Questa miniserie Netflix composta da quattro episodi di circa 50 minuti l’ uno, narra della strana e tragica storia di Elisa Lam, scomparsa al Cecil Hotel di Los Angeles. La docu-serie diretta da Joe Berliger è uscita sulla nota piattaforma streaming il 10 febbraio 2021 ed analizza gli accadimenti del 2013 tramite interviste a dipendenti, ex clienti, segugi del web e investigatori, arricchendo la storia di nuovi incredibili dettagli sino alla risoluzione del caso.
Un video inquietante
Quando vidi il video di Elisa su YouTube, ormai diversi anni fa, ne rimasi subito catturata. Mi incuriosì a tal punto che cercai qualsiasi notizia che potesse dirmi qualcosa in più su questo strano caso. Nel video, piuttosto inquietante c’è da ammetterlo, si vede una ragazza con una giacca rossa all’interno di un ascensore. Si comporta in modo strano, gesticola in modo innaturale, sembra volersi nascondere da qualcuno, e seppur prema tutti i pulsanti della cabina, l’ ascensore non parte nè si chiudono le porte.
Le notizie a riguardo, al tempo, non erano molte, se non che il nome della ragazza era Elisa Lam e quella era l’ultima ripresa che la mostrava viva. Il suo corpo fu infatti ritrovato, parecchi giorni dopo la sua scomparsa, all’interno di una cisterna d’acqua sul tetto dell’ albergo dove alloggiava, il Cecil. Come e perchè fosse finita lì, nessuno lo sapeva. Le teorie sul web dopo che il video diventò virale si sprecavano, ma una su tutte accresceva il mistero attorno alla vicenda rendendo ancor più inquietante la visione del video: la teoria paranormale.
L’ hotel maledetto
Tra le voci che circolavano vi era quella che qualche spirito inquieto avesse spaventato Elisa, o che qualcosa la avesse posseduta causandone lo strano comportamento. Questo avrebbe spiegato perchè l’ascensore non partisse nonostante i pulsanti premuti più volte, il perchè gesticolasse in modo così particolare, e anche perchè la ragazza sembrasse così spaventata.
La nomea del Cecil, poi, di sicuro ebbe il suo peso.
Esistono luoghi maledetti? Posti dove alberga il male e dove energia negativa residua ne attrae altra? Il Cecil Hotel sembra appartenere a questa categoria. Pur trovandosi nel pieno centro di Los Angeles l’edificio sorge in quello che è vero e proprio ghetto, lo skid row.
Un quartiere malfamato dove, lungo i marciapiedi, i senzatetto trovano rifugio in tende da campeggio e dove la criminalità e la povertà dilagano. Ben lontano dalla facciata scintillante di Hollywood e L.A.
Infatti, superato lo sfarzoso e bellissimo atrio dell’albergo, i corridoi, le stanze, gli ascensori… erano tutt’altro che eleganti e puliti.
Negli anni sono innumerevoli le morti avvenute tra quelle mura. Omicidi, suicidi, aggressioni. In quelle camere hanno alloggiato persone disperate, criminali, assassini…e persino uno dei serial killer più famosi d’America, che terrorizzò Los Angeles per parecchio tempo: Richard Ramirez alias The Night Stalker.
E’ dunque facile credere che, spiriti o meno, lì dentro si respiri un’ energia particolare e non del tutto positiva.
Ma chi potrebbe mai alloggiare in un posto simile, conoscendone i retroscena?
Lo Stay on Main, la facciata del Cecil
Per ovviare al calo degli incassi la direttrice di allora, Amy Price, inventò una nuova immagine con cui sponsorizzare l’hotel su internet. Ristrutturò una piccola porzione di edificio e creò così lo Stay on Main. Una specie di ostello dove giovani e turisti potevano alloggiare nel pieno centro di Los Angeles a prezzi contenuti. E la pubblicità, c’è da ammetterlo, fu fatta molto bene perchè l’hotel riprese a guadagnare e attrarre nuova clientela. Tra queste persone, vi era Elisa Lam.
Il viaggio di Elisa
Elisa Lam è una giovane ragazza di 21 anni che abita a Vancouver, in Canada. Una studentessa brillante ma che soffre di bipolarismo. Alterna giorni di euforia a periodi di depressione ed affronta la cosa scrivendo on line, sfogando i suoi pensieri sulla sua pagina Tumblr. Per provare nuove esperienze e cercare sè stessa decide di affrontare un viaggio da sola e visitare la California. Un itinerario di varie città, tra le quali Los Angeles. Prenotò in quello che le sembrava un ottimo posto, in pieno centro. Non aveva idea di cosa avrebbe trovato al suo arrivo. E la notte prima del termine del suo soggiorno, Elisa sparì.
I genitori allertarono subito le forze dell’ordine in quanto era insolito che la figlia non si facesse sentire. Li chiamava ogni giorno. Ma per giorni della ragazza non si trovò traccia.
La polizia tramite le telecamere dell’ albergo scoprì che dopo essere rientrata, Elisa non aveva più lasciato l’ hotel. La riconobbero poi nel video dell’ascensore che, dopo la sua pubblicazione in rete, scatenò una curiosità incredibile facendo interessare al caso decine di utenti decisi a investigare per la risoluzione del caso: i segugi di internet, come vengono chiamati dalla polizia americana.
Fu solo parecchi giorni dopo che il corpo di Elisa fu scoperto, grazie alle segnalazioni di alcuni clienti che avevano notato che l’acqua aveva uno strano color marrone e aveva un cattivo sapore. Questi clienti, che quell’acqua la usavano per fare la doccia o lavarsi i denti, segnalarono la cosa alla direzione del Cecil e fu così che il manutentore dell’hotel trovò il corpo di Elisa Lam, nudo, all’interno di una delle quattro cisterne d’acqua sul tetto del palazzo.
Coincidenze e complotti
Dopo che la notizia fu diffusa dai media corsi sul posto, in molti iniziarono a trovare varie coincidenze, alcune anche molto sinistre, su quanto successo ad Elisa ed il film Dark Water. La giacca rossa della protagonista, la scena dell’ascensore, un complesso residenziale fatiscente e, addirittura, la cisterna dell’ acqua dentro cui annega una bambina.
Coicidenze agghiaccianti, tanto che alcuni insinuarono l’idea che qualcuno uccise Elisa Lam per inscenare il film nella realtà. Internet, si sa, è uno dei covi preferiti dai teorici del complotto ed in molti sostennero che i dipendenti del Cecil fossero coivolti, cosi come anche la polizia che, assieme alla direzione dell’hotel, cercava di insabbiare le notizie per impedire la risoluzione del caso.
Come sempre accade quando un fatto di cronaca è così particolare da scuotere varie persone nel mondo e diventare virale, la realtà ispira la finzione e la storia di Elisa non fa differenza. Il suo caso è stato citato in varie serie tv, film, ed è anche stato di ispirazione per la quinta stagione di American Horror Story, come parzialmente confermato da Ryan Murphy, di cui trovate un approfondimento cliccando il link.