Kevin Williamson. Il primo capitolo resta il capolavoro che ha davvero fatto rinascere lo slasher moderno, ma fra i sequel ritengo che questo sesto capitolo sia ai livelli di Scream 2 (e più divertente). Mentre il quarto (parere personale) resta ancora il sequel più riuscito.
C’è ancora più vita nel franchise di quanto si potesse pensare. E non si può che esserne felici perché Scream, per tantissimi appassionati, rappresenta una delle esperienze più memorabili in sala. Dal 1996 a oggi sono sempre andato al cinema a vedere i film di questa saga, e fra alti e bassi non ne sono mai rimasto deluso. Scream VI ha anche superato le mie aspettative.
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