Un’esclusione cocente

In molti, noi compresi, abbiamo faticato e non siamo riusciti ad accettare serenamente l’esclusione di Suspiria di Luca Guadagnino dagli Oscar. Zero nomination per un’opera dal valore tecnico e artistico decisamente alti, che non sono bastati a far breccia nei cuori dell’inflessibile giuria degli Academy, ancora troppo ancorati ad uno strano pregiudizio e ad una scarsa considerazione per il genere orrorifico.

Gli Oscar “indipendenti”

Ma una piccola rivalsa Suspiria, e Guadagnino, se la sono presa. La sera prima degli Oscar, infatti, si sono tenuti gli Independent Spirit Awards, premiazioni per i film a medio-basso budget e per il remake del film di Dario Argento sono stati assegnati due importantissimi riconoscimenti:

il premio Robert Altman, assegnato al miglior gruppo regista – cast – casting director ed il premio per la Miglior fotografia, curata da Sayombhu Mukdeeprom, che aveva già collaborato con Guadagnino in Chiamami col tuo nome.

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

Sono da considerare premi di consolazione questi? Chi può dirlo. Il premio Robert Altman, tra quelli della rassegna, è probabilmente il più giusto e rappresentativo per questo film. Regia e cast hanno creato un’amalgama incredibile in Suspiria. La tripla interpretazione di Tilda Swinton (nei panni di Madame Blanch, Dr. Jozef Klempe ed Helena Markos) è stata da brividi. Anche Dakota Johnson e Chloë Grace Moretz hanno dato il meglio di sé, con quelle che sono forse le loro migliori performance della carriera. Le potenzialità per qualche Oscar, insomma, c’erano.

Ma è anche vero che l’equivalenza Oscar = Qualità è da tempo e notoriamente superata. Un film, per essere da Oscar deve rispettare parametri e valori quasi sempre in grande contrasto con quelli tipici di un cinema di genere ed estremista.

Ma se invece si scorrono gli albi d’oro delle edizioni degli Independent Spirit Awards si scopre con sorpresa quanto questa manifestazione non abbia paura di osare, in pieno spirito horror, premiando film aggressivi, cupi, misteriosi, neri. Basti vedere il trionfo nella scorsa edizione della tripletta Scappa: Get Out, Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Tonya.

È forse questa, allora, la meritocrazia? Forse nemmeno, a livello assoluto, ma è come piace a noi. Sicuramente è indizio di maggior apertura verso un cinema a 360°.

Suspiria