The Tell-Tale Heart, conosciuto in Italia come Il Cuore Rivelatore è uno dei racconti più celebri di Edgar Allan Poe. Pubblicato per la prima volta più di cent’anni fa, precisamente nel 1843, il Cuore Rivelatore non ha ancora smesso di affascinare e inquietare. Ne è una prova il cortometraggio prodotto da BassMint Productions: The Tell-Tale Heart (2020), diretto e scritto da McClain Lindquist.
Era Halloween e il bibliotecario leggeva Il Cuore Rivelatore… rimasi senza parole. Era la prima volta che mi rendevo conto di cosa fosse una metafora e sono stato preso dall’orrore, dal thriller psicologico e dagli elementi detective noir.
– McClain Lindquist
The Tell-Tale Heart | Il racconto
Il racconto di Edgar Allan Poe narra la vicenda di un uomo folle e della sua ossessione per un anziano, in particolar modo per il suo occhio di vetro. Si tratta di una mania che pian piano degenera e, infine, porta il protagonista a commettere l’omicidio del vecchio. Ma a causa della sua follia l’assassino si smaschera da solo: gli sembra di sentire il cuore del vecchio che pulsa dappertutto! Il rumore lo tormenta e lo porta a costituirsi alle autorità. La storia è narrata in prima persona ed è subito accattivante: il narratore (protagonista) si presenta come perfettamente sano e non può fare a meno di ribadirlo non appena ne ha l’occasione. In tal modo, il lettore viene spinto a diffidare di lui e a comprendere la realtà dei fatti attraverso un proprio sforzo intellettuale.
The Tell-Tale Heart | Il cortometraggio
Il cortometraggio, al contrario del racconto, non ha una struttura lineare. Due poliziotti vanno a casa del folle (interpretato da Sonny Grimsley) e chiedono spiegazioni sulla sparizione del vecchio. Il pazzo, dunque, inizia a spiegare la storia. Mentre lo fa, lo spettatore assiste allo sviluppo dell’ossessione nei confronti del vecchio (James C. Morris), che sfocia in perversione e omicidio. L’assassino racconta la vicenda nella casa del vecchio e nel carcere: i periodi temporali si fondono, creando un turbine confusionario di immagini ed eventi che, tuttavia, lasciano ben intendere lo svolgimento dei fatti. Il caos, inoltre, rappresenta lo stato mentale del protagonista: un uomo divorato da un’ossessione, incapace di ordinare i suoi pensieri.
James C. Morris, straordinario attore: era terrificante, caldo, era vivace ed era… morto!
– McClain Lindquist
Le visioni terribili del pazzo, avvicinandosi al finale, risultano sempre più cruente. Si potrebbe dire che il corto si spinga anche oltre il racconto di Poe, dando una forma quasi esagerata alle parole e conferendogli una tonalità gore. Se nella storia il cuore del vecchio si limitava a palpitare, infatti, nel cortometraggio vediamo il folle che tiene in mano un vero cuore fremente. E c’è spesso una grande abbondanza di sangue.
Tra Edgar Allan Poe e McClain Lindquist
Edgar Allan Poe, nei suoi racconti, non si è quasi mai servito del sangue per inquietare. Piuttosto, si sforzava di creare le atmosfere adatte allo scopo. Riusciva a farlo sfruttando elementi come il buio, il banale ticchettio di un orologio, le debolezze e i turbamenti della mente umana. Poe riusciva a trasmettere un terrore ‘primitivo’, trattando temi che da sempre hanno riguardato la natura dell’uomo. The Tell-Tale Heart di McClain Lindquist riesce ad inquietare coniugando un’atmosfera tipicamente poeiana, ma aggiungendo la violenza e il sangue: elementi, questi ultimi, che con lo scrittore di Boston hanno poco a che fare.