Dal 23 febbraio è in arrivo nelle sale italiane l’horror-thriller The Offering, con l’esordio alla regia di Oliver Park, sceneggiatura di Hank Hoffman, basato sul racconto popolare ebraico Abyzou. Nel cast compaiono Nick Blood, Emily Wiseman, Allan Corduner, Paul Kaye, Daniel Ben Zenou e Jodie Jacobs.

Trama

Con l’intenzione di riconciliarsi con il padre ebreo ortodosso, il figlio di un impresario funebre torna a casa, nella comunità ebraica di New York, insieme alla moglie incinta. Tuttavia, le cose iniziano a cambiare quando l’obitorio di famiglia riceve il corpo di un misterioso cadavere posseduto da un’antica entità che ha in serbo un terribile piano per il bambino in arrivo.

Locandina del film

Un film dal sapore esoterico e folkloristico con tinte introspettive

Il maggior punto di forza di The Offering è sicuramente l’intrecciarsi del tema religioso/spirituale con quello dell’introspezione, che pone l’accento sulle paure e i conflitti interiori dei personaggi. Dal punto di vista della prima tematica, il film propone allo spettatore un viaggio nel mondo dell’occulto, per fargli conoscere l’antico e potente demone rapitore di bambini Abyzou. Si tratta di un’entità in grado di manipolare la percezione spazio-temporale che le persone hanno della realtà. Di fatti nel corso della vicenda la linea tra il mondo terreno e quello astratto si assottiglia sempre di più. In questo senso, si evince come la pellicola abbia voluto inscenare un aperto confronto con il male senza ricorrere troppo ai soliti cliché. Non meno importante è la rappresentazione di antiche scritture, rituali e sigilli.

Yosille in una scena del film

Per quanto riguarda invece la tematica psicologico-introspettiva, notiamo come i personaggi lottano per sfuggire alle proprie paure, ai propri sensi di colpa, ai propri traumi. Il rapporto conflittuale tra il protagonista (Arthur) e suo padre è inscenato in maniera coerente e logica, i dialoghi si presentano ben strutturati e curati. La moglie di Arthur, Claire, funge in un certo senso da guida per il pubblico, addentrandosi nella cultura ebraica. Quello che cerca è un ambiente sicuro e sano per lei e la sua famiglia, lontano da quello in cui è cresciuta. Quando si accorge dell’inquietante circostanza in cui tutti, come lei, si trovano, Claire inizia a perdere lucidità finendo per avere una visione ancor più distorta delle cose. Tutti i personaggi combattono due battaglie diverse, una interiore con loro stessi, e una contro la pura essenza del male.

Claire in una scena del film

Ambientazioni e fotografia sono la “cherry on the cake”

Nella seconda metà della pellicola sono centrali le manifestazioni ultraterrene del demone, circondate dalle mura di una casa cupa e inquietante. La fotografia degli interni, tendente a tonalità perlopiù fredde e ben curata, dà un significativo contributo al tutto. Come ben noto, il genere horror ha come biglietto da visita il pacchetto completo di case infestate, spiriti violenti e possessioni. Il clima inquietante raggiunge il suo apice nell’obitorio, che suscita un senso di profondo terrore e malessere. Per non parlare poi delle sequenze in cui regnano buio e silenzio, con jumpscare annessi. L’unica cosa che a parer mio guadagna meno punti, è la CGI del demone, che poteva essere resa più realistica.

Mescolando demonologia ebraica e i profondi segreti della Cabala con le tradizioni classiche dell’horror, The Offering è un film che paralizza e stupisce, una catena di emozioni che culmina in un finale indimenticabile.

Classificazione: 3 su 5.

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