La sirenetta (in danese Den lille Havfrue), fiaba di Hans Christian Andersen pubblicata nel 1837, ha ispirato diversi adattamenti cinematografici e non: quelli più noti sono sicuramente il film d’animazione del 1989 della Disney e il chiacchieratissimo live action del 2023 con Halle Bailey, sempre targato Disney. Ma sapevate che anche in ambito horror esiste un film ispirato alla fiaba danese? In fondo, gli elementi per trarne una storia spaventosa ci sono eccome. Il film in questione è The Lure (“Córki dancingu” in lingua originale), un musical horror polacco del 2015 diretto da Agnieszka Smoczyńska.
Trama
Nella Polonia degli anni ‘80, Silver e Golden sono due sirene che si godono la loro tranquilla e idilliaca vita acquatica fino a che, spinte dalla curiosità, decidono di abbandonare quel mondo per seguire i membri di una rock band nel nightclub in cui si esibiscono. Qui le sirene iniziano a esibirsi a loro volta come strippers e coriste fino a guadagnarsi uno spazio di primo piano e diventare l’attrazione principale del locale. Sulla terraferma, le due si muovono su due gambe – la coda appare solo quando si bagnano – ma non hanno organi genitali (vengono definite “lisce come Barbie”), dettaglio che si rivelerà presto un problema. Silver, quella tra le due maggiormente desiderosa di far parte del mondo degli umani, si innamora di Mietek, bassista della band, che purtroppo fatica a vederla come “una donna vera”. E qui The Lure riprende dalla fiaba danese il terribile destino che potrebbe spettare alla sirena: se l’uomo non dovesse ricambiare il suo amore, lei si trasformerà in spuma di mare. Silver decide quindi di farsi rimuovere chirurgicamente la coda per sostituirla con un paio di gambe umane, con annessi organi genitali: l’ottenimento della forma umana, così come per Ariel, comporta la perdita della voce. Silver ha però, nel caso in cui Mietek sposasse un’altra, una via d’uscita: divorarlo.
La questione dell’esclusione
Silver e Golden sono agli antipodi: Silver è una sognatrice con un disperato desiderio di essere accettata, anche se questo comporta la cancellazione della propria identità; Golden è invece più razionale, ribelle ma anche violenta. Entrambi i modi di (re)agire sono diretta conseguenza del modo in cui vengono viste. Nonostante la fascinazione che suscitano all’inizio, infatti, le due sirene non smettono di essere considerate mostruose. La loro alterità, che passa anche attraverso l’essere ammirate quasi come fossero fenomeni da baraccone, continua ad essere sottolineata. E di fronte all’emarginazione si reagisce proprio come fanno Silver e Golden: o si tenta l’assimilazione al gruppo dominante, annullandosi completamente, o si inizia a provare rabbia e risentimento verso quello stesso gruppo escludente.
Un film sulla migrazione
The Lure è un film a tratti confuso, con un’atmosfera da sogno (o incubo?) e numeri musicali strampalati, ma tratta la tematica della diversità dal punto di vista di chi viene spinto verso i margini, e lo fa benissimo. Il titolo, traducibile in italiano con “il richiamo” o “l’attrattiva” (nel senso quindi di attrarre, stregare, sedurre) probabilmente fa riferimento sia all’estetica e alla regia ammalianti – e alla narrazione nebulosa – sia al modo di rapportarsi con l’Altro. L’incontro con la diversità suscita sempre curiosità; il problema sorge quando chi si trova in una posizione di privilegio inizia a guardare verso chi si trova ai margini come a qualcosa di esotico, un oggetto piuttosto che un soggetto. E la fascinazione diventa presto paura, disgusto. Questa è l’esperienza di vita dei migranti; The Lure, infatti, come affermato dalla stessa regista, è un film sulla migrazione. Sul desiderio, destinato a infrangersi, di trovare una vita migliore – Silver e Golden volevano nuotare, non a caso, proprio verso l’America, luogo simbolico di libertà.
Coming of age
Smoczyńska ha definito il film anche un coming of age, un racconto di formazione ampiamente ispirato alle sue esperienze di vita. La madre, infatti, gestiva un nightclub e qui la regista ha avuto il suo “primo shot di vodka, la prima sigaretta, la prima delusione sessuale e i primi sentimenti per un ragazzo”. The Lure parla, dunque, di adolescenza femminile: i liquidi appiccicosi, lo “slime” delle code delle due sirene rimandano ai fluidi corporei e al sangue mestruale. I due personaggi femminili inizialmente sono caratterizzati da un’innocenza infantile che inevitabilmente perderanno una volta scontratesi con la violenza e l’orrore del mondo. Di fronte all’abuso, Golden sviluppa dei “pensieri oscuri” che sfociano in violenza; Silver è più riluttante, ma anche lei tenterà di riappropriarsi di sé con la stessa sete di rivalsa – e di sangue. In questo le sue sirene assomigliano a Ginger e Jennifer, le protagoniste mangia uomini di Licantropia Evolution (titolo originale Ginger Snaps) e Jennifer’s Body. L’operazione che Smoczyńska attua è la stessa, e tristemente simile sarà anche l’epilogo.
The Lure è disponibile su Netflix.