Scritto e diretto dal regista norvegese Eskil Vogt, arriva sulla piattaforma Midnight Factory The Innocents: un thriller mistery approdato in sala in nord Europa nel 2021, che esplora il mondo segreto dei bambini e della crudeltà ingenua dell’innocenza attraverso la lente del sovrannaturale.
The Innocents – La storia
Ida e sua sorella Anna, bambina autistica incapace di comunicare con il mondo estero nel modo tradizionale, si trasferiscono insieme alla famiglia a seguito di una promozione del padre in un sobborgo residenziale in periferia. I grandi palazzi grigi, ripetitivi e asettici, si trovano al confine di un fitto bosco arido e inquietante. La periferia quell’estate è semi deserta: quasi tutti i suoi abitanti sono in vacanza e l’ambientazione vuota e silenziosa si sposa con l’animo annoiato, silenzioso e solitario dei suoi piccoli abitanti.
I pochi bambini rimasti nel sobborgo infatti cercano di fare squadra per intrattenersi nel lento procedere delle giornate. Le sorella Ida e Anna stringono un forte legame con Ben, un coetaneo che sembra nascondere un segreto… La piccola Aisha invece, in un crescendo di mistero e suggestione, riesce a empatizzare con Anna nonostante le grandi barriere comunicative, in una maniera del tutto inspiegabile (inizialmente) e terribilmente inquietante.
Ben presto sarà chiaro come i giochi e le fantasie con le quali il gruppo di ragazzini cerca di intrattenersi nelle lunghe giornate va al di là del possibile: Ben è dotato di poteri telecinetici e telepatici e lo stesso Aisha, che riesce a leggere i pensieri dell’impenetrabile Anna. Ma nonostante il potere dei ragazzi sia incommensurabile e il mondo degli adulti non sospetti di nulla, nel loro cuore e nelle loro menti i protagonisti rimangono ciò che sono: dei bambini. E questo significa che la loro coscienza è grezza, il loro cuore incontaminato (sia nel bene che nel male) e ancora privo di una direzione etica e di comportamento.
Questo porterà chiaramente a una rottura nell’equilibrio asettico e silenzioso dei sobborghi e dei loro mondi impenetrabili, in un crescendo in cui la propensione al male o al bene in un momento della vita in cui l’involucro umano non è ancora formato come quello dell’infanzia, esasperato dall’elemento sovrannaturale, si rivelerà cruciale.
La forma grezza della predilezione
Silenzi, suspanse, ritmo lento ansimante e dilatato: le altre famiglie della cittadina sono andate via e il quartiere ospita pochi bambini. Questo inizio ci catapulta lentamente in un mondo realistico arricchito da un disturbante elemento extra ordinario: comunicazione telepatica, telecinesi. In poche parole connessione, unione, ultrasensoriale. La spina dorsale di The Innocents, in tutto il suo stile perfettamente bilanciato e rarefatto, è senza dubbio l’innocente scoperta del potere.
All’interno dei giovani protagonisti (magistralmente interpretati da dei baby interpreti) non vi è ancora una dimensione del bene e del male, alla luce del fatto che non hanno la percezione del giusto e dello sbagliato ancora sviluppata per la loro natura puramente anagrafica. Ma la vera domanda rimane: se l’asticella della giustizia non è settata sul bene o sul male, negli innocenti che direzione prende? E per quale motivo? È possibile che in un essere ancora grezzo questa sia già orientata verso il malvagio?
The Innocents sorprende concertando interamente il suo focus – anche grazie ad una più che ripagata fiducia ai piccoli interpreti – sui personaggi dei bambini, che portano avanti la narrazione in tutto e per tutto. Il mondo degli adulti e relegato al di fuori, non c’è comunicazione e vagano nella totale ignoranza di ciò che accade, subendone soltanto inconsapevolmente le brutali conseguenze.
Al contrario i ragazzi sono uniti da un tipo di comunicazione fisica e mentale che, sebbene in questo caso sia esplorata sul versante del sovrannaturale, ben si confà a ciò che accade anche nel mondo reale dei piccoli: mondi immaginari, linguaggi segreti, connessioni incomprensibili se non per chi in quel mondo piccolo da fuori e immenso dentro, vi abita.
Il fascino di questa pellicola risiede proprio nell’efficace meccanismo che sfrutta gli elementi puramente horror e sovrannaturali per raccontare un mondo più reale che mai e, soprattutto, impenetrabile. La linea che divide gli adulti dai bambini in questa storia è esasperata dalla scoperte extrasensoriali dei ragazzi, che rendono visibili all’adulto spettatore ciò che quotidianamente avviene nella realtà intorno a lui senza che se ne accorga. In questo meccanismo risiede la potenza di un film spaventoso per la sua semplicità, preciso nel suo stile di racconto rarefatto e distaccato, e originale nello sviluppo di un tema universale come la semplicità del male veicolato dall’elemento più inaspettato: le azioni degli essere più innocenti per eccellenza.