Uscito a febbraio nei cinema in Russia, Polonia e in America come prima pellicola italiana sulla piattaforma Shudder, da poco presentato in anteprima nazionale al Comicon di Napoli dove ha riscosso grande successo, The Bunker Game, il film del regista abruzzese Roberto Zazzara, è arrivato nelle sale come evento unico il 2 e 3 maggio, vantando nel cast internazionale la presenza di Gaia Weiss, Lorenzo Richelmy e Serena De Ferrari.
Distribuito in Italia da Eagle Pictures che è anche co-produttore insieme a Be Cool, The Bunker Game, si presenta al pubblico nella veste del thriller-horror italiano, un genere figlio di Mario Bava e Dario Argento, ma attualizzato nei personaggi e nella trama, che manca nei diari cinematografici nazionali degli ultimi anni.
Scritto insieme a Davide Orsini, noto sceneggiatore di Teramo (In fondo al bosco, Il legame, Generazione 56K), The Bunker Game è un film di forti sensazioni, emozioni e paure, di ricordi e speranze rinchiusi sottoterra, lungo i chilometri di gallerie antiatomiche del monte Soratte, un enorme bunker sotterraneo, appena fuori Roma, dalla lunga storia, fatto costruire da Benito Mussolini, come suo rifugio e occupato dai nazisti.
È al suo interno che il film è interamente girato e ambientato, i protagonisti sono un gruppo di giocatori che muovono le mosse di un gioco di ruolo dal vivo, nel gergo un Larp (acronimo di Live action role playing). Dopo diversi incidenti la protagonista Laura, interpretata dall’attrice francese Gaia Weiss (Vikings, La Révolution, Meander – Trappola mortale) si rende conto che Lorenzo Richelmy (Marco Polo, Ride, Il talento del Calabrone) nei panni di Greg, amante di Laura e mastermind del gioco, è sparito. Qualcuno dovrà cercarlo nei tunnel scuri e misteriosi che nascondono antichi orrori.
Accanto a loro, un cast europeo di altissimo livello che raccoglie attori di diverse origini, tra cui Mark Ryder (I Borgia), Makita Samba (Parigi, 13Arr.), Serena De Ferrari (Mare Fuori).
È proprio vivendo in prima persona un’esperienza del genere che Roberto Zazzara ha avuto l’idea del film, nata durante la partecipazione del regista ad un LARP organizzato dalle menti creative – e abruzzesi – della Chaos League, un immersive experience studio che crea mondi extra-ordinari da esplorare attraverso, e non solo, giochi di ruolo vivo.
Vivendo per alcuni giorni all’interno del bunker Soratte, Zazzara, ha avuto sempre la sensazione che in quel luogo immenso che si sviluppa orizzontalmente per chilometri e chilometri nella roccia del monte sovrastante, si potesse ancora respirare parte della storia vissuta, del fascismo, del nazismo, della Guerra Fredda e che le leggi che governano il mondo potessero essere stravolte in una situazione di chiusura fisica, temporale e geografica.
“Ho camminato da solo, attraverso quei tunnel bui e vuoti – racconta Zazzara – scoprendo i detriti delle vite di altre persone, vissute e morte lì in altre epoche, eppure presenti, in un tempo fuori dal tempo. Ammetto di aver avuto paura, e ho voluto trasmettere al pubblico quelle sensazioni, attraverso un racconto personale e universale. La maternità, la ciclicità della vita, la paura che ci rende peggiori”.
The Bunker Game è, infatti, una storia di donne forti, di fantasmi che riemergono dal passato, è un viaggio cromatico, un’escursione nei luoghi della psiche umana dove si annidano paure profonde dell’inconscio umano, è la rappresentazione trasfigurata di un pezzo di storia italiana, ancora molto attuale e che sta prepotentemente tornando, con le rinnovate paure attorno alla guerra in Ucraina, al nucleare, ai fascismi che riemergono.
“Con Davide Orsini ho deciso di lavorare ad un thriller-horror – sottolinea il regista – un genere ormai abbastanza desueto in Italia, nonostante il grande successo avuto negli anni da Dario Argento e Mario Bava, e posso dire che è stata un’esperienza piuttosto impegnativa proprio perché in qualche modo noi italiani che abbiamo fatto la storia del cinema di genere, abbiamo forse perso il know how, quindi parte del lavoro è consistita proprio nel cercare collaboratori e riscoprire certe dinamiche del genere”.
La colonna sonora originale, prodotto e distribuita da Cinevox, è firmata da Umberto Smerilli (La ragazza del mondo, Il regno), compositore pescarese attivo nel cinema d’autore. Una combinazione che contribuisce all’immersione dello spettatore nelle atmosfere del bunker e che crea un ricco dialogo con alcune canzoni di repertorio, tra cui la celebre Parlami d’amore Mariù.
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