Il 23 giugno di ben 5 anni fa usciva nelle sale italiane il secondo capitolo della fortunatissima saga The Conjuring, diretto da James Wan. I coniugi Warren questa volta si spostano in Inghilterra dove avranno a che fare con uno dei casi più documentati di attività paranormale.
Trama
1977 Enfield, borgo situato nella parte più settentrionale della Londra Esterna. La famiglia Hodgson, composta dalla madre Peggy e dai quattro figli di età compresa tra i 7 e i 12 anni, si trova ad avere a che fare con alcuni fenomeni paranormali che li porteranno a chiedere aiuto ai demonologi più famosi di Hollywood. Sullo sfondo di un nuovo caso da risolvere, Lorraine si troverà a fare i conti con un’entità che la perseguita da diversi anni.
Il caso Enfield realtà o pura finzione?
Il caso del poltergeist di Enfield è stato uno dei casi maggiormente documentati di presunta attività paranormale. Dico presunta perché la verità è che molti sono gli scettici, compresi il Commitee for Skeptical Inquirity e la Society for Psichical Research, quest’ultima interpellata proprio dalla famiglia Hodgson. Ma perché è ritenuta una bufala? Cercherò di spiegarne le ragioni così come cercherò di portare anche la sua antitesi. Il verdetto finale spetta solo e unicamente a voi.
Le prove a favore della presenza del poltergeist
Tantissime sono le prove portate a favore dell’effettiva presenza del Poltergeist all’interno di casa Hodgson. Pare, infatti, che almeno 30 persone abbiano testimoniato di aver avuto diretta esperienza di fenomeni paranormali all’interno della casa. Mobili che si spostano da soli, colpi ripetuti in modo ritmico e cadenzato, apparizione e successiva scomparsa di piccole pozze d’acqua e di piccoli incendi.
Ma le due prove maestre a sostegno della tesi della possessione sono le fotografie e la voce alterata della piccola Janet. Nelle fotografie, infatti, pare che la bambina sia stata colta in una forma di levitazione. Anche la sorella maggiore Margaret ha testimoniato di averla vista levitare.
La prova più terrificante è, tuttavia, la voce alterata. All’interno del video è possibile sentirne la registrazione originale, così come alla fine della pellicola. Secondo i sostenitori della tesi paranormale, una persona non avrebbe le abilità per alterare in modo così profondo la propria voce senza danneggiarsi in modo evidente le corde vocali principali. Danni che ovviamente Janet non presenta.
La tesi della bufala
Per poter scrivere in modo appropriato ho dovuto fare un po’ di ricerche e una delle analisi più interessanti è quella portata da Massimo Polidoro, divulgatore e segretario del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze). Polidoro, infatti, riporta sia il fatto che Janet, la bambina teoricamente vittima della possessione, sia stata più volte vista piegare cucchiai, picchiare contro i muri o spostare oggetti, sia l’infondatezza delle fotografie sulla levitazione. Queste ultime, in particolare, sono le prove più utilizzate per dimostrare la veridicità del caso. Tuttavia, la posizione di Janet negli scatti è abbastanza sospetta. La bambina sembra più intenta a compiere un salto, piuttosto che vittima di un episodio di vera levitazione. Tale aspetto diventa preponderante quando le fotografie vengono viste in sequenza.
Anche la famosa teoria della voce alterata dalla possessione viene più volte confutata. Si ritiene, infatti, che usando le corde vocali nascoste chiunque sarebbe in grado di ricreare una voce diversa dalla principale. Tale tesi è sostenuta dal ventriloquo Ray Alan, il quale ha avuto modo di vedere la piccola Janet all’opera. Ma Polidoro non si ferma a ciò. Infatti, egli contesta anche la veridicità della testimonianza dei coniugi Warren, i quali, secondo il divulgatore, non hanno mai permesso l’accesso al materiale raccolto, rendendolo, di fatto, una non-prova. Anche l’intervento di un prestigiatore molto famoso sarà cruciale per chi sostiene la tesi della bufala. Infatti, il professionista si accorse dei movimenti sospetti di Janet. E chi, meglio di un illusionista di professione, può smascherare un’aspirante tale?
Il demone Valak
Una delle figure più iconiche del film è sicuramente il demone Valak interpretato dalla fantastica Bonnie Aarons. Ma il demone Valak esiste nell’iconografia o è una semplice invenzione di James Wan? Diciamo che entrambe le ipotesi sono più o meno corrette. Infatti, nel libro “Piccola chiave di Salomone” o Lemegeton Clavicula Salomonis, uno dei più famosi grimori, viene nominato il demone in questione, chiamato anche Presidente Valak. Tuttavia, egli non ha assolutamente la forma di una suora demoniaca e tantomeno è definito il blasfemo. Viene infatti rappresentato come un cherubino con ali d’angelo a cavallo di un drago a due teste. Dai credenti viene descritto come un demone dall’aspetto femmineo e vagabondo del cosmo, pertanto gli viene attribuito l’attributo di Cometa. Si dice che tra i suoi poteri vi sia il “dominio del Fuoco del Serpente” (figura metaforica per indicare la passione sessuale) e la capacità di armonizzare lo Yin e lo Yang. Si dice inoltre che possa rivelare dove siano nascoste cose preziose ed era questo il motivo per cui veniva spesso evocato. Infine, ha la capacità di individuare i serpenti e comunicare con essi. Anche se molti lo associano al dio greco Hermes, per via del caduceo, la somiglianza fisica e l’associazione con la capacità di controllare la passione e veicolarla lo rendono più simile a Eros, il dio greco dell’amore e del desiderio. È, infatti, molto probabile che nell’opera di conversione dal paganesimo alla religione cattolica molte divinità greche e latine siano state o commutate in una corrispondente figura del cristianesimo o demonizzate al fine di depauperare e riassorbire i culti precedenti.
Il film di James Wan
The Conjuring 2 – il caso Enfield è caratterizzato da una precisa ricostruzione dei fatti. I personaggi che incontriamo nel corso del film sono persone realmente esistite e la somiglianza in alcuni casi è veramente strabiliante. Anche la cura per i dettagli è evidente. Lo possiamo vedere dagli accorgimenti scenografici accurati e dall’introduzione di alcuni particolari molto significativi, come lo show in cui vediamo Ed e Lorraine Warren. La regia è puro marchio Wan, si vede la sua mano in ogni singola inquadratura, andando a richiamare sia il precedente The Conjuring che Insidious. La recitazione funziona. Vera Farmiga è convincente come sempre, riuscendo a dare credibilità a un personaggio borderline come quello di Lorraine Warren. Interessante anche l’interpretazione di Madison Wolfe. La somiglianza con la vera Janet Hodgson è impressionante e i rimandi all’interpretazione di Linda Blair nei panni dell’intramontabile Regan MacNeil sono innegabili.
Notevole è anche la costruzione del personaggio di Valak. Come abbiamo visto, seppur sia diverso dall’iconografia “tradizionale”, il personaggio funziona e inquieta, diventando così iconico da meritarsi un intero spin-off. Come con la bambola Annabelle prima di lui, Wan prende dei feticci e ne realizza delle vere icone del genere, così ben studiate da diventare figure con una fanbase autonoma da quella del film.
Le mie considerazioni
Il film è pensato per essere un film di intrattenimento e per sfruttare l’ondata di successo dettata dal primo The Conjuring. Nonostante la pellicola riesca a fare il suo dovere e a creare anche alcune interessanti situazioni di tensione, a mio avviso perde notevolmente esasperando alcune situazioni che sfociano nel grottesco non architettato, più che nel terrore. Un esempio su tutti la scena dell’uomo storto. Ammetto di aver riso in quel momento e non avrei dovuto farlo. Meno incisivo del primo episodio della saga, The Conjuring 2 – Il caso Enfield riesce comunque a tenere il passo e creare un interesse non indifferente rispetto al caso trattato.
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