Prodotto nel 1973 e inedito per più di 45 anni, The Amusement Park è stato restaurato e distribuito sul canale americano Shudder, l’8 giugno 2021. In Italia ancora non è disponibile.
Trama: Un anziano signore vaga in un parco dei divertimenti, solo per ritrovarsi invece nel bel mezzo di un incubo.
The Amusement Park è stato girato in 16mm nel parco di divertimenti di West View, in Pennsylvania. Per una durata di soli 52 minuti, è in realtà un lavoro che gli fu commissionato dalla Lutheran Society (Società luterana) come film educativo sugli anziani e i problemi legati ad abbandono ed emarginazione. Il prodotto finale venne poi accantonato dalla stessa società perché troppo scioccante da proiettare. Una stampa viene ritrovata da Daniel Kraus nel 2018, e successivamente restaurato da IndieCollect insieme alla George A. Romero Foundation. Dopo la presentazione del film a Pittsburgh il 12 ottobre 2019, Shudder acquista i diritti di distribuzione e diffonde il primo trailer il 6 maggio 2021.
The Amusement Park non è certo l’horror che ti aspetti da George A. Romero, si tratta come dicevo di un lavoro commissionato e non destinato alla sala, ma comunque una visione interessante. La vedova di George e la sua Fondazione hanno fatto sicuramente un buon lavoro di restauro con le copie 16mm che avevano, notevole la resa cromatica e l’aspetto invecchiato (passatemi il termine) della pellicola.
Fu realizzato da Romero nel 1973, lo stesso anno dell’uscita di The Crazies (La città verra distrutta all’alba). Dopo La notte dei morti viventi (1968) – che è uno degli esordi più incredibili della storia del cinema – Romero non ha molta fortuna e si ritrova a girare un film per la televisione, There’s always Vanilla (1971). In seguito realizza La stagione della strega (1972), e solo nel 1978 torna alla sua serie di film sui morti viventi con uno dei suoi capolavori: Zombi (Dawn of the dead). Ricordiamo che Romero ci ha lasciati nel 2017 a 77 anni, restando uno dei registi più influenti della storia del cinema horror.
In un parco divertimenti che dà la priorità ai giovani e alla ricchezza, vediamo l’anziano protagonista spintonato da adulti e bambini che affollano le giostre. In un crescendo drammatico lo vediamo imbattersi in una fila di anziani che vendono i loro beni preziosi in cambio di biglietti. Romero abbraccia la natura carnevalesca di questa sua metafora, muovendo il protagonista di Mazzel attraverso una serie di situazioni che sottolineano l’emarginazione e l’abbandono degli anziani. La messa in scena cerca continuamente di trasmettere un senso di disorientamento, come se l’anziano protagonita fosse un bambino smarrito, incapace di ritrovare i propri genitori in mezzo alla folla. Come sempre è molto forte la critica romeriana al consumismo, e riesce anche qui a praticare la sua dissezione dei tratti più deboli dell’umanità.
L’attore Lincoln Maazel interpreta l’uomo senza nome che funge da unico personaggio di The Amusement Park, volto familiare ai fan di Romero perché ha poi recitato in Martin, vampire-movie psicologico del 1978. Dopo il prologo lo vediamo in una stanza bianca molto onirica, e vestito con un abito bianco, chiede ad un uomo malconcio di uscire dalla porta insieme a lui, ma lo avverte: non c’è niente là fuori. Il personaggio di Mazzel esce comunque dalla stanza e viene sopraffatto dal parco divertimenti, perdendo la sua compostezza, la sua dignità e anche la sua sanità mentale.
The Amusement Park è un’opera ipnotica e non certo piacevole da guardare, perché ci mostra la rapida discesa di un anziano nell’obsolescenza e nella disperazione mentre il mondo lo spoglia della sua dignità. Una sequenza di immagini da incubo che mischiano il surrealismo con il documentario. Gli altri personaggi che affollano le scene si trascinano con un’indifferenza non così lontana dagli iconici zombi del regista. Anni prima che trasformasse un centro commerciale suburbano nell’ultimo baluardo del comfort dell’umanità, Romero presenta un parco divertimenti che diventa un microcosmo della società americana, che non sa cosa farsene di chi è incapace di consumare rapidamente quanto gli individui più giovani.
Non si tratta di un grandissimo film, ha decisamente quell’incompiutezza non voluta, essendo stato commissionato e poi accantonato, e non destinato alla sala. Molto probabilmente la Società luterana si aspettava un’esperienza meno macabra e viscerale. Invece si sono ritrovati davanti ad uno strano ibrido fra un film grottesco ed un video educativo.
The Amusement Park resta comunque un’opera affascinante e indubbiamente romeriana, un riflesso distorto di follia e disperazione, un dramma psicologico e sperimentale. Una visione consigliata ai fan di George A. Romero che vogliono completare la sua filmografia.
Leggi anche —-> 5 film horror poco citati degli anni ’70