Patrick Wilson e Vera Farmiga tornano nei panni dei coniugi Warren, demonologi e investigatori del paranormale. Qui nel terzo capitolo di The Conjuring, e ottavo film di questo universo creato da James Wan nel 2013.
Trama (The Conjuring – Per ordine del diavolo): Nel 1981, Ed e Lorraine Warren devono affrontare un nuovo caso che coinvolge un uomo, Arne C. Johnson, che dopo essere stato accusato di omicidio dichiara di essere posseduto da un demone.
Il caso Arne C. Johnson
5 anni dopo il secondo capitolo, The Conjuring prende ancora una volta spunto da un fatto realmente accaduto, un noto caso giudiziario del 1981 in Connecticut, il processo ad Arne C. Johnson, reo confesso dell’omicidio del suo padrone di casa. Mentre i Warren si sforzano di comprendere cosa sia realmente successo, la coppia scopre qualcosa di ancora più terrificante.
Il caso suscitò scalpore per essere stato il primo in cui un avvocato difendeva il proprio cliente perché vittima di una possessione demoniaca al momento del reato. Johnson, prima che compisse l’omicidio, fu visitato dai due demonologi Edward e Lorraine Warren, i quali erano convinti della possessione. Il film non vuole essere una ricostruzione fedele dei fatti.
Non più James Wan alla regia
Alla regia di questo terzo capitolo troviamo Michael Chaves, che aveva precedentemente girato il sesto film nell’universo conjuriano, ovvero La Llorona (2019). In un franchise sempre più redditizio (il secondo di sempre, dopo quello di Godzilla), siamo giunti all’ottavo film realizzato in otto anni, contando anche The Nun, i 3 film di Annabelle e La Llorona, i quali si intersecano nella narrazione. Alcuni di questi sono meno riusciti di altri, ma i primi due The Conjuring di James Wan restano ancora i due film più apprezzati, peccato che poi Wan abbia avuto anche altri impegni da seguire.
Nella cronologia degli eventi, questo terzo capitolo di The Conjuring si colloca dopo i primi due, esattamente nel 1981. Patrick Wilson e Vera Farmiga sono sempre convincenti nella parte di Ed e Lorraine Warren. Questa coppia di personaggi è senza dubbio la vera anima di questo universo, e la parte più riuscita di questo terzo capitolo, a sorpresa, è la loro storia d’amore, che li tiene ancorati al mondo terreno con un’intensità inaspettata.
Gli aspetti più riusciti
Premetto che nonostante io non abbia apprezzato molto il film, ha alcune caratteristiche per soddisfare una fetta di pubblico. Fra gli elementi più riusciti, oltre alla storia d’amore menzionata sopra, aggiungerei il giovanissimo attore Julian Hilliard, una piccola promessa che ha già all’attivo ruoli in WandaVision, The Haunting of Hill House, Penny Dreadful e Il Colore venuto dallo spazio. Nella prima parte del film tormenta letteralmente i Warren con una performance memorabile.
Interessante la colonna sonora (anche se a volte gli effetti sonori stordiscono troppo) di Joseph Bishara, che è ormai il compositore ufficiale di questi film. Non solo, perchè come molti sanno è il trasformista presente in diversi ruoli, dal demone di Insidious a quello di The Nun. In questo film invece troviamo un’antagonista che si discosta un po’ dalle scelte precedenti, senza aggiungere ulteriori dettagli è una scelta che ho trovato azzeccata e abbastanza inquietante, ma nell’idea più che nella messa in scena.
La fotografia di Michael Burgess avvolge il film di un’oscurità asfissiante, con lo spettatore costretto ad individuare nelle inquadrature qualcosa di orribile che si nasconde sempre nell’ombra. Per gli amanti del jumpscare qui assolutamente ce ne sono in abbondanza, ma questo per molti (come me) è un aspetto negativo, e infatti torno su questo discorso in seguito.
Gli aspetti meno convincenti
In questo terzo capitolo non ho trovato l’atmosfera e l’ingegnosità dei due film del creatore James Wan. Il film di Chaves, regista secondo me ancora inesperto, risulta troppo meccanico e focalizzato sulla quantità di jumpscares piuttosto che soffermarsi sui personaggi e sull’ambiguità della storia. La mia impressione è stata quella di trovarmi in una giostra a tema horror, un continuo di spaventi immediati senza mai entrare veramente nella narrazione o nella psicologia dei personaggi.
Il potenziale di questa storia mi è sembrato sprecato, trattato in queto modo. Si perde quasi subito il punto della vicenda, fornendo risposte superficiali e concentrandosi troppo sul mostrare in modo esplicito (e sempre eccessivo) questi avvenimenti paranormali. Il punto di forza, a mio parere, era l’ambiguità di fondo presente in questo caso. Arnie era davvero posseduto? Personalmente avrei preferito uno sguardo più misterioso e suggestivo, restando in bilico fra pazzia e possessione demonica. Manca anche quel realismo per rendere il tutto più credibile, colpa molto spesso di un abuso di effetti speciali (computer grafica).
Mi rendo conto che si tratta di un horror soprannaturale rivolto ad un pubblico più ampio possibile, e quindi fa leva su questo meccanismo di jumpscare ed effetti (anche sonori) mirati a tenere sempre alta l’attenzione, intrattenendo il più possibile. Penso anche che l’horror con possessioni ed esorcismi sia sempre più inflazionato, troppo legato a decenni passati. Ma la regia di Chaves, che cerca a volte di riprodurre quella di James Wan, sembra voler stupire troppo con soluzioni visive che hanno un forte impatto sul momento, ma nell’insieme manca quell’impronta stilistica che distingueva i primi due capitoli. Il film, per dirla in maniera più semplificata, preferisce far saltare dalla poltrona piuttosto che inquietare davvero lo spettatore, soprattutto dopo la visione.
Per concludere
Nei film precedenti, Ed e Lorraine sono sempre stati delle vere e proprie autorità del paranormale. In The Conjuring – Per Ordine Del Diavolo assistiamo a qualcosa di diverso, perché devono soprattutto convincere gli scettici presenti al processo, e la polizia, per aiutarli a dimostrare l’innocenza di Arne. Nel tentativo di far vincere la causa conducono l’avvocato nella famosa stanza degli Artefatti. La sceneggiatura, che non è scritta dal regista, presenta un susseguirsi di scene con spaventi che diventano anche prevedibili, e finiscono per indebolire l’idea alla base del film.
Un film che tutto sommato può soddisfare una buona fetta di fan di The Conjuring. Per quanto mi riguarda è un passo indietro rispetto ai primi due film, dove si vedeva la mano di James Wan. Ne consiglio a prescindere la visione, anche se chi preferisce l’horror più psicologico e d’atmosfera non sarà molto contento.
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