Profondo rosso è uno spartiacque fondamentale tra la fase thriller e quella horror di Dario Argento.
Film del 1975, il successo è arrivato sin da subito, con il pubblico impressionato dagli splendidi effetti speciali (curati da Carlo Rambaldi) e dalla musica del gruppo rock italiano Goblin. Durante la stesura della sceneggiatura, Bernardo Zapponi darà un contributo fondamentale a Dario: proprio grazie a lui si ha questa atmosfera di terrore reale e fisico, ben contrapposta a quella fantastica, curata per lo più da Argento.
Profondo Rosso è un titolo perfetto per un film del genere, no? In realtà il primissimo titolo fu Profondo rosso (anche se Argento ha sempre detto che si è trattato di un modo per prendere in giro la stampa), poi cambiò in Chipsiomega, ultimo step prima di arrivare al titolo che tutti noi ben conosciamo.
Nonostante il clamoroso successo col pubblico, la critica sin da subito ha visto in malo modo la pellicola, parlandone come un film indescrivibile e inenarrabile, tant’è vacuo:
[Profondo Rosso] non di rado cerca l’effetto e l’effettaccio, allineando coltelli e mannaie da macellaio, occhi sbarrati e bocche ghignanti, ascensori-killer e decapitazioni estemporanee, con grande spreco di sangue”.
La continua ascesa del film fece però ricredere molti, che cambiarono completamente opinione:
[Profondo Rosso] Summa e manifesto del suo thriller barocco e visionario che – per gli elementi di parapsicologia inseriti nel racconto e per la violenza di molte scene – denota già precisi segni della sua successiva virata verso l’horror gotico e crea la formula di un genere misto thriller-horror che influenzerà non pochi autori nazionali e internazionali”