I misteri del faro ed il suo vecchio guardiano in The Lighthouse, il secondo film di Robert Eggers.
Fine ‘800, in una remota isoletta del New England, Ephraim (Robert Pattinson) viene mandato per quattro settimane a sostituire un assistente scomparso, ad aspettarlo nel faro c’è l’anziano guardiano Thomas (Willem Dafoe).
The Lighthouse non è ancora stato distribuito da noi, ma in patria è già uscito in forma digitale.
Robert Eggers (classe 1983) si riconferma uno dei registi più talentuosi in circolazione. Aveva esordito nel 2015 con il brillante horror The Witch (miglior regia al Sundance Film Festival), un film che lo ha subito consacrato grazie al suo stile magistrale. Dopo questo esordio, Eggers (con il suo aspetto da hipster luciferino) si trova davanti ad una vasta scelta per la sua opera seconda, con budget ovviamente più alti. Coraggiosamente invece sceglie di realizzare un film meno costoso (3 milioni) girato in 4:3 e in bianco e nero. Potrebbe sembrare una mossa azzardata, ma invece io penso abbia fatto la scelta meno rischiosa.
Così facendo allontana l’eventualità di un flop con il secondo film (rischio altissimo per qualsiasi regista, perchè al secondo film ti offrono budget importanti), e infatti è riuscito a far incassare 40 milioni alla già mitica A24. E ancora sta faticando ad avere una distribuzione fuori da Stati Uniti e Canada, essendo un film molto ricercato e con un formato poco commerciale.
The Lighthouse non è così etichettabile come horror ma a tratti riesce ad essere più Lovecraftiano di molti film basati sui libri di H. P. Lovecraft.
Le riprese in realtà sono state realizzate in Canada, Nova Scotia. Eggers garantisce che nessun gabbiano è stato maltrattato sul set, anche perchè come dice il vecchio Thomas, porta sfortuna uccidere gli uccelli che vengono dal mare…
I due protagonisti nascondono più di un segreto, ed il film diventa quasi una sfida fra loro per non sprofondare nella follia.
La narrazione si affida soltanto a due personaggi ed una location (mi viene in mente un altro gran film con questi presupposti Sleuth – Gli Insospettabili del 1972), il faro diventa un luogo sacro, quasi come una vetta da scalare. I due attori sono completamente immersi in questo luogo dove i rumori costanti sono quelli delle onde, dei gabbiani, e dell’opprimente segnale acustico del faro.
L’interpretazione di Willem Dafoe è per me la più impressionante vista in questo anno, fatico a pensare ad un altro attore che avrebbe potuto interpretare il ruolo in questo modo. Da vedere il lingua originale per apprezzare la sua parlata arcaica, con l’accento da bifolco americano.
Anche Robert Pattinson se la cava benissimo, ma io sinceramente non avrei scelto un attore britannico, perchè nonostante lo sforzo, contrasta troppo con l’accento di Dafoe.
E apprezzo molto questa determinazione di Willem Dafoe nel lavorare in film indipendenti a cui crede molto, come ad esempio anche il bellissimo The Florida Project del 2017.
I due attori nelle interviste dichiarano di aver usato metodi estremi per immedesimarsi nei personaggi, per sentire ancora di più lo sporco e il cattivo odore (potete immaginare a cosa mi riferisco).
La narrazione non è proprio lineare quindi non aspettatevi di avere troppe risposte, io personalmente apprezzo molto i film come questo che danno la possibilità allo spettatore di rielaborare quello a cui hanno assistito.
Un film non per tutti, se amate il cinema non convenzionale e con grandi prove attoriali, allora è imperdibile. Splendida la fotografia in bianco e nero, e il lavoro svolto sul sonoro.
In questi ultimi anni possiamo ritenerci soddisfatti, Eggers è uno dei nuovi talenti che stanno rimescolando le carte del genere horror, insieme ad Ari Aster e Jordan Peele.