L’8 ottobre 2022 è uscito sul canale Paramount+ il nuovo horror con protagonista Maika Monroe per la regia di Robert Olsen e Dan Berk. Un film che abbraccia completamente il filone degli horror metaforici, tanto diffuso negli ultimi anni.

Trama

Ruth (Maika Monroe) e Harry (Jake Lacy) sono una coppia da diversi anni. Lei una ragazza bella, intelligente e simpatica ma con un passato traumatico, lui il classico bravo ragazzo. Quando Harry convincerà Ruth ad affrontare una gita tra i boschi non sa che la sta conducendo direttamente nella tana del nemico. Un nemico che arriva con una cometa rossa.

Recensione

Negli ultimi anni sempre più registi e sceneggiatori si sono cimentati nella creazione di film che sfruttassero il genere horror per affrontare temi profondi. Ricordiamo lo splendido Midsommar di Ari Aster, la filmografia di Jordan Peele, La abuela di Paco Plaza. Ed è proprio quest’ultimo a dichiarare in un’intervista:

“Gli horror, così come i fantasy, permettono di spaziare in un campo maggiore rispetto alla realtà. Si può parlare di qualcosa che esiste nella realtà ma con un approccio più metaforico, poetico o indiretto”.

Paco Plaza

Significant other non è da meno, prende il genere Sci-fi e lo sfrutta per raccontare una storia di sofferenza, più comune di quanto uno possa pensare.

Regia e richiami ad altre pellicole

La regia di questo Significant Other non è brutta. Fatta di buone inquadrature e buoni giochi di macchina è tuttavia, più similare a quella di un documentario il che può essere un pregio, se si ama il genere, ma che personalmente non mi ha fatta impazzire. Inoltre, ricorda terribilmente quella di un altro film uscito nel 2017 sulla piattaforma Netflix: Il Rituale. Sul piano strettamente dell’impianto visivo i due film si somigliano molto il che banalizza un pochino il film stesso. Fortunatamente il punto di forza di questa pellicola non verte su ciò che vediamo ma sul messaggio che vuole trasmettere. Innegabile poi la somiglianza nella rappresentazione degli “altri” con la famosissima serie Stranger Things. Anche in questo caso abbiamo escrescenze di forma floreale e bozzoli inquietanti.

Che cos’è un “Significant Other”?

Significant other è un’espressione che mi era capitato di sentire in altre occasioni, soprattutto nelle serie tv americane, ma non mi ero mai soffermata sul suo reale significato. Essa ha due accezioni, una più colloquiale e una più attinente alla sfera della psicologia. In forma colloquiale è un modo per indicare il partner di una persona senza specificarne il sesso, il tipo di legame affettivo o l’orientamento sessuale. Diverso è il significato accademico. In psicologia un “significant other” è una persona che ha grande importanza per la vita o il benessere di un individuo[1]. In sociologia indica qualsiasi persona che abbia un’influenza importante sul concetto di sé dell’individuo[2]. Per capire il messaggio della pellicola è fondamentale comprendere queste tre diverse accezioni, ma ne parleremo meglio nel prossimo paragrafo.

Il bosco

L’intera ambientazione del film è all’interno di un bosco. I due entrano come campeggiatori e non sanno che stanno per affrontare un viaggio all’interno di sé stessi e della loro relazione. Il bosco diventa, quindi, luogo di passaggio, una selva oscura che li porterà a trasformarsi. Un concetto piuttosto reiterato ma che, tuttavia, non smette di essere efficace.

Gli “altri” come specchio di sé

ATTENZIONE QUESTO PARAGRAFO CONTIENE SPOILER

Significant Other è un film che parla di alieni e dell’arrivo di questi sulla terra. E questo credo non sia uno spoiler ma che si capisse fin dal trailer. E non sono amichevoli come lo erano in Arrival di Denis Villenueve. Ma, come gli alieni di Ted Chang (autore della novella da cui è stato tratto Arrival), possono insegnarci qualcosa di nuovo. Nel caso degli eptomorfi era una nuova lingua capace di farci cambiare la concezione di tempo e spazio. In questo caso è qualcosa di più personale. Ruth è una ragazza che soffre di attacchi di panico, generati da una mancata e/o errata elaborazione del suo passato che si riflettono sulla sua attuale situazione affettiva. Il suo “Significant Other” nella sua accezione colloquiale e psicologica è proprio Harry. Sul piano sociale è l’alieno. Questo, potendo prendere le sembianze, prima di Harry e poi della stessa Ruth le permette di affrontare quel percorso psicologico necessario per l’identificazione del sé, l’accettazione del sé e il superamento dei propri limiti. Molto significativa è la penultima scena in cui Ruth trasferisce il suo dolore sull’ “other” e facendolo riesce a vederlo con occhi esterni e ad affrontarlo. Demolendo la sua altra sé, lei demolisce sé stessa e il suo passato permettendosi di ricominciare.

Conclusioni

Significant Other è un film interessante, niente di estremamente innovativo, ma che comunque funziona. Maika riesce a immedesimarsi in Ruth e a trasmettere gli stati d’ansia della protagonista. Ci da un’ interpretazione abbastanza sfaccettata, anche se l’esasperazione del suo malessere non permette alla Ruth simpatica e brillante di emergere oltre un certo limite. Sarebbe stato più apprezzabile vedere entrambe le facce della medaglia. Chi soffre di ansia e attacchi di panico non vive la sua intera vita con uno sguardo terrorizzato anzi, spesso sono gli insospettabili quelli che soffrono di più. Speriamo che, in un futuro, vi sia il desiderio di rappresentare questa verità. L’idea dell’altro come specchio di sé e di viaggio come percorso di rinascita sono temi abbastanza comuni e sfruttati all’interno della filmografia. Tuttavia, il film è veramente godibile, adatto a una serata (o a un sabato pomeriggio) in cui si abbia voglia di una pellicola leggera ma che permetta di riflettere.

Classificazione: 3 su 5.

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