Il 18 giugno 2016, The Neon Demon, horror del regista danese Nicolas Winding Refn, faceva il suo debutto nelle sale italiane.
Un inno alla bellezza e al self-love
Bellezza. La società odierna ne è ossessionata. Tutti la cercano, tutti vogliono essere visti. L’avvento dei social media ha reso ancor più urgente questo desiderio. “La bellezza è come una nuova classe sociale,” dice Nicolas Winding Refn, e tutti vogliono farne parte. Tutti ne vogliono una fetta, e nel film non ci si ferma davanti a nulla pur di ottenerla. La bellezza di Winding Refn non è un mero ideale irraggiungibile, ma un mezzo per un fine. La bellezza dà potere a chi la possiede. Jesse (Elle Fanning), la protagonista di The Neon Demon, è una degli eletti. Tutti vogliono essere come lei, tutte vogliono essere lei. Jesse ha 16 anni e un’aria un po’ naive, un viso pulito, e una gran voglia di emergere nell’industria della moda losangelina. La protagonista è una ragazza determinata che non esita a mentire sulla sua età per raggiungere i suoi scopi, ed anche una narcisista. La sua bellezza è la sua arma più grande. Non ha le incertezze dei suoi coetanei, che di rado si accettano così come sono, e ogni occasione è buona per ostentare la sua sicurezza.
Gigi: “Nessuno si piace così com’è.”
Jesse: “Io sì.“
Il narcisismo, secondo Refn, è solo un altro stadio dell’evoluzione umana. Il regista ha parlato del narcisismo in relazione ai moderni social media:
“Lo abbiamo tutti in varia misura, e penso che con la nuova generazione ci sia più di un’accettazione del narcisismo, ma addirittura un incoraggiamento – l’idea che sia okay amarsi completamente e apertamente.”
Il regista non sembra voler condannare il culto del Sé, ma esaltarlo. Per sua stessa ammissione, l’egotismo non è un’autocelebrazione innaturale da stigmatizzare, bensì una virtù.
Donne e mostri
The Neon Demon è un film sulle donne per le donne. Winding Refn ha dichiarato:
“In tutti i film dell’orrore ritorna sempre un tema costante: la sessualità femminile. La donna è una costante nell’equazione della paura.”
Nel film, le antagoniste sono tre donne che lavorano nel mondo della moda, invidiose dei doni che la natura ha concesso a Jesse (e ha negato loro). La modella Gigi (Bella Heathcote) si definisce ironicamente “bionica” perché, come molte modelle, è riuscita a raggiungere la bellezza ideale solo attraverso la chirurgia estetica. La bellezza genuina di Jesse è per Gigi e la sua collega ed amica Sarah (Abbey Lee) come un richiamo. A loro si unisce Ruby (Jena Malone), una truccatrice infatuata di Jesse, che dopo il suo rifiuto cerca vendetta. L’esito della vicenda è spaventoso: le tre donne, come delle moderne streghe, uccidono la ragazza e la mangiano per assorbirne le qualità. Lo scempio della protagonista, che ricorda un sacrificio rituale e il più comune “patto col diavolo“, fa di The Neon Demon una favola moderna dalle tinte horror, in cui la bella principessa che suscita la gelosia delle sorellastre cattive non ha il suo lieto fine.
Alla scena dell’assassinio segue un’inquadratura dalla forte carica erotica, che mostra le tre donne intente a lavarsi nel sangue di Jesse. Questo fotogramma non può fare a meno di richiamare alla memoria un personaggio noto agli amanti del macabro: la Contessa Sanguinaria Erzsébet Báthory. La Contessa era solita fare il bagno nel sangue di giovani vergini, convinta che questo l’avrebbe mantenuta giovane e bella più a lungo.
Dux Femina Facti
Nel film di Refn, gli uomini sono mere comparse. “Hanno la sola funzione di servire,” dice il regista al quotidiano britannico The Independent. In un primo momento, il fotografo Jack (Desmond Harrington) sembra abusare del suo potere e sopraffare l’innocente Jesse. Questo, se non si considera che Jesse non è affatto innocente, e che il fotografo non è altro che un fantoccio nelle sue mani. Le sue foto, infatti, non sono altro che uno strumento, un mezzo per veicolare la bellezza della protagonista. Il fotografo è solo un mediatore che diffonde uno stereotipo, stereotipo di cui non beneficerà il pubblico maschile, ma il pubblico femminile. Saranno le donne a vedere le foto di Jesse sui cartelloni pubblicitari, e a riconoscere nella protagonista un modello di perfezione al quale ispirarsi.
Anche gli altri personaggi maschili condividono questa marginalità. Tutti loro incarnano degli archetipi. Il fotografo che esce con Jesse (interpretato dall’attore Karl Glusman) rappresenta la moralità: è il classico bravo ragazzo, l’unico in grado di guardare oltre la bellezza della protagonista. Hank (Keanu Reeves), il gestore del motel in cui soggiorna Jesse, incarna la devianza: è un bruto, un predatore sessuale che trova nella violenza la propria dimensione. Infine, il fashion designer Robert Sarno (Alessandro Nivola), con i suoi monologhi esaltati sul valore della bellezza, è la personificazione dell’ossessione.
“La bellezza non è tutto, è l’unica cosa.”
Un trionfo di simboli
The Neon Demon è un festival di simboli, alcuni in superficie e alla portata di tutti, altri più nascosti e difficili da cogliere. Il triangolo, simbolo esoterico ed alchemico, è un elemento ricorrente nel film di Winding Refn, e non a caso: il triangolo con la punta rivolta verso il basso è un simbolo del femminile, mentre la punta rivolta verso l’alto indica la divinità e la naturale spinta dell’uomo verso il divino. Inoltre, il primo simboleggia il demoniaco, laddove il secondo rappresenta un simbolo cristiano, la Trinità. Secondo quest’ultima interpretazione, ogni vertice del triangolo rappresenta una delle tre “streghe”.
Ma i simboli cristiani non finiscono qui: Jesse, simile nell’aspetto ad una creatura angelica (bionda e con la pelle d’alabastro), è l’agnello sacrificale della situazione, immolata come Gesù Cristo per uno scopo superiore. E come Cristo tradito da Giuda, Jesse verrà tradita da Ruby.
Sono molteplici anche i riferimenti danteschi. Come Dante, Jesse si addentra nella “selva oscura” di Los Angeles, mentre le sue tre antagoniste ricordano le tre fiere (lonza, leone e lupa) che sbarrano la strada al protagonista della Divina Commedia, e che rappresentano, allegoricamente, tre peccati capitali: lussuria, superbia e avarizia. Ruby, preda di un desiderio estremo e incontrollabile che soddisfa accanendosi sul corpo di una donna senza vita, è la lonza; Gigi, che non perde occasione per ostentare la sua superiorità e la sua bellezza artificiale, è il leone; Sarah, infine, è la lupa magra e famelica incontrata da Dante. Quest’ultima è quella che più di tutte ambisce a strappare a Jesse la sua bellezza. Dopo essere stata scartata ad un casting (in cui Jesse viene selezionata), Sarah dice alla protagonista di sentirsi un fantasma, mentre lei è il sole. L’unica a trarre beneficio dal sacrificio di Jesse, alla fine, sarà proprio Sarah.
Nel film di Refn, gli specchi sono protagonisti. Lo specchio ha da sempre una connotazione esoterica: non solo l’immagine riflessa rivelerebbe l’anima del soggetto che vi si specchia, ma costituirebbe anche un varco che metterebbe in comunicazione col proprio doppio, il cosiddetto Doppelgänger. Nello specchio, pare che si possa vedere anche il daimon di Socrate e Platone, identificato da alcuni come uno spirito guida che ognuno di noi si porta dentro dal momento della nascita.
Lo specchio non può far a meno di riportare alla mente il mito di Narciso, punito per la sua superbia dalla dea Nemesi, che lo condannò ad innamorarsi della sua immagine riflessa. Durante la sua prima (ed unica) sfilata, Elle è colta da Winding Refn proprio nell’atto di baciare il suo riflesso, come Narciso.
Violenza e sesso
Jesse è pura, è una vergine, e tutti cercano di carpirne la virtù: Hank tenta di introdursi in camera sua per abusarne, e Ruby, che Jesse crede esserle amica, vuole forzarla ad avere un rapporto sessuale che la ragazza rifiuta con fermezza. Del legame tra violenza e sesso, Winding Refn ha detto:
“E’ più interessante quando la sessualizzi (la violenza). E’ sempre più terrificante se da un lato ne sei eccitato e, allo stesso tempo, dall’altro ne sei scioccato.“
La sessualità, in The Neon Demon, è una sessualità velata, mai esplicita, e feticizzata nei personaggi di Ruby ed Hank. Ruby è una necrofila che teme il rifiuto. Per lei, i cadaveri sono l’oggetto del desiderio perfetto, dal momento che non possono in alcun modo respingerla. Quanto ad Hank, il gestore del motel è uno stupratore ed un pedofilo. Il regista ha detto a proposito dell’elemento sessuale in The Neon Demon:
“The Neon Demon è come una favola. E le favole non sessualizzano mai le cose, hanno solo un sottotesto sessuale.”
Il “Neon Demon”: chi è?
Winding Refn ha dichiarato che The Neon Demon nasce dalla sua fantasia di essere una bellissima ragazza di 16 anni. Jesse, quindi, non è altro che un alter ego del regista. La ragazza è il “Neon Demon“, la cui bellezza corrompe tutti. Un dualismo caratterizza il suo personaggio: Jesse è insieme protagonista e antagonista, vittima e boia. La ragazza suscita negli altri fascinazione, e la sua bellezza è la causa prima dei suoi mali. E’ un’ammaliatrice, e nessuno resta impassibile di fronte al canto di questa sirena.
Tuttavia, il regista non sembra avere le idee chiare, a proposito del “neon demon”. In un’intervista per Collider, egli ha dichiarato:
“Nel film, esiste un “neon demon”. Ma non ho ancora deciso chi è.”
Il demone potrebbe, infatti, essere qualcun altro, o qualcos’altro, un osservatore silenzioso ma onnipresente: la città di Los Angeles. L.A. abbaglia con le sue luci al neon la protagonista e centinaia di altre aspiranti modelle in cerca di fortuna, ma è crudele con tutte loro. Los Angeles è il nido dell’industria della moda, un’industria spietata in cui solo chi rispetta determinati standard ha accesso. Winding Refn, che dice di apprezzare la vacuità di questo mondo patinato, non è estraneo al mondo della moda. Il regista ha, infatti, girato numerose campagne pubblicitarie per brand celebri come Gucci e YSL, e in The Neon Demon, egli sembra quasi voler fare della satira su questo universo elitario.
Dividi e conquista
The Neon Demon, accolto con schiamazzi ed applausi al Festival di Cannes 2016, è un’esperienza sensoriale, una pellicola glamour e delirante che si ama o si odia. Il suo pubblico si spacca: c’è chi ne apprezza la potenza delle immagini e il ritratto impietoso di una società schiava della bellezza, e chi non ne coglie il senso e ne rimane disorientato. Il regista si è detto soddisfatto dell’accoglienza ricevuta:
“Per me, diversità uguale successo. Se in bene o in male, è irrilevante.”
L’importante, per Winding Refn è scatenare una reazione, ed è indubbio che, con The Neon Demon, ci sia riuscito.
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