Il 21 agosto 2013 approdava nelle sale italiane The Conjuring – L’evocazione il colosso targato Warner Bros e diretto dal giovane e talentuoso James Wan, già conosciuto alla guida di fortunatissime saghe horror quali Saw (2004) e Insidious (2010). Tutti presupposti per una riuscita quasi garantita. Se poi i protagonisti sono i coniugi Warren, storici demonologi e re e regina dell’occulto che tanto hanno fatto parlare di loro negli anni ’70, la storia è servita.
Ma con The Conjuring – L’evocazione abbiamo davanti qualcosa che va oltre: la trasposizione cinematografica degli inquietanti casi affrontati dai coniugi ha dato vita ad un universo horror in costante espansione, generando alcuni degli spin off più redditizi e seguiti di sempre. Dalla trilogia della bambola più temuta di tutte Annabelle (2014-2019), all’ormai iconica The Nun (2018), la pellicola continua ad alimentare diverse linee narrative ispirate ai personaggi da essa generati.
Un po’ come Avengers per i cinecomic infatti, la saga di The Conjuring ha dimostrato che anche il genere horror possiede la capacità di unire alla qualità dei contenuti una presa commerciale capillare, di creare un universo unico e di genere e, soprattutto, di far paura.
Il pubblico di oggi infatti è sicuramente molto più abituato a contenuti visivi e narrativi forti (possiamo tranquillamente affermare che il pubblico contemporaneo sia più difficile da spaventare), e per questo negli ultimi anni molti prodotti di giovani artisti emergenti hanno voluto dare una scossa e portare una buona dose di turbamento sugli schermi per quanto riguarda il genere horror, soprattutto con prodotti destinati ad un pubblico più di nicchia.
The Conjuring – L’Evocazione, però, riesce a presentarsi come una storia profondamente pop, ma allo stesso tempo estremamente terrificante. Anche per questo motivo la saga in questione risulta vincente, riuscendo a far coincidere un prodotto sempre in espansione e commerciale con una storia e delle immagini che sicuramente non lasciano indifferenti nemmeno i più spavaldi.
Andiamo a scoprire di più sul primo terrificante capitolo della saga.
La storia
1971, Harrisville, Rhode Island. Ed e Lorrain Warren, i più famosi “acchiappafantasmi” e studiosi del paranormale d’America, vengono contattati da Carolyn, una madre profondamente spaventata. La donna infatti cerca disperatamente l’aiuto dei coniugi per proteggere i suoi cinque figli da una serie di eventi paranormali e terrificanti che si verificano della loro abitazione. Ed e Lorraine non hanno dubbi: qualcosa di non umano infesta la loro famiglia, e non ha alcuna intenzione di andarsene se non con un esorcismo eseguito alla perfezione.
L’indagine che i coniugi compiono unita alla convivenza tra l’entità e la famiglia di Carolyn nella casa di Herrisville genera momenti sempre più misteriosi e terrificanti, dando luce a numerose entità e situazioni al limite della sopportazione per gli umani e, forse, anche per due esperti come Ed e Lorraine. La risoluzione del caso di Rhode Island, che costerà non poche energie ai nostri protagonisti, spianerà la strada per il secondo capitolo della saga, che li vedrà impegnati in uno dei casi di paranormale più emblematici della storia: Il poltergeist di Enfield.
A prima vista L’evocazione si presenta come la classica storia di possessione demoniaca: il nido familiare minacciato, la famiglia felice che vede crollare le sicurezze che facevano parte della loro vita fino a quel momento e, soprattutto, la perdita del controllo sulle proprie azioni, che ti fanno ritrovare in un vortice d’orrore dal quale sembra impossibile uscire. Tutti elementi che propongono uno sviluppo semplice e classico attraverso l’utilizzo di immagini e situazioni ricorrenti all’interno del genere fin dai suoi albori.
Ma cosa ha reso quindi questa pellicola un caso così vincente all’interno del panorama del cinema horror contemporaneo?
The Conjuring – L’evocazione mette in risalto tutti quegli elementi classici che risuonano all’interno dell’immaginario dello spettatore: la casa infestata, la possessione demoniaca di persone e la loro manipolazione tramite oggetti maledetti... Ma lo fa con una sicurezza e un utilizzo delle immagini e dei tempi così preciso e studiato, da risultare rinnovato e spavaldo. E queste caratteristiche, unite ad una storia classica ma ben strutturata, offrono una visione nuova e impavida di tutti quegli elementi classici del genere.
Per questo il film si presenta come un’esperienza di terrore esplicito e senza sosta, che non si lascia frenare dal fatto di essere destinato ad un pubblico ampio e numerosissimo. Accetta la sfida di tenere sullo schermo il momento di terrore quell’istante in più, di mostrare il male che i protagonisti stanno fronteggiando direttamente in volto, senza mezze misure, così da generare nello spettatore un susseguirsi di emozioni senza sosta, che tolgono il fiato ad ogni scena. E lo fa raggiungendo un equilibrio tra esperienza immersiva nel terrore e tutti gli elementi tipici di un film profondamente commerciale (la pellicola è stata realizzata con un budget di 20 milioni di dollari e ne ha incassati più di 300).
Forse proprio per questo motivo il successo di The Conjuring -L’evocazione è stato così travolgente e ha dato il via ad uno degli universi horror più promettenti degli ultimi anni: ha dimostrato che l’horror può davvero essere un’esperienza di terrore a 360 gradi anche se non ci troviamo all’interno del cinema d’autore o d’elite. E questo, specialmente alla luce del momento storico che attraversiamo, risulta estremamente importante e definitivo, per far avvicinare tutta quella fetta di pubblico che, grazie alla presa commerciale dell’opera, viene introdotto efficacemente al genere.