The lodge è il nuovo horror psicologico di Severin Fiala e Veronika Franz registi e sceneggiatori di Goodnight Mommy.
Tra il cast di The Lodge spiccano Jaeden Martell (Aiden), un attore molto promettente per la sua età e che aveva già interpretato Bill Denbrough, il leader del club dei perdenti nel primo capitoli di It (Andy Muschietti), Riley Keuoght (Grace) che era apparsa ne La casa di Jack di Lars Von Tier e Lia McHugh (Mia)
L’opera riprende i punti cardine della precedente pellicola, Goodnight Mommy, raccontando le vicende di due bambini, Aiden e Mia, che dopo aver perso la madre (Alicia Silverstone) vedranno il padre (Richard Armitage) cercare di rifarsi una vita insieme ad un’altra donna, Grace, che non verrà accettata da loro in quanto soffrono ancora per il lutto.
Durante le vacanze di Natale, il padre deciderà di portare la famiglia in montagna ma dovrà ritornare in città per lavoro mentre la sua compagna e i suoi figli vivranno un incubo, intrappolati a causa di una bufera nel loro chalet. In particolare, la compagna del padre è una donna in balia dei suoi incubi e della sua psiche traumatizzata dal suo passato, dove ha dovuto assistere ad un suicidio di massa per opera di una setta religiosa di cui lei è l’unica sopravvissuta.
Questa setta religiosa è realmente esistita: tutte le vicende narrate all’interno dell’opera fanno riferimento al suicidio di massa della chiesa dei Discepoli di cristo.
La trama del film fa leva sui colpi di scena, giocando con lo spettatore e ribaltando il senso di ciò che era stato mostrato all’interno della pellicola solo un attimo prima: per fare ciò il regista non ricorre ad espedienti quali lo sguardo in camera come in Funny Games, ma il punto di forza dell’opera è senza dubbio l’atmosfera fredda e cupa che permette allo spettato un’immersione totale nella pellicola attraverso pochi movimenti di camera, ma con inquadrature ferme, eleganti e dalla simmetria meticolosamente curata da Thimios Bakatakis (direttore della fotografia in “The Lobster” di Lanthimos).
La narrazione si svolge principalmente all’interno di un ambiente chiuso, ovvero lo chalet, che gli autori ci mostrano come un luogo claustrofobico e buio messo in contrapposizione con le riprese dell’esterno dove vi sono solamente infinite distese di neve di un bianco accecante. Per questi aspetti potrebbe ricordare l’atmosfera di Shining (Stanley Kubrick) o ancora di più di Hereditary (Ari Aster): The Lodge è un’opera con molti dettagli e simboli nascosti in secondo piano, in particolar modo quelli religiosi, dove spicca soprattutto la casa delle bambole della piccola Mia.
Non si tratta quindi di un horror convenzionale ed i registi ce lo faranno capire quando i protagonisti, guardando La Cosa di Carpenter durante una delle scene splatter più iconiche, decideranno di cambiare film.
All’interno della pellicola non troveremo scene violente o jumpscare, ma un clima così immersivo da far sentire lo spettatore anch’esso bloccato all’interno della casa di montagna, che in realtà è il simbolo dei traumi in cui sono a loro volta bloccati i protagonisti.