TerrorVision è un B-movie diretto da Ted Nicolaou, un mix di fantascienza, horror e commedia. Prodotto dalla celebre Empire International Pictures, la stessa che ha realizzato cult horror come Ghoulies, Re-Animator, Troll e Dolls. Nonostante non abbia riscosso successo critico o commerciale al momento della sua uscita, TerrorVision è diventato nel tempo un piccolo cult movie dell’horror trash.
Salta subito all’occhio il loro look anni ’80…
TerrorVision, la trama: I Puttermans, una famiglia suburbana dai tratti esagerati, acquistano un’antenna all’avanguardia che promette loro l’accesso alla TV via satellite. Tuttavia, questa antenna funge anche da teletrasportatore per un alieno viscido e fuori controllo. I giovani protagonisti devono improvvisarsi custodi per impedire alla creatura di scatenare il caos.
Anche se non si direbbe a vedere l’ambientazione del film, è stato girato vicino a Roma consecutivamente con Troll. Molti membri della troupe hanno infatti lavorato su entrambe le produzioni. Tra questi, il designer degli effetti creature John Carl Buechler (che è anche regista di Troll), il direttore della fotografia Romano Albani e il compositore Richard Band. TerrorVision e Troll sono stati distribuiti negli Stati Uniti a un mese di distanza l’uno dall’altro, nel 1986, mentre in Italia TerrorVision è uscito direttamente in VHS nel 1989, un’edizione ormai rara. Ma non disperate, il film è disponibile in streaming su Amazon Prime Video, approfittate quindi a vederlo finché è sul catalogo.
La fotografia di TerrorVision è opera del direttore della fotografia italiano Romano Albani, noto per il suo lavoro su Inferno e Phenomena di Dario Argento. Albani si diletta con il colore conferendo a TerrorVision un look e atmosfera da fumetto nello stile di film come Creepshow (o almeno quasi). Anche le riprese esterne sembrano essere state realizzate in uno studio, conferendo al film una sensazione artificiale e chiusa che rafforza l’ambientazione suburbana.
La “simpatica” creatura aliena
TerrorVision si distingue per la sua perversione e per i personaggi eccentrici, un film bizzarro e ridicolo anche per gli standard da horror-comedy anni ’80. Negli anni ’80, diversi B-movie puntavano su un approccio più camp e trash, con effetti speciali grossolani e un’autoironia che ne sottolineava la natura goliardica. I tempi sono ormai cambiati e oggi ci sono pochissime produzioni che vogliono rischiare con prodotti di questo tipo, anche perché molto spesso il pubblico non reagisce bene alla componente comica nel genere horror.
La corruzione sociale, manifestata sotto forma di mostro alieno che sbircia dalla TV e poi esce dallo schermo nella casa, rappresenta il tema principale del film. La TV ti divorerà, letteralmente. Il 1986 fu il primo anno in cui la televisione cominciò a operare anche via satellite, e l’offerta televisiva esplose. Una varietà di nuovi canali entrava nelle case americane e l’accesso a tutto quel materiale inedito veniva considerato segno di agiatezza e modernità. Queste antenne paraboliche erano anche viste con sospetto da molti, e l’idea degli alieni attirati dal segnale viene da sé.
Gli elementi satirici prendono di mira la famiglia americana degli anni ’80: genitori yuppie, una figlia adolescente immersa in una fase punk e un nonno insieme al giovane figlio ossessionati da armi e distruzione apocalittica. L’intero cast sembra divertirsi molto, interpretando i loro ruoli in modo esagerato e abbracciando pienamente l’assurdità della situazione. Come Diane Franklin, che ricorda una versione ancora più eccentrica di Cyndi Lauper, o Jennifer Richards nel ruolo di Medusa, un’ospite horror che sembra ispirarsi all’iconica Elvira.
Una famiglia come tante (?)
TerrorVision grida anni ’80 in ogni aspetto. I vestiti, le parrucche e il trucco dei personaggi sono vistosi e colorati, il set e gli oggetti hanno un look kitsch e futuristico. Il fatto che la loro casa sia in realtà un set cinematografico viene reso palese e alla fine la loro stessa televisione si rivela letale. L’umorismo del film, con i personaggi che ripetono slogan senza senso e terminano ogni dialogo con battute imbarazzanti, porta l’attenzione sulla mediocrità e la stupidità della televisione trash. E lo squallore che troviamo è prima di tutto nei personaggi, a partire dai genitori scambisti che tornano a casa con un’altra coppia con cui intendono condividere il lusso della piscina e dell’antenna satellitare. Nel frattempo il piccolo di casa con sua sorella e il suo fidanzato “metalhead” fanno amicizia con il mostro e gli insegnano ad amare il cibo spazzatura e la televisione.
L’attenzione ai dettagli nel design della creatura non è da poco, soprattutto considerando il budget limitato del film. Bastano pochi minuti per capire che non si tratta di un film alla E.T., ma di un horror volutamente trash e demenziale. La creatura può ricordare anche Jabba the Hut ma con tentacoli simili a artigli, uno dei quali è dotato di un enorme occhio all’estremità. Sebbene sia lento e goffo, riesce comunque a essere un killer spietato. Gli effetti speciali sono volutamente esagerati e surreali e non cercano mai quel gore realistico. Anche perché ogni singolo elemento del film è sopra le righe, e qui bisogna davvero mettersi d’impegno per trovare qualcosa di equivoco o di involontariamente ridicolo. Gli eccessi non sono soltanto nella componente splatter e disgustosa, ma anche nei dialoghi dei personaggi e nei loro comportamenti.
Dettaglio dell’occhio gigante
Nonostante fosse la sua prima esperienza alla regia di un lungometraggio, Ted Nicolaou riesce a ricreare un’estetica quasi da cartoon live-action. Gli effetti speciali riescono a rendere il mostro sia disgustoso che buffo allo stesso tempo. L’unico modo per affrontare questo tipo di produzione è non prendersi seriamente, e il regista Nicolaou – che avrebbe poi diretto tutti e tre i film della serie Subspecies – fa esattamente questo. Una satira che diventa parodia di se stessa, prendendosi gioco delle famiglie americane di quegli anni.
Ciò che distingue TerrorVision da altri film horror camp degli anni ’80 è il suo atteggiamento genuinamente spensierato nel creare una storia delirante e continuamente divertente. Si tratta chiaramente di uno di quegli horror da vedere in maniera giocosa e ancora meglio in compagnia, consapevolmente. A suo modo il film cattura ed esaspera uno spaccato americano di quegli anni, eccedendo fino a diventare caricaturale. Se vi divertono queste stravaganze demenziali degli anni ’80, allora vi consiglio di recuperarlo.
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