9 Aprile 2019. Durante la trasmissione della settimanale puntata di Monday Night Raw, show della federazione di wrestling WWE, viene trasmesso uno strano segmento. Esso rappresenta un pupazzo con le fattezze di una poiana mentre esce da una scatola. Non c’è altro, nessun commento, nessun indizio, nulla che permetta di capire il significato di quanto trasmesso. Il pubblico presente nell’arena ride, inconsapevole di avere appena assistito alle origini di uno dei personaggi più interessanti nel mondo del wrestling contemporaneo: “The Fiend” Bray Wyatt.

Chi è Bray Wyatt?

Bray Wyatt, nome d’arte di Windham Rotunda, è nato il 23 Maggio 1987. La sua è una famiglia già da tempo coinvolta nel business del pro wrestling. Il giovane Windham inizia pertanto a mostrare interesse nel seguire le orme del padre e del nonno, ma decide di farlo a modo proprio. Approdato in WWE, la più famosa federazione al mondo nel campo dello sport-intrattenimento, Rotunda passa qualche anno nel limbo, lontano dalle attenzioni e dalle preferenze del pubblico. Le cose cambiano nel 2012, quando al ragazzo viene offerta la possibilità di creare un nuovo personaggio che ne rispecchi gli interessi e le inclinazioni. E’ così che nasce Bray Wyatt, una sorta di inquietante santone dalle grandi capacità oratorie.

Bray Wyatt è una figura intrigante, ma che probabilmente si sposa poco con le esigenze di un pubblico ampio per età ed estrazione culturale. E’ così che, dopo qualche anno, il personaggio inizia ad essere subissato di fischi e di “boring!” (“sei noioso!”) ogni qualvolta si trovi a mettere piede fra le corde del ring. Nel 2018 questa prima incarnazione del personaggio scompare dalle scene e Windham Rotunda inizia a lavorare su qualcosa di nuovo. Qualcosa di malvagio.

Firefly Funhouse

Il “nuovo” Bray Wyatt si compone di due personalità distinte. La prima è quella di un presentatore di uno show per bambini denominato “Firefly Funhouse”. Come in ogni programma di tale tipologia, Wyatt è circondato da colori sgargianti e pupazzi che interpretano dei personaggi. Tra questi troviamo Mercy, la strana poiana che aveva spiazzato il pubblico durante quel lunedì di Aprile 2019. Il Wyatt presentatore è un affabile omaccione dalla faccia rassicurante, sempre vestito con camicia e gilet. Nei suoi spettacoli, esordendo con il motto “Yowie Wowie!”, si accinge ad intrattenere le tante piccole “libellule” che lo seguono. Ci sono tuttavia tanti piccoli elementi che rendono tali performance molto più inquietanti di quanto non sembrino. Per cominciare, Wyatt si abbandona spesso a momenti di silenzio, in cui guarda in camera con espressione minacciosa. Mercy ha poi come passatempo quello di tentare di sbranare il piccolo Ramblin’ Rabbit. Il pupazzo da ventriloquo, Abby the Witch, è ben lontano dall’estetica tipica della tv per bambini.

Inoltre, beh, non si può dire che i temi trattati siano dei più scanzonati…

Questi sono soltanto alcuni degli elementi a rendere “Firefly Funhouse” uno show molto più disturbante di quanto non possa sembrare. Ma quali sono le ispirazioni dietro ad esso? Tanto per cominciare è evidente come il Bray Wyatt “presentatore” si ispiri a Fred Rogers, figura iconica nel panorama televisivo statunitense. Il suo show “Mister Rogers’ Neighborhood” è andato in onda per più di trent’anni e ha saputo intrattenere con spensieratezza molteplici generazioni di bambini. Nel 2018, nella serie “Kidding”, Jim Carrey ha portato in scena una rilettura disillusa e depressa della figura del conduttore della tv per bambini. Non si può pertanto escludere che Wyatt abbia attinto elementi da quella fantastica interpretazione, ma c’è un’altra serie che sembra costituire una solida fonte di ispirazione per “Firefly Funhouse”. Lo show in questione è la prima stagione di “Channel Zero”, incentrata su “Candle Cove”, uno spettacolo cartoonesco dai risvolti decisamente disturbanti. Da non sottovalutare è poi l’influenza del web-show “Don’t hug me, I’m scared“, famoso per avere perfezionato tale miscela di contenuti contrastanti.

L’unione di un’estetica variopinta a tematiche horror, assieme a quanto tratteremo nel prossimo paragrafo, può poi ricordare le deliranti atmosfere de “La casa dei 1000 corpi” di Rob Zombie. Tale ispirazione è resa ancora più esplicita dal nome del programma, “Firefly Funhouse”, che rimanda chiaramente alla famiglia Firefly della pellicola del 2003 (con i suoi sequel).

The Fiend

The Fiend, il Maligno, è la seconda personalità di Bray Wyatt. Esso rappresenta quella malvagità e violenza che “Firefly Funhouse” cerca inutilmente di contenere. E’ questo, e non “il presentatore”, il personaggio che mette piede nel ring. Per potere capire meglio tale figura è necessario proprio trattare il suo modo di affrontare gli avversari. The Fiend è infatti totalmente diverso da qualsiasi altro wrestler che calchi le scene della WWE. In un mondo dove si cerca di intrattenere con manovre spettacolari e scambi rapidi, The Fiend è molto grezzo e metodico.

Non sembra che gli interessi sconfiggere gli avversari, sembra che li voglia uccidere. Iconica è la mossa con cui egli torce il collo del wrestler rivale, cercando chiaramente di spezzarlo. Nel gergo dello sport-spettacolo si usa l’espressione “vendere una mossa” per riferirsi all’atto con cui un lottatore cerca di dare credibilità all’impatto di un colpo ricevuto. Ecco, The Fiend non vende le mosse. Questa peculiarità è in effetti condivisa con altri personaggi horror del settore, in primis il celeberrimo The Undertaker. Il Becchino era infatti solito rialzarsi in maniera simile a Michael Myers nella conclusione di Halloween (1978), ma ciò avveniva soltanto in una/due occasioni per match.

Wyatt, quando libera il Maligno, appare invece pressoché inarrestabile. L’ispirazione per il personaggio è chiaramente data dal vasto panorama di killer mascherati del genere slasher. In particolare, la figura che più gli si accosta è l’assassino possente e inarrestabile per antonomasia: Leatherface di “Non aprite quella porta”. Caratteristica condivisa da entrambi è peraltro quella di non parlare, se non per emettere versi animaleschi.

Chi vincerebbe?

Dal punto di vista estetico, il design per la maschera e il costume di The Fiend è stato curato da una leggenda del cinema horror, il maestro Tom Savini. I pantaloni a righe, che cozzano un po’ con il resto della tenuta, servono probabilmente a mantenere un legame con le atmosfere cartoonesche di “Firefly Funhouse”. La maschera è invece un probabile omaggio a quella indossata da Joker nel ciclo fumettistico “Morte della famiglia”, che già aveva ripreso diverse suggestioni da “Non aprite quella porta”.

Di recente, The Fiend è stato bruciato vivo, per poi fare ritorno dopo alcuni mesi facendo sfoggio di diverse ustioni. Tale percorso è simile a quello intrapreso da Michael Myers a cavallo tra il film del 2018 e il prossimo “Halloween Kills”, il cui trailer mostra proprio un Myers recante i segni dell’incendio a cui è sfuggito.

Come già accennato, Rotunda ha concepito questo personaggio come un superamento della figura del santone che aveva portato in scena fino al 2018. Ecco perché, a sottolineare tale intento, The Fiend fa il suo ingresso utilizzando come lanterna la testa del “vecchio” Bray Wyatt!

Questa era solo una sintetica visione d’insieme su un personaggio affascinante e complesso, che ha fatto discutere e che non sfigurerebbe per nulla all’interno di un film o di una serie.

Se volete scoprire di più su Bray Wyatt e The Fiend, vi basterà cercare tra i video pubblicati dal canale ufficiale della WWE su YouTube.

Attenzione però, anche se vi chiederà “let me in”voi non fatelo entrare.