The Strangers – Capitolo 1 di Renny Harlin si configura come una sorta di remake del The Strangers di Bryan Bertino, uscito nel 2008. Ma il film di Renny Harlin fa anche da apripista a un progetto più vasto che vedrà (abbastanza a breve) l’uscita di altri due capitoli.

Sinossi

Uscito al cinema in Italia il 28 novembre, con qualche mese di ritardo rispetto alla distribuzione statunitense, The Strangers – Capitolo 1 si presenta fin dal trailer come remake del film del 2008. La sinossi è perciò all’incirca la stessa, con piccole differenze qua e là soprattutto nei pretesti narrativi: una coppia, Maya e Ryan, durante un viaggio attraverso l’America, è costretta a pernottare a Venus, un piccolo centro abitato in Oregon, dopo un guasto alla macchina; durante la notte, tre sconosciuti con cattive intenzioni trasformeranno questo soggiorno in un incubo sanguinoso.

Genesi del progetto

Da amante del The Strangers di Bertino non posso nascondere i dubbi che mi hanno assalito fin dal momento in cui la trilogia di Renny Harlin è stata annunciata. Anche perché nel 2018 era stato realizzato The Strangers: Prey at Night di Johannes Roberts, un film che – seppur non apprezzato da molti – aveva saputo portare avanti dignitosamente l’idea di Bryan Bertino, senza tradirne le peculiarità. Se per un po’ l’intenzione era stata quella di creare un terzo film che fosse un sequel diretto di Prey at Night, l’idea era stata poi accantonata, fino all’annuncio di questo progetto che fin da subito affermava esplicitamente la volontà di ripartire da zero. Così nasce la trilogia di Renny Harlin in cui Bryan Bertino non è minimamente coinvolto (neppure come produttore, ruolo che rivestiva in Prey at Night).

Frame dell’iconica sequenza della piscina in The Strangers: Prey at Night (2018)

Un film non all’altezza

L’assenza di Bertino nel progetto è (purtroppo) assai indicativa. The Strangers – Capitolo 1 è, infatti, il film “triste” e insignificante che tutti immaginavano. Soprattutto (ma non solo) perché durante la visione è impossibile non metterlo a confronto con quello di Bertino, in uno scontro in cui inevitabilmente il film di Harlin esce sconfitto, anzi massacrato. The Strangers (2008) era un film costruito sulla tensione, soprattutto nei primi quaranta minuti in cui l’angoscia di una magnifica Liv Tyler era talmente potente da inghiottire anche lo spettatore. Seppur privo di grandi trovate narrative, il primo The Strangers funzionava perché “faceva paura”. Dal momento in cui la ragazza misteriosa bussava alla porta, interrompendo il rapporto sessuale tra Kristen e James, la tensione saliva a livelli altissimi, fino a raggiungere il suo apice durante il lento “assedio” alla casa portato avanti dai tre assassini in assenza di James.

La regia di Bertino in questo era perfetta: ogni inquadratura aumentava quella sensazione di terrore, di isolamento ma anche un’idea di inesorabilità, la consapevolezza che non ci fosse una possibile via di fuga. Renny Harlin tenta di scimmiottare questa regia ma la tensione che riesce a creare è molto minore (e in certi momenti è più vicina alla noia) anche a causa dell’abuso dei soliti jumpscares, ormai cifra caratteristica quanto fastidiosa dell’horror commerciale. Madelaine Petsch, qui protagonista, affronta inoltre il ruolo in modo un po’ stereotipato perdendo inevitabilmente il confronto con Liv Tyler, il cui terrore appariva vero, profondo ed epidermico (in senso letterale).

La creazione di un contesto

Un altro problema del film di Renny Harlin è il fatto di voler creare un contesto. Se The Strangers di Bertino iniziava con la coppia in viaggio verso la casa isolata e si concludeva all’interno di essa (senza quindi mai mostrare un fuori), nel The Strangers di Harlin vi è invece un incipit piuttosto lungo che alimenta dei dubbi, esplicitamente manifestati, sul possibile coinvolgimento di alcuni abitanti di Venus nei delitti. La creazione di questo contesto – che, va precisato, potrebbe essere necessario per lo sviluppo narrativo dei due capitoli successivi – depotenzia il film e soprattutto il “fascino” dei tre assassini mascherati. I tre, infatti, non agiscono per un motivo specifico ma solo per soddisfare un’implacabile sete di violenza (almeno questo emergeva dai primi due film). Ed è questa loro caratteristica – insieme alle maschere – che rende i villain di The Strangers così spaventosi: sono disumanizzati, anzi deumanizzati.

Alla fine, non è importante chi ci sia sotto la maschera e per questo motivo non ha alcun senso creare un contesto narrativo (che alimenti sospetti verso specifici personaggi) in un film come The Strangers. Inoltre, in The Strangers – Capitolo 1, la scelta di mostrare il contesto e le stranezze degli abitanti di Venus non è limitata ai primi quindici minuti: quando, resosi conto di aver lasciato l’inalatore in macchina, Ryan decide di recarsi dal meccanico a recuperarlo, vediamo altre due scene ambientate nella piccola cittadina. Scene, ancora, sostanzialmente inutili (col solito jumpscare) e soprattutto dannose, in quanto vanno ad annacquare la tensione della sequenza principale che riguarda Maya, ormai sola in casa, attaccata dai tre assassini.

Incipit: l’umore dei protagonisti

Un’altra differenza sostanziale col film di Bertino si ha nell’umore dei due protagonisti. In The Strangers (2008), emerge fin da subito un senso di profondo disagio nel rapporto tra James e Kristen: pochi minuti dopo si scopre che la donna ha appena rifiutato la proposta di matrimonio che l’uomo le ha fatto. Questo porta a dialoghi rarefatti composti da poche essenziali parole, a una freddezza costante e a un senso di disagio continuo che spiana la strada al sentimento tensivo che verrà poco dopo.

L’umore di Maya e Ryan al loro arrivo a Venus è, invece, del tutto differente: i due sono felici, sereni (nonostante la rottura dell’auto), innamorati e pronti a un futuro matrimonio. Questo rende l’atmosfera iniziale del tutto diversa (ed è innegabile che quella creata da Bertino sia più funzionale al successivo sviluppo della storia) ma mette in evidenza anche alcuni difetti di scrittura, soprattutto nei dialoghi spesso un po’ macchiettistici.

Molti difetti, pochi(ssimi) pregi

Certo, in The Strangers – Capitolo 1 non è proprio tutto da buttare: alcune scene nel bosco che circonda la casa sono suggestive e alcune buone trovate ci sono. Non si può, tuttavia, negare che i difetti sono assai più numerosi dei pregi: il film, infatti, non brilla nemmeno per le sue caratteristiche tecniche. Ad una prima visione, per esempio, si possono già notare alcuni errori di montaggio.

Perché andare a vederlo?

Nonostante tutto questo, conviene andare a vedere The Strangers – Capitolo 1 in quanto, come già detto, questo film getterà le basi per una trilogia che si concluderà probabilmente già ne 2025 e che potrebbe rivelare alcune sorprese. Questa pellicola, quindi, potrebbe finire per costituire solo un rito di passaggio, necessario come punto di partenza per una nuova storia nella quale il pubblico verrà a conoscenza delle motivazioni e del passato dei tre killer mascherati.

Conclusioni

In conclusione, per quanto personalmente non condivida un’operazione puramente commerciale di questo tipo che va (e che andrà) a snaturare l’essenza del The Strangers di Bertino –  andando a dare una tridimensionalità e un background a dei killer il cui punto di forza era proprio la totale assenza di umanità (in senso lato) – la delusione per questo primo capitolo è comunque accompagnata dalla curiosità per i successivi, che potrebbero sovvertire le sorti della trilogia, andando in una direzione completamente inedita.

VOTO:

Classificazione: 2 su 5.

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