Disinvolte, geniali, implacabili… e a volte sfortunate: le scrittrici che hanno contribuito all’evoluzione del genere horror. Affrontiamo insieme a loro un viaggio dalla letteratura gotica fino ai discutibili vampiri di Stephenie Meyer.
Ann Radcliff (1764-1823)
Scrittrice londinese tra le più importanti del settecento, che riprende Il castello di Otranto (Orace Walpole, 1764) e tutti gli ingredienti del gotico per esaltarli al meglio. Ma con una grande differenza: la vergine afflitta da terrori psicologici e tormenti d’amore diventa la protagonista assoluta. Le opere di Ann Radcliff, non a caso, hanno successo soprattutto presso un pubblico femminile.
Tra le sue opere più note: Romanzo Siciliano (1790); La foresta perigliosa (1791); I misteri di Udulpho (1794); L’Italiano, ovvero Il confessionale dei penitenti neri (1797). Nelle storie di Ann Radcliff, una spiegazione conclusiva dei fatti elimina l’atmosfera orrorifica creata con tanta cura.
Mary Shelley (1797-1851)
Uno dei personaggi più affascinanti dell’epoca romantica, i cui meriti letterari non si limitano a Frankenstein. Nata a Londra e figlia di due intellettuali progressisti, Mary Shelley sposa il poeta Percy Bysshe, ma non prima d’esser fuggita con lui a diciassette anni. In quel periodo, vivono un rapporto sentimentale che coinvolge tre persone: è presente anche la prima compagna di Percy, che deciderà di annegarsi nel lago Serpentine. I coniugi Shelley sono sostenitori dell’amore libero.
In seguito, Mary Shelley intraprenderà un lungo viaggio tra Francia, Italia e Svizzera. In Italia due dei figli avuti da Percy muoiono e lo stesso poeta annega durante una traversata in mare. Tornata vedova in Inghilterra, a ventiquattro anni, Mary scrive Frankenstein ossia il Prometeo moderno.
Il romanzo, uscito anonimo nel 1818, può essere considerato un’anticipazione della moderna fantascienza. È un capolavoro che produrrà infinite influenze e ispirazioni successive. Nel 1926 Mary Shelley scrive L’ultimo uomo, che racconta l’apocalisse dell’umanità nel XXI secolo a causa di un’epidemia di peste. L’autrice compone anche racconti di genere gotico-romantico e politico.
Elizabeth Gaskell (1810-1865)
Una delle prime scrittrici gotiche, che vuole sconvolgere e ribaltare l’apparente perfezione della società vittoriana in cui vive. Inizia a scrivere per distrarsi dalla morte del figlio di soli otto anni. È incoraggiata da Charles Dickens, da lui giudicata molto brava nel descrivere stati d’animo femminili. Di lei ricordiamo: La strega Lois, in cui ricostruisce il processo alle streghe di Salem e mette in mostra l’assurdità delle diatribe tra anglicani e cattolici.
Elizabeth Gaskell denuncia problemi sociali e analizza la condizione femminile. La sua storia più nota è Il racconto della vecchia balia. Classica vicenda di fantasmi all’inglese, l’opera si propone di denunciare il concetto per cui i figli sono considerati di proprietà assoluta del padre. Le personalità femminili, nei racconti dell’autrice, sono sempre dalla parte del bene, quasi delle sante, tanto da non sembrare realistiche.
Margaret Oliphant (1828-1897)
Lutti e disgrazie caratterizzano l’esistenza di Margaret Oliphant, che assiste alla morte prematura di tutti e sei i figli. Scrive diari di viaggio, saggi, critica e narrativa. È famosa per i suoi racconti del soprannaturale e romanzi come Gli assediati (A Beleaguered City), in cui i morti si risvegliano nella città francese di Semur e cacciano fuori tutti gli abitanti, almeno fino a quando non comprendono il vero significato della vita. Il suo capolavoro è La finestra della biblioteca, tutto giocato sul confine tra realtà e immaginazione.
Edith Wharton (1862-1937)
È la prima scrittrice a conquistare il premio Pulitzer. Edith Wharton critica il proprio ceto d’appartenenza: pieno di contraddizioni interne e chiuso in se stesso, impedisce al singolo di aprirsi all’esterno e infrangere i tabù. L’autrice scrive racconti di spettri (come l’antologia Storie di fantasmi, pubblicata nell’anno della sua morte), influenzata dal suo amico Henry James.
L’elemento soprannaturale, nei suoi scritti, non si manifesta in modo spettacolare, ma è comunicato con sottili allusioni. Emerge un contrasto nei personaggi dell’alta borghesia, pragmatici e moderni, che non accettano la presenza del mistero, eppure non riescono a spiegarlo.
Daphne Du Maurier (1907-1989)
Du Maurier è una scrittrice introversa e complessa, nata a Londra ma trasferitasi in Cornovaglia: terra che amerà sempre. Molte delle sue opere sono diventate adattamenti cinematografici, spesso diretti da Alfred Hitchcock. Ne è un esempio Gli Uccelli, racconto in cui i volatili si ribellano all’uomo e un fattore e la sua famiglia assistono impotenti a quella che sembra essere la fine del mondo.
Il suo romanzo più celebre è il noir romantico Rebecca. Tra gli altri racconti si può citare Il Melo: la storia di un vedovo ossessionato da un albero di melo che gli ricorda la moglie defunta, tanto da farlo precipitare nella follia. Daphne Du Maurier è considerata una maestra della suspense narrativa, che si allontana da i canoni del genere o li rielabora alla luce di temi più moderni come la psicopatologia, l’ambiguità sessuale e l’orrore psicologico.
Shirley Jackson (1916-1965)
Scrittrice e giornalista americana, fonte d’ispirazione per molti maestri del terrore come Stephen King e Richard Matheson. Esordisce con La lotteria: racconto scandaloso che sovverte l’immagine della tranquilla provincia americana per mostrarne il lato morboso e nascosto.
Shirley Jackson è nota in tutto il mondo per L’incubo di Hill House: romanzo che sancisce la nascita del gotico moderno americano, basato su suggestioni e allusioni più che su sangue e violenza. Quello di Hill House è un microcosmo malefico, in cui gli ambienti della casa sembrano avere contatti inspiegabili con i lati più intimi e celati della protagonista. È un capolavoro di suspense psicologica. L’autrice scava nella psicologia dei personaggi, presenta una scrittura lineare, denuncia l’ipocrisia dei suoi tempi e descrive contesti quotidiani che sfociano in una follia inguaribile.
Tra le altre opere: Abbiamo sempre vissuto nel castello (1962).
Joyce Carol Oates (1938-)
Una delle più prolifiche scrittrici americane (solo per la narrativa sono da considerare circa settanta volumi). Joyce Carol Oates ha vinto numerosi premi letterari. I suoi temi prediletti: la violenza nelle grandi metropoli americane; il ruolo delle donne in una società maschile dominata dal denaro; i conflitti tra singoli e società.
La sua produzione horror, tuttavia, è pressoché assente in Italia. Tra le opere tradotte spiccano Doppio Nodo e Bestie, storia di una studentessa che si lascia plagiare dal suo insegnante e sua moglie, per poi trasformarsi da preda a predatore. Da ricordare anche la raccolta di racconti Figli Randagi.
Angela Carter (1940-1992)
Autrice britannica dalla scrittura intrisa di tinteggiature erotiche di stampo sadiano, ma anche di un forte spirito femminista. Tra le sue opere: La Bottega dei Giocattoli (1967) e La camera di sangue (1979), rilettura di dieci celebri fiabe, dove l’elemento horror diventa importante quasi quanto quello sessuale, che è l’elemento predominante negli scritti di Angela Carter.
Era troppo giovane, troppo dolce e nuova, per venire a patti con questi esseri selvaggi le cui menti viravano ad angoli folli rispetto alle linee corte, diritte e lisce della sua stessa esperienza.
Anne Rice (1941-2021)
Il film Intervista col vampiro (Neil Jordan, 1994) è tratto da un omonimo romanzo di Anne Rice – il suo romanzo d’esordio, pubblicato nel 1976, che dà il via alle Cronache dei Vampiri, con protagonista il personaggio di Lestat.
I vampiri della scrittrice sono abbastanza tradizionali, seppur con qualche differenza rispetto a Dracula: sono emotivi, capaci di sentimenti e vivono intense storie d’amore. Anne Rice, tra le altre opere, scrive anche le Nuove Cronache (dal 1998) e la serie delle Streghe Mayfair (dal 1990).
Negli ultimi anni è afflitta da varie disgrazie, che la portano a riconciliarsi col cristianesimo, tanto da dare alle stampe libri sulla religione e romanzi storici sulla figura di Cristo.
La World Horror Association ha premiato Anne Rice con il titolo di Gran Master.
Chelsea Quinn Yarbro (1942-)
Californiana, ha scritto oltre settanta romanzi, ma è nota soprattutto per la serie di horror vampireschi cominciata con Hotel Transilvania (1978). Il protagonista è il conte St. Germain, nobile e sensibile, elegante e fascinoso, che salta avanti e indietro nel tempo durante ogni avventura.
Queste storie non presentano mai la sessualità esplicita che caratterizza la narrativa vampiresca degli ultimi anni.
Chelsea Quinn Yarbro possiede il titolo di Grand Master della World Horror Association, proprio come Anne Rice.
Ha scritto anche diversi gialli con lo pseudonimo di Quinn Fawcett.
Tanith Lee (1947-)
Autrice dallo stile poetico e colorito, che crea personaggi con psicologie complesse e idee originali. La sua produzione si potrebbe definire fantasy, ma intinta ora di fantascienza, ora di noir, favole e miti o horror.
Una delle sue opere più celebri è La vampira di Marte. Il sesso è uno dei temi principali, affrontato in ogni sfumatura. Un altro dei suoi romanzi è Danza Macabra: storia di una fanciulla costretta a trasferirsi da parenti che abitano in una casa isolata su una collina, dove dovrà lottare contro forze arcane.
“Dove mi trovo?”
“Sei abbastanza al sicuro, Rachaela. Hai tutti noi.”
Rachaela tremò. “Ma siete tutti matti.”
Anna ricambiò il suo sorriso. “Cosa posso dirti?”
Charlaine Harris (1951-)
Nata e cresciuta nell’area del Mississipi, le sue storie sono in gran parte ambientate nella stessa zona. Esordisce con il romanzo Real Murders: il club dei delitti irrisolti. Il ciclo che le procura fama internazionale è quello di Sookie Stackhouse, che origina la serie televisiva True Blood. Charlaine Harris immagina una possibile convivenza tra umani e vampiri grazie al sangue sintetico. È l’iniziatrice della moda dei vampiri buoni, che si affermerà in Twilight di Stephanie Meyer. Nel suo universo letterario sono presenti fate, streghe, fantasmi e licantropi. I romanzi sono di facile lettura per adolescenti e più apprezzati dal pubblico femminile. Harris mostra inventiva e abilità nel mescolare poliziesco, romantico e horror.
Nancy A. Collins (1959-)
Autrice molto prolifica, Nancy Collins decolla con il suo primo romanzo: Occhiali da sole dopo il tramonto, vincitore del Bram Stoker Award. La storia inaugura la sua serie di romanzi più importante, con protagonista Denise Thorne, che diventa vampira dopo essere stata violentata e dissanguata. Il colpevole è un vampiro degli Stimulanti: popolo della notte che comprende orchi e altre creature malvagie. La protagonista decide di diventare prostituta per agire durante la notte e vendicarsi uccidendo gli Stimulanti.
Non puoi stringere la mano al diavolo e non avere zolfo sulla manica.
Laurell K. Hamilton (1963-)
Scrittrice americana conosciuta anche in Italia, Hamilton è nota per la serie urban fantasy di Merry Gentry e per quella horror di Anita Blake, l’ammazzavampiri. Le vicende di Anita si svolgono in un universo parallelo dove vivono creature soprannaturali. Lei rianima i morti perché possano essere interrogati a fini legali o investigativi. Prevale l’aspetto poliziesco e quello romantico, che scivola spesso nell’erotico.
L’amore fa schifo.
Talvolta ti fa sentire bene.
Talvolta è solo un altro modo per sanguinare.
Stephenie Meyer (1973-)
L’idea dei vampiri buoni non era nuova, ma confinata all’interno delle collane specializzate. Con Twilight viene proposta da un editore generalista e la mossa risulta vincente. La scrittura è buona, i personaggi sono caratterizzati e la protagonista riesce ad attrarre l’attenzione. È una storia dark romantica. Dopo il 2005, anno in cui esce Twilight, Stephenie Myer sforna i successivi romanzi del ciclo a distanza di un anno l’uno dall’altro, accompagnati dalla saga cinematografica.
Il vampiro della scrittrice, troppo distante dallo standard immaginato da Bram Stoker, provoca disappunto in molti appassionati. La vicenda di Bella, in Twilight, sfocia sempre più nella monotonia con l’avanzare della trama, continuando a proporre una storia d’amore per adolescenti e il tentativo, da parte dei personaggi, di proteggerla. Stephenie Myer, nel 2008, ha dato alla luce un romanzo di fantascienza: L’ospite.
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Fonti: Guida alla letteratura horror (Edizioni Odoya, 2014)